ATP Kitzbuhel: Fognini domina, si allunga la striscia positiva
da Kitzbuhel, Michelangelo Sottili
Fabio, fino a che punto pensi sia stato un vantaggio giocare a Gstaad prima di Kitzbuhel?
Parlando del match di oggi, sono certamente molto felice. È stata dura all’inizio, abbiamo perso il servizio due volte ciascuno, ma poi sono stato molto solido. Riguardo alle condizioni, a Gstaad è più difficile, l’altitudine è di 1000 metri, qua meno di 800. Oggi, mi sentivo davvero bene; ieri no, è stato un incontro diverso, probabilmente perché era il primo. Sono felice perché credo di star giocando bene. Domani ho un incontro molto difficile con un grande avversario. Spero di continuare così, ma sarò felice anche se perdo se gioco bene.
Cosa pensi del tuo avversario di domani, Kohlschreiber?
Quando sta bene, credo sia uno dei migliori del mondo sulla terra battuta. Ho vinto a Mosca lo scorso anno, ma l’ultima volta che abbiamo giocato (Sydney 2017, ndr) ha vinto lui. Comunque non importa, sono solo statistiche. Sarà difficile e penso che dovrò giocare come oggi o addirittura meglio per vincere. In questo momento, credo di giocare meglio di lui ma, una volta che sei in semifinale, vuoi arrivare in finale. Sarà un incontro interessante, cercheremo di giocare al meglio per conquistare la finale.
Hai chiesto un MTO: è qualcosa di serio?
No, è qualcosa che ho avuto per tutta la settimana a Gstaad e lo sento ancora. Ovviamente, ci si lamenta sempre quando si prova dolore quando si gioca, è ovvio. Eppure, qualche volta ne sono felice perché, se ho questo dolore, significa che ho giocato molti match, quindi ho vinto molto. Ho giocato due grandi settimane. A Umago ho perso dal vincitore del torneo.
Ma senti male quando giochi?
No, nulla. Ho qualche dolore quando faccio la torsione per servire, sono i muscoli del lato sinistro, sulla schiena, . Ripeto, sono contento di questi dolori perché vuol dire che ho vinto molto.
Nelle ultime settimane sei particolarmente motivato per via di tuo figlio?
Non so, probabilmente. La mia vita al di fuori del tennis è incredibile, sono un padre felice. Mi fa giocare meglio, probabilmente, non so. È una buona domanda.
Tuo figlio e Flavia sono qui?
No, purtroppo no. Sono venuti con me a Umago, ma da là a Gstaad è parecchio lunga, 770 km…
Così riesci a dormire meglio qui?
No, a Umago avevamo una villa con due camere separate. La notte prima degli incontri dormivo da solo in un’altra stanza.
Hai visto il trofeo? È un camoscio d’oro, penso che Federico (il figlio, ndr) apprezzerebbe.
Non solo Federico…
Perché hai detto che a Gstaad era più difficile? La superficie, la palla che volava di più…?
Sono più di 1000 metri, qui meno di 800. La differenza è piccola e grande: sì, anche qui la palla vola, ma hai più controllo. Anche perché i primi due o tre giorni a Gstaad il tempo era davvero brutto, pioveva parecchio e potevo allenarmi soltanto per 30-40 minuti al giorno. Ma alla fine ho vinto. È uno sport pazzo, ma anche bello.
Agostino Nigro – Vive e lavora a Napoli Nord. Ha costruito le sue scarse fortune tennistiche sul proprio rovescio, eppure vive di diritto.