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Nastase non si scusa. E Wimbledon lo “banna”
Il capitano di Fed Cup torna sull’accaduto: “Non sono pentito”. Johanna Konta risponde a Sorana Cirstea

Ci sono, e probabilmente ci saranno, ancora molti gli strascichi sulla vicenda Nastase. Il capitano di Fed Cup rumena, espulso durante il match con la Gran Bretagna, è tornato sull’accaduto definendosi per niente pentito per quanto fatto: “Non mi dispiace per quanto accaduto, possono mandarmi anche in prigione. Non m’importa”. L’ex numero uno del mondo inoltre si è soffermato sulla possibilità di non essere più invitato nel Royal Box di Wimbledon: “Ogni anno sono ospite all’All England Club, è sempre un giorno speciale. Probabilmente non accadrà più ma non mi importa”. Il campione rumeno fa bene a sospettare un allontanamento da Wimbledon perchè infatti da Church Road hanno fatto già sapere di non considerarlo più ospite gradito, ma dopo tutto con quelle offese verso l’universo femminile britannico la decisione sembrava abbastanza facile da prevedere. Specie considerando il candore e l’eleganza che l’All England Club ha sempre puntato a mantenere.
Nastase, infine, ha continuato dicendo: “Ho 70 anni, non mi pagano nemmeno per sedermi sulla panchina di Fed Cup” – aggiungendo poi – “Sono un ex numero 1 del mondo e quando si butta fuori dal campo un ex numero 1 non è mai un bene per il tennis”. Una storia comunque che pare essere appena iniziata, in questa settimana infatti si attende anche il responso dell’ITF sulla sua squalifica e anche lì probabilmente, non mancheranno le polemiche. Al momento l’organo si è pronunciato con uno statement provvisorio con il quale ha sospeso l’ex tennista rumeno da ogni competizione sotto l’egida dell’ITF.
Dopo le dichiarazioni controverse di Sorana Cirstea è tornata sull’accaduto anche la diretta interessata, Johanna Konta. Secondo la cronistoria dei fatti la britannica sarebbe scoppiata in lacrime a causa del trattamento del pubblico rumeno di Costanza e non per gli insulti ricevuti da Nastase, giunti dopo le lacrime di Johanna e da queste causati. “Con tutto il rispetto per Sorana lei non era dal mio lato del campo, non è stata aggredita verbalmente. Non mi ero mai trovata in una situazione del genere e devo cercare di superare il momento. Non mi era mai capitato e spero non mi accada di nuovo, così come non lo auguro a nessuno“.
Per dovere di cronaca, sebbene questi fatti l’abbiano relegata in secondo piano, lo spareggio di World Group II si è concluso con la vittoria della Romania che ha quindi spedito la Gran Bretagna in serie C.
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ATP Miami: Shapovalov che fatica! Rublev e Ruusuvuori avanti in due set
Cade Bautista Agut per mano del giovane finlandese. Avanti Rublev e Shapovalov

Ad aprire il day 3 sul Grandstand al Miami Open presented by Itaù, è stata la sfida tra il beniamino di casa J.J. Wolf e il numero 6 del seeding, Andrey Rublev, all’esordio nel torneo avendo ricevuto un bye al primo turno. Lo statunitense numero 50 ATP, aveva liquidato in due set Bublik al primo turno. Per Rublev al prossimo turno, il vincente tra Kecmanovic e Humbert.
[6] A. Rublev b. J.J. Wolf 7-6(3) 6-4
IL MATCH – è stata la partita che ci si aspettava. Entrambi i giocatori hanno uno stile simile e fanno della potenza da fondo campo la loro arma migliore. Si sono viste poche variazioni e scambi per lo più decisi dai colpi di inizio gioco. Si è giocato per lo più sulla diagonale del rovescio, colpo continuamente cercato da Wolf per evitare il diritto del russo. Alla fine dell’incontro, le statistiche non stupiscono, in particolare per Rublev: una carovana di vincenti accompagnati da un elevato numero di errori non forzati.
Primo set, Rublev si impone in rimonta
Si parte con Rublev al servizio. Wolf inizia il match con il giusto piglio e una buona aggressività, soprattutto in risposta con i piedi ben dentro al campo quando l’avversario è costretto a giocare la seconda palla e in questo primo game, Rublev ne deve giocare ben quattro. Con un diritto vincente, due errori di rovescio diagonali in corridoio su palle cariche di spin offerte da Wolf e un rovescio in rete, l’incontro si apre con il break a favore Wolf.
