Palmieri smentisce Fognini. Protestano i "paganti", Sky e… Fabio

Editoriali del Direttore

Palmieri smentisce Fognini. Protestano i “paganti”, Sky e… Fabio

ROMA – Tanti gli scontenti per la programmazione. Chi ha torto e chi ha ragione? Di certo nei vecchi tempi a Panatta davano più retta che a Fognini

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In risposta alla polemica innescata da Fabio Fognini riguardo all’orario del suo match contro Zverev (lui avrebbe preferito giocare di sera e non a mezzogiorno quando il campo è più veloce) il direttore del torneo Sergio Palmieri ha replicato così :“Gli orari e i campi delle partite vengono decisi di volta in volta in una riunione tra me, i rappresentanti di APT e WTA e i rappresentanti delle televisioni. Io ascolto e valuto eventuali esigenze particolari, le proposte di giocatori e televisioni, poi dico sì o no. Da Fognini non è arrivata alcuna richiesta sull’orario dell’incontro con Zverev, né è arrivata alcuna obiezione dopo che l’orario è stato ufficializzato”.

A quanto dice Palmieri, insomma, la polemica di Fognini sarebbe pretestuosa perché Fabio non avrebbe chiesto nulla. Certo che allora è vero che le frasi di Fabio risultano abbastanza incomprensibili. Si riferiva a vecchi episodi? E pensare che tutti avevano pensato che quell’orario… se lo fosse scelto Fabio per poter scappare prima a raggiungere Flavia. È anche vero che mercoledì sera l’orario è cambiato tre volte. E che la sua stesura finale, volta a far migliorare la programmazione sul Pietrangeli per vendere più ground a spese del “Next Gen”  ha scontentato parecchi che hanno ritenuto meno interessanti i match per i quali avevano pagato un biglietto ben più caro del ground. E non era contenta neppure la produzione di SKY: peggior orario per l’atteso duello Fognini-Zverev non si poteva studiare per l’audience televisiva. Fabio avrebbe voluto che gli bagnassero un po’ il campo, davvero molto secco (“Nel primo set è stato imbarazzante, non rispondevo mai”), ma non gli hanno dato retta.

Può sembrare che questo tipo di richieste sia anomalo. In realtà non lo è. In Spagna per i campi da calcio le squadre locali bagnano moltissimo i campi prima delle loro partite. Ma anche nel tennis ricordo che ai tempi di Panatta, Nastase e soci, i campi venivano spesso “trattati” per dare un aiutino ai giocatori locali. Giusto o non giusto che fosse. Di sicuro a Panatta davano più retta che a Fognini. Anche al momento del sorteggio – tutti lo sanno – c’era qualche lacchezzo. Una volta venne estratto un giocatore troppo forte per Adriano al primo turno – direi a Milano – e l’organizzatore Carlo della Vida  esclamò: “Ma questo non è possibile!”. Com’è o come non è… si procedette ad un altro sorteggio!

Era anche normale che il direttore di un torneo anno dopo anno scegliesse il tipo di superficie più adatta ai giocatori che avrebbe voluto vedere andare avanti. Dopo che dall’80 all’84 il torneo era diventato preda dei tennisti sudamericani, degli arrotini spagnoli dei “prodotti” di Bollettieri (dal 19080 Vilas, Clerc, Gomez, Arias, Gomez) Franco Bartoni, trasformò i lentissimi campi di quei giorni in campi super-rapidi, tant’è che vinse uno degli ultimi serve&volleyers Yannick Noah nel 1985. Poi ci sarebbe stato un ritorno a superfici più lente, e vinsero Lendl, Wilander, Mancini, Muster,Emilio Sanchez e Courier… e di nuovo altro cambio di velocità, ed ecco trionfare nel ’94 Pete Sampras che vinse uno dei pochissimi tornei sulla terra rossa grazie a quello. In finale Sweet Pete battè Becker, altro giocatore che giocava certo meglio sul veloce.

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