Interviste
Federer e Nadal: “È stato indimenticabile ma torneremo rivali”
Federer e Nadal per la prima volta insieme in conferenza stampa. Il Direttore li invita a cimentarsi nel doppio ma i due non sono convinti. Poi: “Magari lo facciamo in Italia se ci inviti!”

Sia per Roger che per Rafa, tutti erano in attesa di vedervi insieme in questo match di doppio. Com’è stato per voi giocarlo? Come vi siete sentiti a fare squadra per la prima volta nella vostra carriera?
Nadal: Innanzitutto è stato un giorno indimenticabile per entrambi. Dopo tutta la storia che abbiamo alle spalle come rivali, stare insieme dalla stessa parte del campo e lottare per la stessa squadra è qualcosa che ci è piaciuto molto. L’atmosfera per questo match e per tutto il weekend è stata fantastica. Il pubblico ceco qua a Praga è grandioso. Ci sentiamo molto fortunati a far parte di questo grande evento per la prima volta nella storia. Avere la possibilità di stare accanto a Roger per me è un grande privilegio. È qualcosa che ho sempre sognato che succedesse e oggi era il giorno ideale per realizzare questo desiderio. Avere Bjorn and John come capitani dei due team e giocare per l’Europa, avere un grande team dietro di noi è molto bello. Sono molto felice di essermi goduto questa giornata e ci siamo divertiti molto a giocare e vincere insieme.
Federer: Sono d’accordo (risate). Ha detto tutto lui. Anche per me è stato un bel momento. Ci siamo allenati una sola volta insieme, alle ATP Finals, penso. Quindi non avevamo molta pratica. Di solito non mostriamo molte cose all’altro. E saremo sempre rivali fino a che saremo in attività. Dopo la Laver Cup torneremo rivali, grazie a Dio, o sfortunatamente, mettetela come vi pare. Ma è stato davvero speciale. È stato un piacere enorme condividere il campo con Rafa. Sapendo che ti puoi fidare di lui nei momenti decisivi, vedere il suo modo di prendere le decisioni, come ragiona, è stato molto interessante e questi ricordi me li porterò dietro per tutta la vita, di sicuro.
Entrando nel match, avete sentito della pressione in più perché tutti parlavano di questo incontro e si aspettavano così tanto? Farete coppia di nuovo in qualche torneo?
Federer: È stato sicuramente un giorno diverso da tutti gli altri perché come hai detto l’attesa era tanta. La gente voleva filmare la nostra preparazione per averla con sé per sempre. Quindi mi sono detto: ‘va bene andremo là fuori e lo faremo’. Normalmente si ha più privacy ma a causa di tutta questa attenzione ci si focalizza prima. Per questo non sono andato a vedere Tomas, sfortunatamente, e ci stavamo preparando e discutendo dei movimenti e delle tattiche. E so che le persone, magari quelle che non seguono sempre il tennis, non avrebbero potuto capire una nuova sconfitta. Tutti si aspettavano solo la vittoria da noi ma è complicato. Abbiamo giocato indoor contro ottimi giocatori di doppio, dotati di un gran servizio. E il mio ultimo doppio è stato così tanto tempo fa che facevo fatica a ricordarmi come posizionarmi a rete. Ma siamo andati bene.
Nadal: Non sei andato male…
Federer: Sono stato molto fortunato in una volée sulla palla break. Quella volée non doveva andare dov’è andata.
Nadal: Una grande volée smorzata!
Federer: Sì guarda, proprio una grande volée smorzata. Chiede a Jack Sock cosa ne pensa. Comunque forse giocheremo di nuovo in doppio insieme. Non lo sappiamo.
Ci sono molti elementi della Laver Cup, dei quali la gente parlerà ma pensi che voi due in doppio insieme sarà l’highlight della competizione quando si parlerà di questo fine settimana?
Federer: Avvicinandomi alla Laver Cup mi è sembrato che fosse quello che tutti volevano vedere e del quale parlavano. Ora che è successo penso che avremo dei grandi filmati e foto. Noi due insieme, con i nostri tifosi obbligati a stare insieme, penso che fosse interessante. Però allo stesso tempo è stato un successo in generale. Non siamo qua solo per giocare il doppio e stare nello stesso team. È una celebrazione del tennis e della leggenda di Rod Laver. Avere Bjorn e John qua rende tutto più epico. Per quanto mi riguarda, l’intero evento è più importante di noi che giochiamo in doppio ma è stato decisamente un momento molto importante per entrambi.