Nel quarto gioco, il russo ha la possibilità di rimettere tutto in parità. Dopo un duro scambio sulla diagonale del rovescio, lo slice in contenimento dello statunitense finisce lungo e, con due doppi falli, si materializzano le prime chance del parziale per Rublev. Le prime due palle break consecutive vengono annullate entrambe col servizio – una gran prima a uscire da destra e al centro da sinistra, permettono al nativo di Cincinnati di allungare il gioco. Due brillanti rovesci in lungolinea, di cui uno in risposta su un’ottima seconda a uscire da sinistra di Wolf, consentono a Rublev di avere una terza palla break; ce ne sarà un’altra per il russo ma Wolf si aggrappa ancora al servizio che lo salva.
Si prosegue con il giocatore al servizio in completo controllo dei propri turni di servizi; Rublev diventa praticamente ingiocabile, soprattutto con la prima in campo e lo si nota anche dalla posizione di Wolf in risposta che diventa più distante dalla linea di fondo.
Sembra ormai deciso il parziale con Wolf che va a servire per chiudere sul 5-4. Rublev non ci sta e piazza due diritti vincenti, portandosi 15-30. Lo statunistense ci mette del suo sbagliando malamente una facile volée alta di rovescio che termina in rete. La seconda palla break è quella buona per il russo che sfoga la frustazione con un urlo liberatorio dopo aver rimesso in piedi il parziale. A questo punto era quasi inevitabile la conclusione del set al tie-break.
Il tie-break si apre con un ace di Rublev a cui segue una risposta di rovescio lungolinea ad apparecchiare il punto, chiuso col diritto a metà di campo. Il russo si mantiene sempre avanti nel punteggio e conclude la rimonta al secondo set point.
Dilaga Rublev nel secondo set
Inizia a perdere di brillantezza la palla di J.J. Wolf durante il secondo set, specialmente dalla parte del diritto. È comunque lui nel sesto gioco, il primo a procurarsi le prime due palle break del set; non sfruttate, entrambe per merito del servizio di Rublev che ha alzato anche il livello del diritto, per lo statunitense non c’è più scampo. Infatti, nel successivo gioco, la palla break è per Rublev: con una rispostona diagonale di rovescio, il russo mette letteralmente in ginocchio lo statunitense e l’ipoteca sulla partita.
Sotto 5-4, mentre il cielo sopra Miami inizia a rabbuiarsi, Wolf prova a restare agganciato al match e si porta 30-40 a suon di vincenti di diritto. Un provvidenziale ace di Rublev (16 in tutto il match), allunga il game; il russo commette il primo doppio fallo dell’incontro proprio nel momento meno opportuno, ma per sua fortuna, Wolf deposita il diritto fuori dal campo.
Non è ancora finita. Un rovescio lungolinea in corridoio, concede a Wolf la terza palla break, anche questa gettata dallo statunitense in risposta. L’ace da destra procura il primo match point a Rublev che chiude con l’ennesimo vincente di diritto (38 in totale). Ora, il russo attende il vincente tra Kecmanovic e Humbert.
[24] D. Shapovalov b. [PR] G. Pella 6-3 3-6 6-3
Nel primo incontro sul Butch Buchholz, il numero 24 del seeding, Denis Shapovalov deve faticare e non poco contro sé stesso e il suo avversario, l’argentino Guido Pella, in tabellone grazie al protected ranking che al primo turno aveva dovuto rimontare sul peruviano Varillas.
Il primo set è pratica facile per il canadese: portatosi avanti rapidamente 2-0, non ha più concesso a nulla all’avversario nei suoi turni di servizio, in cui concede una sola palla break nel momento di chiudere il parziale. C’è un grande divario di forze in campo con Shapovalov nettamente superiore rispetto all’avversario in tutte le zone del campo. La sicurezza e la facilità con cui il canadese ha messo a referto il primo parziale, parrebbero essere di buon auspicio per una vittoria agevole.
Invece, inizia il secondo set e parte il dramma a cui purtroppo Shapovalov ci ha spesso abituati e costretti ad assistere. Si distrae, comincia ad essere meno ordinato e va subito in difficoltà. Nel quarto gioco si fa rimontare da 40-15 e Pella ne approfitta mettendosi avanti nel parziale. Si scuote il canadese che reagisce immediatamente riprendendosi il break e si va a sedere sul 3-2 per l’argentino. Alla ripresa del gioco, crolla definitivamente il classe ’99 di Tel Aviv: subisce un altro break e il parziale è del giocatore più razionale in campo.
