ATP Barcellona: Thiem piega Murray al terzo e trova Nadal

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ATP Barcellona: Thiem piega Murray al terzo e trova Nadal

L’austriaco si complica la vita nel secondo set ma gioca un grande match. Murray in ripresa ma incostante. In finale trova Rafa Nadal che ha regolato Zeballos

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[4] D. Thiem b. [1/WC] A. Murray 6-2 3-6 6-4

Dominic Thiem è il primo finalista dell’ATP di Barcellona, infatti il n.9 del mondo supera un incerto e falloso Murray, che è stato comunque avanti di un break nel terzo parziale. Un match tirato, pieno di errori e con qualche colpo spettacolare, ma che sancisce la crisi dello scozzese, incapace di reggere dal punto di vista mentale.

Pronti via ed il n,.4 del seeding ottiene il break in apertura, anche perché lo scozzese è molto falloso con il diritto e non riesce a contenere i colpi del suo avversario. Andy è chiaramente in fase di rodaggio, l’infortunio al gomito, sebbene sia stato superato, ha condizionato la preparazione atletica del n.1 del mondo. Dominic si limita al “compitino”; del resto sulla terra battuta il suo gioco è solido, convincente e letale perché difesa e offesa trovano il giusto compromesso. Già contro Ramos, il campione olimpico di Londra e Rio ha impiegato qualche minuto (un set nello specifico) per iniziare a trovare le giuste sensazioni. Dal canto suo l’austriaco mette il pilota automatico e comanda le operazioni senza affanni e ottiene anche un secondo break di vantaggio. Murray è troppo difensivo, eccessivamente passivo nella ricerca della palla e spesso ricorre al drop shot come elemento di disturbo. Finalmente arriva la reazione emotiva di Murray, che forse approfitta di un piccolo passaggio a vuoto del fin qui perfetto Thiem. Andy accorcia le distanze ma la montagna da scalare è ancora lunga, perché l’austriaco non allenta la tensione e spinge con autorità. Altro game di battuta di Murray ed altro break (il terzo nel parziale), troppo per qualsiasi tennista professionista figurarsi per un n.1 del mondo. Dominic, che ha perso i due precedenti 2-1 ma sul cemento, si aggiudica il set con un netto 6-2 e dà la sensazione di essere il padrone assoluto.

C’è da dire che Andy prova a cambiare l’inerzia del match cercando di spingere e di accorciare gli scambi, ma il diritto, da sempre barometro del suo stato di forma, continua ad essere un colpo poco incisivo e dalla gittata incerta. Lo scozzese lotta, ma fa molta fatica, soprattutto quando Thiem trova l’angolo con il rovescio e poi affonda lungolinea di diritto. Murray neutralizza due palle break in apertura di secondo set ma resta sull’orlo del baratro (e di una crisi di nervi). L’austriaco è un muro, perché quando c’è da difendere si mette dietro la linea di fondo e accetta di sacrificarsi, ma quando può affonda e tenta il vincente. Ora Andy è più regolare, più sciolto e meno ciondolante, ma è Dominic ad avere la chance di palla break, che tuttavia lo scozzese annulla facilmente. Improvvisamente Thiem si spegne, perché due errori banali e un doppio fallo portano il n.1 del mondo sul 5-3. Una situazione decisamente inaspettata se si considera l’andamento dell’intera partita.

Incamerato il parziale con il punteggio di 6-3, Murray trova il break in apertura, ma è un vantaggio effimero, in quanto l’allievo di Bresnik si riporta subito sull’1-1. Il tennista britannico è costretto agli straordinari, anzi è quasi un miracolo la volée con la quale neutralizza, nel quarto game, la prima palla break che avrebbe molto probabilmente portato l’austriaco alla vittoria. Tuttavia il break è questione di minuti, Andy scivola sotto 15-40 e poi commette un sanguinoso doppio fallo che certifica il 4-2 per l’austriaco. Ora si va a strappi, sono più gli errori che i punti spettacolari, la tensione irrigidisce i movimenti e 4 unforced di Dominic riportano Murray in carreggiata. Allo scoccare delle due ore di gioco siamo 4-4 e regna un equilibrio misto a paura, perché da un lato c’è il peso dello scozzese di dover dimostrare di essere un n.1 degno della propria storia, dall’altro c’è la scalpitante gioventù di Thiem, che è consapevole di poter dire la sua in questo torneo, ovviamente Nadal permettendo. La partita di Murray, fatta di errori e confusioni tattiche, può essere riassunta tutta nel match point di Thiem, che Andy affronta cercando un attacco velleitario di diritto. Dominic alza un lob che scavalca lo scozzese, che tenta una sterile corsa all’indietro ma ormai è tutto finito. L’austriaco raggiunge la finale e molto probabilmente sfiderà il nove volte campione del torneo Nadal.

[3] R. Nadal b. H. Zeballos 6-3 6-4

Come da previsione Nadal piega l’argentino Zeballos e cercherà la “decima” anche a Barcellona, ma dovrà fare i conti con Thiem, che è in grado di metterlo in difficoltà.

È stato poco più di un allenamento agonistico, troppa differenza tra i due tennisti e il precedente di Vina del Mar del 2013, in cui Horacio sconfisse Rafa al rientro dopo sette mesi di infortunio, non faceva molto testo. Nadal ottiene il break e gioca in controllo, ma nel momento di servire per il primo parziale offre tre opportunità di controbreak al suo avversario. Lo spagnolo non aspetta l’errore, anzi prende immediatamente in mano lo scambio e costringe il suo avversario alla difensiva. L’argentino non ha le armi per opporsi al “padrone” di casa, che in alcuni momenti allenta la presa e Zeballos sembra poter fare partita pari. Per un attimo il sudamericano si traveste da Nadal e con un passante in corsa fulmina il maiorchino ed ottiene due palle break, ma anche stavolta è tutto inutile, perché Rafa si concentra e centra il 2-2. Ora c’è un po’ più di equilibrio, ma questa situazione è dovuta ad un leggero calo dello spagnolo che ogni tanto si lascia andare a qualche errore evitabile. È un doppio fallo di Horacio sul 4-4 30-30 a compromettere tutto, infatti l’ex n.1 del mondo trasforma la palla break e poi chiude le ostilità sul definitivo 6-4.

Una partita tranquilla, con qualche sbavatura per il campione spagnolo, che è sembrato meno famelico del solito, ma comunque, escluse un paio di indecisioni, ha mantenuto i nervi saldi nei momenti di difficoltà. Ad attere il maiorchino, come detto, in finale sarà Thiem, che è sotto 2-1 nei precedenti sempre giocati sulla terra battuta. Sarà un test importante anche per Rafa che da Monte Carlo ha affrontato avversari abbastanza morbidi. 

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