Ubaldo. Siete stati entrambi vincitori di medaglie d’oro olimpiche in doppio. Roger ti ci vedi dopo il 2020 giocare solo in doppio vista l’età un po’ troppo avanzata per il singolo? E Rafa tu avrai 34 anni in quel momento. Potresti giocare il doppio, solo il doppio, insieme a Roger?
Federer: È una grande idea (risate). Diventerai svizzero e così potremmo giocare insieme alle olimpiadi? O io diventerò spagnolo, non so.
Ubaldo. Non mi riferisco alle Olimpiadi ma agli Slam.
Federer: No quello non succederà per quanto mi riguarda.
Nadal: E se non va bene a te, di sicuro non può funzionare.
Federer: Non penso. Ma non voglio distruggere le tue aspettative.
Nadal: Beh io ci stavo pensando (risate). A parte gli scherzi non penso dia una buona idea. Siamo giocatori di singolo ed è difficile immaginare che possiamo continuare a giocare in doppio dopo che abbiamo smesso in singolo.
Federer: Lo faremo per te. Forse per cinque anni.
Nadal: Lo possiamo fare in Italia se ci inviti!
Guardando a domani, quali pensate siano le chance di vittoria dell’Europa? Ovviamente avete un grosso vantaggio ma i match varranno tre punti. Giusto per sapere la vostra opinione.
Federer: Sembra un grosso vantaggio. Siamo ad una sola vittoria dall’andare allo spareggio giusto?
Nadal: Esatto una sola vittoria per arrivare a 12 punti. E se ne vinciamo una e perdiamo le altre 3 andiamo 12 pari e si gioca il supertiebreak.
Federer: Spero tu abbia fatto i calcoli a modo. Quindi si stratta di due vittorie. Sembra che siamo vicini ma due vittorie sono ancora tante, specialmente considerando quanto sono stati equilibrati i match in questo fine settimana. Siamo fortunati ad essere in vantaggio 9 a tre ad essere onesti. Non mi sembra che abbiamo dominato il fine settimana, sapete cosa intendo. Considerando il ranking eravamo favoriti ma giocare indoor contro questi grandi servitori non è facile e tutto può succedere.
Nadal: La penso anche io così. Domani sarà dura perché loro daranno tutto sapendo di dover rimontare. Ogni match che perderemo all’inizio della giornata gli darà fiducia ed energia positiva. E loro sono giovani. Hanno il gioco per esprimersi bene in questa superficie. Come ha detto Roger, siamo stati fortunati. Tutti i match sono stati equilibrati. Domani sarà dura vincere la metà dei match sapendo come sono andati gli altri.
Federer: Mi piacerebbe sollevare il torneo con Rafa e il resto della squadra europea. È un trofeo bellissimo e ci siamo vicini
Stavo pensando, vi piace fare le conferenze stampa insieme a qualcun altro? In Formula 1 tutti i rivali si siedono uno vicino all’altro e si parlano direttamente. Potete immaginarlo di farlo sul tour, prima di un incontro magari?
Federer: Posso immaginarlo ma non sarebbe una buona idea. Certo risparmieremmo del tempo ma sono scettico. Penso che quando qualcuno non è lì non hai bisogno di essere così attento a quello che dici. Voi volete la verità e volete che noi diciamo quello che pensiamo. Se qualcuno è seduto di fianco e senti che ti può prendere a sberle se parli male di lui non è il massimo. Oggi va bene. Abbiamo vinto e siamo felici e rilassati. Ma no ora che ci penso sarebbe strano fare una conferenza in cui parliamo di come abbiamo giocato. Sarebbe surreale. Cosa ne pensi Rafa?
Nadal: Per voi sarebbe interessante no? Probabilmente per noi sarebbe dura perché non ci sentiremmo al 100% liberi di dire quello che pensiamo e quindi non potremmo essere onesti.