Nel terzo set, si rivede lo stesso Shapovalov del primo set, più concentrato e centrato. Si procura subito due palle per mettersi avanti ma l’argentino, sull’onda della rimonta appena conclusa, si difende bene e si mantiene in scia. Il break decisivo che consegna la vittoria al canadese arriva nell’ottavo gioco. Al prossimo turno, affronterà il vincente del derby a stelle e strisce tra Fritz e Nava.
E. Ruusuvuori b. [22] R. Bautista Agut 6-4 7-6(5)
Cade la prima testa di serie di questo secondo Master 1000 dell’anno. Roberto Bautista Agut, veterano del circuito deve cedere alla freschezza del giovane finlandese Emil Ruusuvuori. Lo spagnolo ha parecchio da recriminarsi, soprattutto nel secondo set in cui non ha sfruttato ben due set point per rimandare la pratica al set decisivo.
Il primo parziale prosegue con equilibrio fino nono gioco: Bautista spreca una palla game e alla prima chance, Ruusuvuori si fa trovare pronto, mettendo a segno break e chiudendo il parziale nel game successivo.
Il secondo set è caratterizzato da ben quattro break, due per parte. Il primo ad andare avanti 2-0 è lo spagnolo che si fa contro-brekkare nel game successivo. Al contrario succede nel quinto gioco, quando è il finlandese a mettere al testa avanti 3-2 ma non riuscendo a confermare il vantaggio, si rimette tutto in parità. Gli ultimi game sono concitati. Nel decimo gioco, Bautista Agut ha ben due set point sul servizio dell’avversario e nel game successivo è il finlandese a non sfruttare tre palle break.
Giunti al tie-break decisivo, lo spagnolo cede sul più bello e consegna il terzo turno a Ruusuvuori per 7 punti a 5. Ora attende il vincente tra Daniel e Zverev.
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Per Leylah Fernandez l’equilibrio è tutto nel gioco mentale del tennis
La giocatrice canadese avrà un ruolo di primo piano nel progetto sull’inclusività Come Play nato dalla partnership tra WTA e Morgan Stanley

di Andy Frye, pubblicato da Forbes il 6 marzo 2023
La stella nascente del tennis Leylah Fernandez ama ricordare agli appassionati e agli osservatori del tennis un particolare che è lampante per chiunque si guadagni da vivere in campo. Che il tennis è mentale quanto fisico.
“Io credo che, quando la mente decide, il corpo la segua”, ha detto la giocatrice canadese durante un’intervista la scorsa settimana. “L’aspetto mentale di questo sport è estremamente importante e sono estremamente fortunata. Cerco di godermi l’opportunità il più possibile.
Fernandez si è affacciata per la prima volta alla ribalta mondiale durante la finale persa agli US Open del 2021 e aveva fatto il suo debutto negli Slam all’Australian Open del 2020, che si è svolto tra la fine di gennaio e il primo weekend di febbraio 2020. Una settimana dopo quel primo grande debutto sul palcoscenico mondiale, Fernandez ha conquistato la più grande vittoria della sua carriera alla Billie Jean King Cup, battendo l’allora numero 5 del mondo Belinda Bencic nel turno di qualificazione.
Tuttavia, essendo una delle giocatrici più giovani del circuito, Fernandez afferma che nessun numero di ore in campo sia mai troppo, sia che si tratti di perfezionare il suo swing oppure di lavorare sulla forma generale. “Ho sempre voluto giocare a tennis (professionalmente) e non credo che questo sport abbia un impatto fisico negativo su di me”. Attualmente, la ventenne professionista WTA è classificata tra le prime 50, precisamente al numero 49 della classifica WTA. Ha anche in bacheca due titoli di singolare.
Alla fine della scorsa estate, la giocatrice canadese ha raggiunto il suo best ranking, al numero 13, dopo una serie di buone prestazioni, tra cui i quarti di finale raggiunti al Roland Garros del 2022. Sempre lo scorso anno anno fa ha vinto l’Abierto GNP Seguros 2022 a Monterrey, in Messico.
