ATP Queen's: Lopez si bagna, Cilic rallenta. Ma la finale è loro

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ATP Queen’s: Lopez si bagna, Cilic rallenta. Ma la finale è loro

L’iberico e il croato battono Muller e Dimitrov in match da tre set e tanti cambi di direzione. Per gli sconfitti pioggia e rimpianti

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dall’inviato a Londra

“Non sento pressione extra, né ho più fiducia del solito” aveva detto Marin Cilic qualche giorno fa, quando si era ritrovato favorito per il titolo dopo un primo turno campionicida. A giudicare da come è andata la sua semifinale, si direbbe piuttosto che abbia subìto l’influenza di entrambe. Il croato, quarta testa di serie dell’ATP 500 più competitivo dell’intera categoria, è entrato in campo per la sua semifinale contro Gilles Muller forte di un sorprendente zero nella colonna delle palle break concesse nel torneo. L’unico precedente lo aveva vinto senza perdere né strappare il servizio, 7-6 7-6 a Rotterdam 2016, e il suo obiettivo nel peggiore dei casi doveva essere ripetere una simile scoreline.

La vittoria che vale una finale Cilic la ha ricevuta ugualmente, ma gli è stato necessario battagliare con i propri limiti oltre che con Muller. Fino al 6-5 nel secondo set, il match era stato in suo controllo: il break a metà primo parziale, ottenuto con un passante di rovescio; la minima reazione del lussemburghese al momento di servire l’1-0, arginata con ace e serve & volley; una superiorità smagliante negli scambi di media lunghezza, dimostrata a colpi di dritto topspin. Al servizio per assicurarsi un tie-break, che avrebbe potuto portarlo ad un successo ben più breve delle due ore e un quarto poi necessarie, il numero 7 del ranking si è visto però scippare un set più volte prossimo all’essere suo. Dopo aver rischiato grosso e annullato quattro palle break sparse, quasi sempre con l’ausilio della prima di servizio, Muller ha sfruttato il campo inumidito per mettere insieme il game di risposta migliore in cui potesse sperare…

Portato sullo 0-30 da un doppio fallo, il campione di Rosmalen ha colto una risposta vincente di dritto e successivamente ha indotto l’altro all’errore di rovescio, ottenendo quanto nessuno dei precedenti avversari di Cilic era riuscito ad ottenere: un break e soprattutto un set. Le esternazioni di rabbia del croato verso il suo box, pieno come un uovo, sono servite per reagire immediatamente al pericoloso imprevisto. Nonostante tre ace da sinistra gli abbiano impedito di breakkare in avvio di terzo set, pressando Muller e la sua “mania” di tenere i piedi attaccati alla riga Cilic ha ritrovato la leadership dell’incontro. Buoni spostamenti e risposte antipatiche per le volée hanno contribuito al suo break del 4-3, che un drittaccio comodo mandato in rete dall’avversario gli ha risparmiato dal dover difendere da nuovi break point. E sigillando quel vantaggio con un ace di seconda, è arrivata la terza finale al Queen’s dopo il biennio 2012-13.

Una coda di errori di Grigor Dimitrov ha decretato che sarà Feliciano Lopez a contendere a Cilic il titolo, costringendolo quindi ad affrontare terzo mancino di fila sui prati della regina. Dopo aver giocato un’enormità di game contro Berdych la sera passata, il dubbio principe della seconda semifinale era che “Deliciano” potesse dover saldare i conti della fatica col proprio fisico da trentacinquenne e perdere terreno in un eventuale match prolungato. Invece è stato il bulgaro a smarrirsi sulla lunga distanza, e a nulla gli è servito il ricordo della finale 2014, quando il Queen’s era ancora un ATP 250 e lui lo conquistò in tre tie-break salvando un match point: il colpo simbolo della sua identità tennistica, il rovescio a una mano, è venuto meno quando serviva invece qualcosa in più. L’autodistruzione a suon di unforced compiuta negli ultimi due game di battuta, entrambi persi, non sottrae comunque alcun merito a Lopez e al set che definisce “il migliore della mia settimana, al servizio e in risposta.”

La mezz’ora di sospensione per pioggia (la prima del torneo, fatto quantomeno stravagante per l’Inghilterra!) non ha scombinato le tattiche di nessuno dei due tennisti: Dimitrov ha proseguito con le rotazioni rapide e poderose con le quali aveva iniziato l’incontro, mentre Feliciano non ha abbandonato i back profondissimi e nei colpi a fil di nastro. I due ben distinti stili di gioco sono stati facili da riconoscere nei punti decisivi dei primi due parziali, con il 7-5 dell’iberico arrivato da un attacco in back a metà scambio e il 6-3 di “Grisha” preso a suon di “colpacci” da fondo che hanno fatto perdere il controllo della pallina all’avversario. L’ultimo set, in cui tali meraviglie avrebbero dovuto sublimare, è invece di fatto rimasto lì, aggravato sotto il peso di quegli sbagli bulgari.

“Sull’erba è questione di due o tre punti” ha ripetuto Lopez, dopo che Dimitrov aveva terminato di consegnargliene ben di più. Cilic domani dovrà vedersela con lui in finale, poi completare una semifinale di doppio interrotta e forse disputare anche una seconda finale. Due o tre punti perfetti basteranno per la coppa, ma soltanto a patto di giocare tutti i precedenti altrettanto bene.

Risultati:

[4] M. Cilic b. G. Muller 6-3 5-7 6-4
F. Lopez b. [6] G. Dimitrov 7-5 3-6 6-2

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