LA CONFERENZA IN VIDEO
Flash
WTA Miami, Kvitova: “Vincere un grande torneo alla mia età è la cosa più bella”
Petra Kvitova dopo la vittoria: “Mi sono detta che prima o poi Elena avrebbe perso un tie-break in stagione. Ora non posso stare a guardare il trofeo, devo rimettermi al lavoro per tentare di vincere ancora”

Petra torna a vincere. A 33 anni, la campionessa ceca spezza il sogno del Sunshine Doubles di Elena Rynakina e solleva il nono trofeo di un Masters 1000, dopo quello di Madrid 2018. È il 30esimo sigillo in carriera per lei, due volte campionessa a Wimbledon ed ex n. 2 del mondo. Una corsa già iniziata ad Indian Wells (fermata al terzo set da Sakkari ai quarti di finale) dove aveva espresso un ottimo tennis che è riuscito poi ad esplodere a Miami, fino alla vittoria, contro ogni pronostico. Ecco le dichiarazioni di Petra nella conferenza stampa post partita.
D: Cos’hai pensato durante il match, in particolare nel primo set?
“Certamente il tie-break è stato decisivo oggi. Penso sia il più lungo che abbia mai giocato in vita mia. Non è facile giocare con Elena come sono riuscita a fare oggi. Sono davvero felice, ed esausta, ma soprattutto felice”.
D: Hai vinto tantissimi titoli ma mai a Miami, per quale motivo? Forse a causa del caldo?
“No, non è assolutamente per il caldo, anche se odio il caldo. Ma chi lo sa? No, penso di aver giocato davvero bene a Indian Wells e ho continuato a farlo qui, cercando di concentrarmi su ogni match. Ho avuto avversarie molto forti durante il torneo, come Elena. Il servizio mi ha aiutato molto, i campi sono un po’ più veloci, così come le palline, e questo favorisce il mio gioco”.
D: Hai menzionato ieri i tuoi alti e bassi nella tua carriera. Guardando indietro, cosa ti ha spinto a superare queste fasi, soprattutto quelle più difficili? Come sei riuscita a vincere di nuovo? Hai detto che ami il tennis….
“Anche nei momenti di successo, è dura rimettersi al lavoro. Nei momenti difficili ti senti triste e vorresti fare meglio. E quindi si torna in campo per tentare di diventare una giocatrice migliore. Sì, amo il tennis, ma penso sia anche la motivazione di fare sempre meglio e, siccome ho avuto molti momenti positivi, sono sempre stata motivata per averne ancora. Vincere una finale è la più bella sensazione che tu possa avere. È questo che amo di più, la sensazione della vittoria”.
D: Hai detto che questo tie-break è stato forse il più lungo della tua vita. Quanto è importante questo risultato per affrontare i prossimi mesi, considerando che si tratta del titolo più importante per te in cinque anni?
“Prima della finale, avevo letto che Elena non aveva mai perso un tie-break nella stagione fino ad ora. Mi sono detta che dovevo servire bene. Eh, boom, ecco un tie-break. Cosa avrei fatto adesso? Mi dicevo che prima o poi avrebbe perso anche lei un tie-break in stagione. Così ci ho provato.
Ci sono stati mini-break, ho perso del tutto il controllo di chi stava servendo. Mi dicevo di essere aggressiva e di non aspettare un suo errore. Per il resto, non ho idea di come andrà il resto della stagione. Sono felice di aver vinto e non me lo aspettavo. Sto giocando un buon tennis, prendo il positivo di tutto ciò sapendo che posso competere con le migliori. Ora c’è la terra e poi l’erba. Il mondo del tennis va veloce, e non posso stare qui e guardare sempre il mio trofeo, devo andare avanti, come fanno tutti. Significa molto per me che, anche alla mia età, sono in grado di vincere un grande torneo. Questa è la cosa più importante”.
D: Avere 10 o 11 anni più della tua avversaria è stato decisivo oggi? Pensi di aver utilizzato la tua esperienza in alcuni momenti?
“Onestamente, penso che la mia esperienza abbia svolto un ruolo importante oggi. Ho disputato così tante finali. So che posso giocare bene in finale, poco importa chi ho di fronte. Mentalmente questo è molto importante per me. Le giovani ci saranno sempre, è difficile affrontarle sempre (ride), è molto stancante. Anche Elena è giovane e quindi è dura gareggiare con tutte loro, ma è stato bello giocare con Sorana prima. Ci conosciamo da tanti anni, è fantastico”.