Fernandez, insieme a Coco Gauff e Qinwen Zheng, è una delle poche professioniste del circuito di età inferiore ai 21 anni. È forse per questo motivo che è stata scelta come portavoce principale nella nuova partnership della WTA con Morgan Stanley.
La scorsa settimana, la WTA e il gigante finanziario globale hanno annunciato una nuova partnership pluriennale per celebrare il 50° anniversario della WTA. L’associazione ha affermato in una dichiarazione che l’obiettivo della partnership consiste nell’evidenziare la crescente inclusività del tennis, nonché l’impegno nel far crescere la partecipazione delle donne al gioco.
“Con una visione condivisa per promuovere l’inclusività e ampliare l’accesso al gioco del tennis, entrambe le organizzazioni sono orgogliose di accelerare il loro impegno per promuovere il progresso delle donne nello sport”, ha affermato la WTA. Morgan Stanley diventa anche il partner di presentazione esclusivo dell’iniziativa Come Play della WTA, che propone programmi di tennis per incoraggiare le ragazze di tutte le età e abilità a condurre una vita sana e produttiva dentro e fuori dal campo.
Il programma Come Play fa leva sulla scelta da parte di Morgan Stanley di fare di Leyla Fernandez il suo Brand Ambassador in qualità di volto della pubblicità “See It To Be It” dell’azienda.
L’iniziativa ha lo scopo di ispirare i giovani a visualizzare il successo offrendo loro un modello con cui identificarsi.
“Sostenere la prossima generazione e dare a tutti una possibilità di successo sono impegni che condividiamo sia con Leylah che con la WTA”, ha affermato Alice Milligan, chief marketing officer di Morgan Stanley. “Questa nuova partnership rappresenta i nostri continui sforzi per aiutare le ragazze nello sport deltennis con gli strumenti vitali di cui hanno bisogno oggi per essere le nostre stelle di domani”. “Siamo veramente lieti di annunciare questa partnership con Morgan Stanley”, ha dichiarato il presidente della WTA, Micky Lawler. “Mentre ci sforziamo di creare un ambiente più diversificato e inclusivo per donne e ragazze, le nostre due organizzazioni non vedono l’ora di fare la differenza attraverso gli eventi della community Come Play durante l’HologicWTA Tour e nella creazione di contenuti che amplifichino questo importante messaggio”.
“Il tennis non è per sempre”, ha detto Fernandez parlando apertamente della sua carriera di atleta. Fernandez, che ha guadagnato poco più di 3,4 milioni di dollari in premi alla carriera dal 2019 ad oggi, ha affermato che, nonostante la sua giovane età, costruire la stabilità finanziaria è fondamentale. “Questa partnership darà ai giocatori fiducia, nell’educarci sulla stabilità finanziaria, e darà ai giocatori la fiducia di trovarsi in un ambiente stabile.
Inoltre, dopo lo sport e le nostre carriere, per aiutare i giocatori nel loro futuro.
In particolare, il programma Come Play invita le attuali giocatrici WTA, stelle in pensione e allenatori a partecipare a corsi di tennis e attività per ragazze al fine di “aiutare a costruire la prossima generazione di leader”, ha affermato la WTA.
L’iniziativa include anche l’alfabetizzazione finanziaria e le risorse di pianificazione per i giocatori, oltre a una serie di contenuti in eventi WTA selezionati e altro ancora.
Fernandez ha aggiunto di essere onorata di essere coinvolta nei continui sforzi della WTA per coinvolgere più ragazze nel gioco e di essere scelta come modello per i giovani interessati a questo sport.
Equilibrio: la chiave per un grande tennis?
La mancina, diventata professionista nel 2019, ha un bilancio impressionante di vittorie e sconfitte a partire da marzo 2023 con 130-82. Fernandez è anche un’appassionata tifosa di calcio e durante la nostra intervista dell’anno scorso ha dichiarato di essere cresciuta giocando a quello che il defunto Pelé una volta chiamava “o jogo bonito”.
Fernandez sottolinea anche che ha una vita al di fuori del tennis che, secondo lei, contribuisce al suo successo in campo. “Cerco di bilanciare un po’ la mia vita.Sì, gioco a tennis, ma sono anche una studentessa universitaria, e questo mi aiutato a separarmi dall’idea di essere solo una giocatrice di tennis”, ha aggiunto “Mi ha aiutato a rimettere a fuoco le priorità e a godermi le piccole parti della vita che non sono il tennis”.
