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Editoriali del Direttore

Federer e Nadal all’O₂ Arena non ci sono

La stampa inglese, orfana di Andy Murray, si rifugia nel fratello Jamie. Dimenticati Federer e Nadal, con i motivi del loro eterno duello

Last updated: 14/11/2017 11:13
By Ubaldo Scanagatta Published 13/11/2017
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8 Min Read
Rafa Nadal e Roger Federer - Laver Cup 2017 (via Twitter @LaverCup)

LONDRA – Meno male che spesso si cita la stampa dei grandi giornali inglesi come un modello. Non mi riferisco certo ai tabloid, al Sun che ancora mette donne procaci in terza pagina, ma alle testate tradizionalmente più rispettate, il Times, il Daily Telegraph, e fra i tanti tabloid il Daily Express è forse quello più rispettabile e rispettato.

Un anno fa arrivai qui a Londra all’inizio del Masters ATP, o le finali ATP che dir si voglia, e su tutti i giornali campeggiava la foto di Andy Murray. Spesso a tutta pagina, nel peggiore delle ipotesi, mezza pagina. Ma c’era in bella mostra anche quella del n.1 del mondo Novak Djokovic che lo scozzese avrebbe potuto detronizzare se fosse riuscito a vincere il torneo. Cosa che in effetti accadde. Murray non spopolava soltanto nelle prime pagine dello sport, ma anche in quelle dell’intero giornale, quale che fosse la testata. La seconda parte della sua stagione era stata fenomenale, un’entusiasmante cavalcata che gli aveva fruttato un’incredibile messa di punti. Una serie fantastica tipo quello che nei primi mesi aveva visto protagonista Djokovic. Se i giornali titolavano di sorpassi non erano quelli di Lewis Hamilton, ma di Andy Murray a spese di Djokovic. Non si scriveva quasi di altro.

Un anno dopo mi ritrovo di nuovo a Londra per lo stesso torneo. Ok, Andy non è in gara, Nole Djokovic neppure, ma… suvvia, ci sono Roger Federer e Rafa Nadal, due leggende del terzo millennio, due rivali storici, il n.1 del mondo di Maiorca e il n.2 di Basilea. Roger è un idolo dovunque nel mondo, si dice che tale è il sostegno di cui gode che è come se giocasse sempre in casa. Tutti (o quasi) tifano per lui, ovunque fuorchè forse in Spagna, e quante volte si è scritto (mille volte!) che Wimbledon e l’All England Club dove lui ha trionfato a luglio per l’ottava volta altro non è che “il giardino di casa Federer”? Nadal, dal canto suo, in Church Road ci ha vinto 2 volte, compresa quella che viene ricordata fra le partite più belle di tutti i tempi nel 2008, quando battè proprio Roger 9-7 al quinto.

Vabbè, la faccio breve. Ieri arrivo all’aeroporto di Heathrow e compro subito 3 giornali, Times, Daily Telegraph e Daily Mirror, più il Sun perché lo danno gratis (non per le donnine procaci in terza pagina). Ricordo ai distratti che ieri pomeriggio nel torneo dei Maestri che non conosce altro che ripetuti sold-out nella magnifica 02 Arena a North Greenwich (nonostante i prezzi da capogiro), doveva giocare subito Sua Maestà Roger Federer contro l’americano Jack Sock, il vincitore a sorpresa dell’ultimo Masters 1000, il torneo di Parigi-Bercy. Il campionissimo contro l’imbucato. E alla sera il programma prevedeva la discesa in campo dell’esordiente più atteso, il NextGen più titolato, quello che ha vinto due Masters 1000 a 20 anni e che è n.3 del mondo alle spalle dei due marziani: il lungo tedesco Sascha Zverev, campione del Foro Italico.

Ebbene di Federer, di Nadal, di Zverev, sui giornali inglesi non si trova traccia. Altro che foto a tutta pagina. Ignorati totalmente. E poi si dà di provinciali ai nostri quotidiani.

Il Daily Telegraph, che ho fotografato con il mio telefonino – scusatene la qualità – fa un titolo a nove colonne su Louis Cayer. Chi è Louis Cayer? E’ nientepopodimeno che l’allenatore di Jamie Murray, il fratello maggiore (31 anni) e più scarso di Andy… quello che nel 2012 voleva smettere di giocare perché non vinceva mai. Il contrasto con Andy che quell’anno a Wimbledon conquistò l’oro olimpico prima di vincere anche l’US Open, era davvero così stridente, imbarazzante e tale da complessarlo pesantemente. Sennonchè mamma Judy dall’occhio lungo vigilava. E persuase Jamie a mollare le sue aspirazioni di singolarista per dedicarsi anima e corpo al doppio. Ebbene Jamie Murray quattro anni dopo sarebbe diventato il n.1 delle classifiche mondiali di doppio insieme all’australiano James Peers e ora che fa coppia invece con il brasiliano Bruno Soares è numero 4 e partecipa per la seconda volta alle finali ATP all’02 Arena.

Dei 24 tennisti in gara qui, otto singolari e sedici doppisti, lo scozzese senior è l’unico Brit. E uno che non si è davvero pentito di dare ascolto alla mamma. Solo quest’anno ha guadagnato oltre mezzo milione di euro, più i cospicui gettoni di presenza per la partecipazione alla Coppa Davis (che lui con Andy ha contribuito a far vincere alla Gran Bretagna nel 2016, dopo un digiuno di 80 anni) e 130 mila euro grazie a due trionfi nel doppio misto di due Slam insieme a Martina Hingis. Lei ora ha deciso di ritirarsi, quando è ancora sulla cresta dell’onda, n.1 in doppio femminile, lui non ci pensa neppure: “In doppio si può giocare a lungo, voglio provarci fino a 40 anni”.

Ma, insomma, mentre il Daily Telegraph non trova di meglio che pubblicare la foto del proprio inviato di tennis Simon Briggs con Jamie Murray, entrambi con la racchetta in mano (ma Briggs la palla la prende molto poco, chissà che gli dirà Jamie), sul Daily Mail c’è il titolo sfrugugliante “Uno dei fratelli Murray pronto a giocare fino a 40 anni”, perché fa riferimento alla situazione molto incerta di Andy che forse dopo lo stop di Wimbledon potrebbe anche saltare il prossimo Australian Open. Un minuscolo trafilettino pubblica il programma domenicale sulla destra di una foto di Andy Murray che, dopo un’apparizione a sorpresa alla 02 Arena per allenare Dominik Thiem, non ha ancora deciso – come Djokovic – quando riprenderà a battersi per il ranking e i titoli che gli mancano.

Delle finali ATP niente di più, di Federer zero, di Nadal idem. Figurarsi gli altri. Ma siamo sicuri che siano a Londra? Ah beh, sì, si è visto Federer battere in due set poco entusiasmanti Sock, e anche Zverev superare in 3 Cilic. Chissà se domani i giornali inglesi metteranno i risultati. Ma siamo proprio sicuri che la British Press sia la migliore del mondo?


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