Flash
WTA Miami, Rybakina riflette dopo il ko: “La stanchezza ha inciso. Russi a Wimbledon? Giusto così”
La kazaka si ferma a un passo dalla doppietta: “Avessi vinto il primo set forse sarebbe finita diversamente, ma complimenti a Petra”. Ora la Billie Jean King Cup, poi la terra rossa: “Ho fiducia di poter fare altrettanto bene”

Niente Sunshine Double per Elena Rybakina, che si è fermata a un passo dalla doppietta Indian Wells-Miami con la sconfitta in finale contro Petra Kvitova. Un’ulteriore dimostrazione di quanto l’impresa riuscita un anno fa a Iga Swiatek sia difficile sotto tanti punti di vista: la kazaka, peraltro, aveva già dato qualche segnale di affaticamento nella semifinale contro Jessica Pegula. Ecco le sue parole in conferenza stampa dopo la partita.
D: Elena, dicci i tuoi pensieri sulla finale.
RYBAKINA: “C’è stato un primo set molto duro, e questo ha fatto la differenza all’inizio del secondo set. Sono comunque felice, in generale, delle settimane che ho avuto. Non sono molto soddisfatta di come ho giocato il secondo set della finale, ovviamente, ma in generale è stato un mese positivo qui negli USA”.
D: Dopo la grande quantità di partite che hai giocato nell’ultimo mese, pensi abbia pesato la stanchezza?
RYBAKINA: “Ovviamente mi sentivo stanca, già da dopo Indian Wells, direi. Ho semplicemente cercato di andare oltre, dando tutto quello che avevo. Forse se avessi vinto il primo set sarebbe andata diversamente nel secondo, ma essendo stanca, non ho avuto la giusta disciplina mentale in certe occasioni. Ho preso alcune decisioni stupide, ma in generale Petra ha giocato bene”.
D: E’ stato un grande mese per te. Guardando alla stagione su terra battuta, pensi di poter essere pericolosa come lo sei stata sui campi in cemento quest’anno?
RYBAKINA: “Penso di aver avuto buoni risultati in passato sulla terra. Per questo credo di potere giocare bene. Il tema è stare bene e rimanere motivata, perché quando giochi così tante partite, non è facile fare tutti questi viaggi. Mia sorella è qui per aiutarmi a non pensare solo al tennis. Dovrò fare una buona preparazione. Non ho molto tempo, ma penso di poter fare buone cose”.
D: Cosa pensi della decisione di Wimbledon di ammettere giocatori russi e bielorussi?
RYBAKINA: “Non sapevo di questa novità. Penso che la situazione sia questa in tutti i tornei, era l’unico Slam dove non potevano giocare, ma ovunque giocano senza bandiera. Penso sia stata una giusta decisione”.
D: Hai in mente di giocare anche la Billie Jean King Cup? Affrontate la Polonia senza Swiatek.
RYBAKINA: “Non sapevo che Iga non ci sarà. Comunque la Polonia ha diverse ottime giocatrici. Sarà dura. Al momento l’intenzione è quella di giocare”.
D: Hai infilato una serie di 13 vittorie senza sconfitte. Lo stesso aveva fatto Sabalenka. Swiatek invece l’anno scorso ne ha fatte di più. Quale parte di una striscia così è la più difficile?
RYBAKINA: “Quello che ha fatto Iga non è per nulla facile. Ovviamente però arriva un giorno in cui perdi. La parte più difficile è quella fisica, perché viaggi un sacco e le condizioni cambiano rapidamente”.