Ma Fernandez riesce ancora a mantenere i rapporti con il suo primo altro amore sportivo, il calcio? “Sì, mi è permesso giocare”, ha detto, con un accenno di risata. “Sono fortunata ad avere allenatori che mi incoraggiano a praticare diversi sport.Diversificare aiuta nel tennis.Ogni volta che torno su un campo, tirare calci a un pallone con mia sorella aggiunge benefici al mio tennis”.
Traduzione di Alessandro Valentini
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Coco Gauff, dal tennis alle scarpe personalizzate: “Mi sento una privilegiata”
La 19enne americana ha espresso la sua opinione sulla musica in sottofondo durante le partite: ” Forse un po’ di rumore, lo gradirei”

E’ stata una vittoria autoritaria quella di Coco Gauff contro Rebecca Marino. La statunitense, che a Miami è di casa, affronterà al prossimo turno la russa Anastasija Potapova. Ecco la conferenza stampa post partita.
D: Coco, puoi parlare della partita e dei tuoi pensieri generali sulla tua prestazione?
COCO GAUFF: “Sì, oggi è stata una partita altalenante, onestamente. Molte pause. Ho fatto bene in risposta, considerando che è una grande battitrice. Sono davvero contenta di come ho giocato. Non è un’avversaria facile. Fa un sacco di colpi importanti, non ti dà molto ritmo. In un certo senso devi solo resistere”.
D. Quattro anni fa hai vinto la tua prima partita. Sei sorpresa di quanto hai ottenuto in così poco tempo?
COCO GAUFF: “Sì e no. Mi sento in un certo senso come se mi avvicinassi a ogni partita credendo di poter vincere. Quindi non sono sorpresa. Ma se faccio un passo indietro e guardo alle cose nell’insieme, sì. Sento di aver lavorato molto duramente. Quindi, quando vinco partite, sento decisamente di meritarmelo. Ma anche chi mi conosce sa che voglio sempre di più. In un certo senso, non sono soddisfatta”.
D. Come è nato ‘Homecoming’? Hai memorizzato le tue battute? Parlaci dell’intero processo.
COCO GAUFF: Quel processo non è stato come immaginavo. Siamo stati lì dalle 5 del mattino fino alle 8 di sera. Non mi ero resa conto di quante volte dovessi ripetere ogni scena più e più volte. Soprattutto nella prima scena dello spettacolo, che tecnicamente è l’ultima scena che abbiamo girato, ero davvero stanca. Fanno davvero un ottimo lavoro. Era tipo, Oh, mio Dio, è Coco Gauff. Sono solo seduta lì, l’abbiamo fatto tipo 20 volte, ti ho già incontrato tipo 30 ore fa (risate). Quindi sì. Ma penso che abbiano contattato e il mio agente abbia aiutato a organizzarlo. C’è il tennis incorporato nello spettacolo. È stato piuttosto interessante. Mi hanno descritto in modo non tennistico. Penso che la sceneggiatura fosse completamente adattata a come sono fuori dal campo, quindi è per questo che ero disposta a farlo. Era quasi meglio. So che la prima volta che avremmo dovuto filmare, avrei dovuto giocare a tennis. Ma mi sono qualificata per le finali WTA, quindi abbiamo dovuto cancellarlo e poi fare questo episodio. È stato davvero bello. Il cast erano persone davvero simpatiche. Geffri, Camille, tutte persone con cui lo rifarei solo per incontrarle di nuovo. Non so se lo rifarei per la parte della recitazione. Guardarmi in TV è stato probabilmente il dolore più straziante che abbia mai dovuto provare. Lo odiavo (risate). Mia madre ha un mio video”
Q. Per quanto riguarda Jimmy Butler, ami gli sport qui nel sud della Florida. Cosa ti viene in mente quando giochi sul campo dello stadio davanti a lui?
COCO GAUFF: Non lo so. Sento solo che entrare in campo è proprio una pazzia perché ho guardato le partite qui per tutta la vita. Beh, quando ho visto Jimmy Butler, voglio dire, è stato davvero bello perché adoro guardare gli Heat, sono la mia squadra. Ha quella mentalità, quella ferocia in lui, qualcosa che ammiro davvero molto. Spero che lui lo veda in me. Sì, ho anche incontrato un paio di giocatori della NFL che giocavano per i Bulls. Sono contenta che siano rimasti a guardare la mia partita. Non lo so, oggi onestamente penso che sia stata davvero una bella giornata, non per la vittoria, ma mi sento come se avessi il privilegio di quelle persone che mi guardano. Per loro volerlo fare, specialmente per uno sport come il tennis che generalmente la maggior parte di loro non capisce, è davvero fantastico.
