Anderson: "Lorenzi è un combattente, sarà un match lottato" [AUDIO]

Interviste

Anderson: “Lorenzi è un combattente, sarà un match lottato” [AUDIO]

US Open, Kevin Anderson parla della sfida in ottavi contro Lorenzi: “Paolo sta trovando un buon feeling con la palla ed è uno che non molla mai. I miei idoli? Sampras e Ferreira”

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Che sensazioni stai provando quest’anno sui campi di Flushing Meadows?
Quando tutto va per il verso giusto ti senti bene, mentre quando le cose vanno male è a quel punto che devi iniziare a lottare. Finora per fortuna sono riuscito a mettere in pratica il mio miglior tennis e cerco di restare concentrato con il passare dei match. Negli ultimi due incontri sono riuscito a tirarmi fuori da alcune situazioni spiacevoli; non è mai bello essere sotto di un break. Sarebbe davvero fantastico se riuscissi a mantenere questo livello, comunque mi sento a mio agio al momento e so che qualsiasi sfida andrò ad affrontare la prenderò con il piede giusto.

Il tabellone dalla tua parte adesso è davvero apertissimo. Quanta attenzione stai dando alla cosa?
Sì, ho sentito dire che la parte bassa è più aperta ma comunque è una cosa relativa. Bisogna sempre scendere in campo e riuscire a battere alcuni dei migliori giocatori nel circuito per vincere. Al momento non guardo troppo avanti, mi concentro match dopo match. Il prossimo contro Paolo sarà duro. Abbiamo giocato insieme alcune volte e lui è un lottatore incredibile. Al momento sta trovando delle buone sensazioni con la palla.

L’ultima sfida con Lorenzi è stata quest’anno a Ginevra dove hai vinto 7-5 7-6. Cosa ti ricordi di quel match?
Sì, mi ricordo bene quel match, come suggerisce il punteggio è stato molto lottato. Lui servì bene e riuscì a crearsi un paio di buone opportunità. Paolo è uno che rincorre ogni palla e combatte fino alla fine e anche qui mi aspetto un match simile. Per quanto mi riguarda si tratta prevalentemente di focalizzarmi sul mio gioco e restare concentrato. Scenderò in campo tenendo a mente alcune cose dell’ultima partita giocata con lui.

Due anni fa eri entrato in top 10 anche grazie ai quarti di finale raggiunti agli US Open, ma quest’anno a causa di problemi fisici sei sceso un po’ in classifica.
Sì, i miei guai fisici sono iniziati in Australia con dei problemi al ginocchio e successivamente ho scoperto che quando c’è qualcosa che non va, il tuo corpo tende a compensare quella mancanza con qualcos’altro. E allora visto che non avevo molta forza nelle gambe ho iniziato a sforzarmi di più con la spalla e poi mi sono infortunato lì. Il 2017 è stato un anno difficile ma sento che il peggio è alle spalle e ho imparato delle lezioni di grande valore: ad esempio come gestire il mio corpo.

Questo è il torneo dello Slam dove hai fatto meglio in passato, come lo spieghi?
Qui gioco bene perché mi piace il torneo. Mi diverto a giocare sui campi in cemento e poi vengono anche tanti miei amici del College dell’Illinois a vedermi. Nel 2015 è stato speciale poter raggiungere qui i miei primi quarti di finale in uno Slam e riuscirci di nuovo sarebbe incredibile.

Abiti ancora in Sudafrica?
Al momento vivo in Florida e di solito torno torno in Sudafrica una volta all’anno, nel mese di gennaio. Lo scorso anno ci sono stato tra dicembre e gennaio perché dovevo fare della riabilitazione. È stato bellissimo poter rivedere la mia famiglia e i miei amici. Non è un posto facile da raggiungere. La mia più grande speranza è quella di essere in grado di ispirare i giovani ragazzi del mio paese ad entrare nel mondo del tennis.

Chi è stato invece ad ispirare te?
Da piccolo mi piaceva Sampras e provavo ammirazione anche per Wayne Ferreira, che è stato in top 10 per alcuni anni.

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