Flash
WTA Miami, Kvitova dice la sua sulla decisione di Wimbledon: “Capisco la scelta ma avevo apprezzato di più il ban dell’anno scorso”
In finale contro Rybakina Petra si gioca anche la possibilità di tornare in top 10 e dice: “Rispetto a quando ero più giovane, sono più felice quando vinco”

A 33 anni Petra Kvitova ha ancora tanta voglia di giocare a tennis e vincere. E sebbene durante la sua carriera abbia raccolto diversi risultati prestigiosi, c’è ancora spazio per alcune prime volte. Quella di stasera contro Elena Rybakina sarà infatti la sua prima finale a Miami. Ma soprattutto, dopo qualche anno passato più nell’ombra, ma comunque sempre restando nell’élite del circuito femminile, Petra ha la possibilità di riprovare sensazioni già vissute in passato: in caso di affermazione sulla kazaka tornerebbe infatti tra le prime 10 giocatrici del mondo per la prima volta da settembre 2021 e conquisterebbe nuovamente un titolo 1000 dopo cinque anni. E lei stessa dice che il sapore della vittoria è più gustoso adesso che agli inizi della sua vita tennistica: “Quando ero più giovane, non pensavo così tanto come faccio ora. Non avevo niente da perdere e mi limitavo a colpire da tutte le parti, e a volte entravano in campo. Quindi penso che adesso sia mentalmente un po’ più faticoso, ma d’altro canto, sono più felice quando vinco”.
Oltre a parlare del suo match di semifinale contro Cirstea e della sua prossima avversaria, rispondendo a una domanda sulla decisione di Wimbledon di riammettere i giocatori russi e bielorussi, Petra si è anche esposta su questo tema piuttosto bollente: “Ho sempre espresso la mia posizione contro la guerra. Sicuramente sono più preoccupata per il popolo e i giocatori ucraini. Mi rendo conto che l’anno scorso Wimbledon ha avuto un momento difficile con la rimozione dei punti per via dell’esclusione di russi e bielorussi e russi. Però ho apprezzato molto la scelta dell’anno scorso e penso che non dovrebbero essere ammessi, nemmeno alle Olimpiadi che esistono proprio come simbolo contro la guerra. Su questo sono dalla parte dell’Ucraina”.
Di seguito le altre risposte di Kvitova in sala stampa.
D: La partita sembrava stesse andando dalla parte di Cirstea, era in vantaggio 5-2, 0-30 sul tuo servizio, poi 5-4, 40-15. Cos’è successo poi? È stata lei a innervosirsi o sei stata tu a prendere in mano la situazione?
KVITOVA: Probabilmente un po’ entrambe le cose. Sui due set point per lei ho messo in campo due buone risposte. E lei ha sbagliato un po’. Poi ho mantenuto lo slancio e ho servito meglio. Questa è stata sicuramente la chiave, perché lei ha servito molto bene per tutto il match. È stato molto difficile.
D: Non avevi mai superato i quarti di finale qui, cosa c’è di diverso questa volta?
KVITOVA: Credo di aver giocato abbastanza bene già a Indian Wells. Perdere nei quarti di finale lì mi ha fatto male, è stata una partita molto dura contro Maria [Sakkari, ndr]. È stato difficile archiviare la sconfitta. Quando sono arrivata qui stavo un po’ meglio e mi sono sentita subito bene in campo. Naturalmente le condizioni non sono uguali, ma mi piace anche di più qui. Il campo è un po’ più veloce e le palle viaggiano. E il mio servizio sta funzionando molto bene.
D: Hai affrontato Elena [Rybakina, ndr] due volte negli ultimi sei mesi. Una vittoria e una sconfitta. Lei sta giocando molto bene in queste settimane. Come vedi la partita di domani [oggi, ndr]?
KVITOVA: Sì, sta giocando molto bene, ha vinto a Indian Wells ed è arrivata in finale anche qui. Sicuramente è un risultato importante. È una big server e una grande colpitrice. Anche io lo sono quindi dipenderà tutto da come riusciremo a gestire la pressione dell’avversaria.
D: Hai raggiunto la tua prima finale WTA 1000 12 anni fa e ora ci sei tornata. Cosa pensi che dica di te questo e quanto sei orgogliosa di essere stata in grado di raggiungere queste grandi finali, di ottenere questi grandi risultati nell’arco di tutta la tua lunga carriera?
KVITOVA: Beh, credo di non essere mai stata una giocatrice costante, devo dire. Più che altro ho avuto tanti alti e bassi per tutto il tempo. Forse adesso sono più esperta. Sicuramente sono orgogliosa per come ho gestito queste partite qui, soprattutto quando mi sono trovata in svantaggio nei vari set. Questo è davvero importante.