D. Quanto è importante per te sentire la palla che colpisce le corde di un avversario per il modo in cui vuoi giocare il tuo colpo? Lo chiedo perché Frances Tiafoe ha sostenuto che dovrebbe esserci più libertà di movimento per gli spettatori.
COCO GAUFF: Ho visto quello che ha detto.
D. Come ti senti a riguardo?
COCO GAUFF: Dirò che in realtà ho fatto una esibizione con Ash Barty. Avevamo della musica in sottofondo per una parte dell’incontro. Sicuramente influenza il modo in cui segui la palla e il suo suono, di sicuro. Non so se saremmo in grado di farcela con la musica costante. Ma ho sempre detto che il tennis non ha bisogno di essere completamente silenzioso. Inoltre, crescendo, ho giocato al Pompey Park. Loro hanno sempre partite di baseball, allenamenti di basket, nuoto. Era così rumoroso laggiù. Mio padre mi ha sempre detto, fin da quando avevo otto o nove anni: non voglio mai sentirti lamentarti del rumore durante una partita. Non sono la giocatrice particolare che si lamenterà del rumore. Non so se potremmo usare musica a tutto volume. Ma è molto interessante quello che ha detto Frances. Sicuramente penso che sarebbe più divertente per i tifosi, specialmente allo stadio, ma non so come i giocatori potrebbero fare.
D. Che dire delle persone che si alzano e si muovono, l’aspetto del rumore da un lato, ma il movimento?
COCO GAUFF: Penso che il movimento sia sicuramente fattibile per me. Per me personalmente, non mi dà fastidio. Non mi importa se c’è qualcuno in giro o altro. A volte, se dico qualcosa, forse è solo per rallentare il ritmo della partita, ma non perché la persona sia effettivamente in piedi. Sarò onesta, a volte hai solo bisogno di un reset. Penso che il movimento sia sicuramente più tollerabile del rumore.
D. C’è qualcosa della tua ultima partita contro la Potapova che ricordi e che terrai in mente per la prossima partita?
COCO GAUFF: L’ultima volta che penso di averla affrontata è stata a Montreal. Sono abbastanza sicura che si sia ritirata in quella partita. Non la conto davvero perché non era completamente al 100%. Non ricordo quale fosse il punteggio. Non credo di poter davvero prendere qualcosa da quello nella partita di sabato.
D. Volevo chiederti della tua scarpa firmata, le CG1. Cosa ti ha spinto a dedicarti specificamente alle calzature?
COCO GAUFF: “Penso che soprattutto nel tennis non molte persone lo abbiano fatto. Ci sono pochissimi tennisti con la propria sigla. New Balance, onestamente, me l’ha portato. Ovviamente sono d’accordo se qualcuno vuole darmi la mia scarpa. È stato davvero bello. Non volevo che sembrasse una scarpa da tennis. Volevo avere, tipo, un po’ di atmosfera da campo da basket. Onestamente, le adoro. Non lo dico perché è la mia scarpa, perché ero una grande detrattrice quando è uscito il primo prototipo. Hanno funzionato molto bene con me. Il team di gioco di New Balance è incredibile. Sono stati in grado di apportare tali modifiche. Cercano sempre costantemente di evolversi”
D. Sei l’unica tennista in attività con la sua scarpa. Come ti fa sentire?
COCO GAUFF: Molto privilegiata. Voglio dire, sento che molti atleti in questo tour se lo meritano sicuramente, quindi mi sento molto privilegiata che New Balance mi stia dando questa opportunità, e lo apprezzo molto. Non so se forse un altro marchio l’avrebbe fatto, soprattutto per il mio impatto. Tutto ciò che indosso in campo, praticamente tutto ciò che ottengo da loro, probabilmente l’ho visto con un anno di anticipo e ho praticamente individuato ogni dettaglio che non mi piaceva. Sono molto felice che siano così accoglienti in quello che voglio. Molti marchi non sono sempre così con tutti i loro atleti. Sono grata di poterlo fare. Le persone che acquistano il prodotto possono in qualche modo capire quando un giocatore mette tutto se stesso in qualcosa. Penso che sia ciò che rende speciale il rapporto che ho con New Balance.