In un match epico e di altissima qualità tecnica, dopo quasi cinque ore, il 34enne Gilles Muller fa lo sgambetto a uno dei grandi favoriti di Wimbledon 2017. Rafa Nadal, entrato nella leggenda del tennis con la sua Decima al Roland Garros era, insieme a Roger Federer, uno dei pretendenti al trono del major londinese. Ma Rafa deve fare i conti con uno scatenato e ispiratissimo Muller che, per la seconda volta in carriera (la prima vittoria su Rafa è avvenuta nel 2005), lo sconfigge sui prati di Church Road. Un exploit pazzesco che conferma il momento magico del tennista del Lussemburgo che, già all’inizio dell’anno, vive il miglior momento della carriera aggiudicandosi i suoi primi due titoli, a Sydney e a Bois-le-Duc. Issandosi ai quarti a Wimbledon, non solo Gilles prosegue la corsa verso il best ranking e la best season, ma estromette dal torneo il campionissimo di Manacor, reduce dallo storico trionfo parigino e dalle vittorie a Montecarlo, Barcellona e Madrid. Non solo. Muller diventa il secondo tennista (l’altro è Federer) capace di battere due volte Nadal a Wimbledon, ma, soprattutto, “intacca” il percorso netto di Rafa negli slam del 2017 poiché, battendolo agli ottavi a Londra, gli impedisce di fare l’en plein delle presenze nelle finali major. Nadal infatti disputa la storica finale dell’Australian Open contro Federer; trionfa a Parigi contro Wawrinka e, successivamente, vincerà anche quella di New York con Anderson.
IL PRE-PARTITA
Rafael Nadal arriva a Wimbledon sull’onda dello storico successo parigino. Dopo lo show in Australia di cui è stato protagonista insieme a Roger Federer (assente poi nella tournée sul rosso), lo spagnolo è l’indiscusso grande dominatore della stagione sulla terra, grazie alle vittorie a Montecarlo, Barcellona, Madrid e all’exploit di Porte d’Auteuil. A Church Road è dunque uno degli uomini da battere. I primi tre turni si rivelano quasi una formalità poiché Rafa liquida agevolmente in tre set Milman, Young e la nuova stellina Kachanov. Gilles Muller, dal canto suo, approda al tabellone dello slam londinese da testa di serie n. 16, dopo i bei successi a Sydney e a Bois-le-Duc, rispettivamente contro Daniel Evans e Ivo Karlovic. Il 34enne del Lussemburgo supera in tre set Fucsovics ma fatica moltissimo al secondo turno con Lukas Rosol, uno dei giustizieri di Nadal a Londra (2012). È proprio sull’erba che il ceco riesce spesso a esprimere il suo miglior tennis e con Muller darà vita ad una battaglia interminabile, vinta poi da Gilles 9-7 al quinto set. Prima di incrociare la racchetta con Nadal agli ottavi, il lussemburghese supera alquanto agevolmente Aljaz Bedene. Chi accederà ai quarti di finali dovrà vedersela con Marin Cilic (che poi approderà alla finale) e, eventualmente, in prospettiva, ritrovarsi poi con Murray al penultimo round del torneo. Non sarà così perché lo scozzese cadrà poi ai quarti per mano dell’altra grande sorpresa del torneo, Sam Querrey.
LA PARTITA
[16] G. Muller b. [4] R. Nadal 6-3 6-4 3-6 4-6 15-13
Uno vero e proprio show di quasi cinque ore manda in visibilio il pubblico del Centre Court. Gilles Muller gioca la partita della vita con uno dei due immensi protagonisti della stagione (l’altro è ovviamente Roger federer), con colui che, ancora una volta, terminerà l’anno da n. 1 del mondo. Il lussemburghese mette in campo tutto il suo repertorio ma, soprattutto, con servizi devastanti (tant’è che mette a segno 30 ace e supera molto spesso i 200k/h) e soluzioni a rete da manuale (83 discese a rete a fronte delle 46 di Rafa). Gilles rompe subito gli indugi e stordisce lo spagnolo agguantando i primi due set per 6-3 6-4. Il “toro” di Manacor appare teso e incappa in tanti, troppi errori. Ma attenzione. Mai dare Nadal per sconfitto prima della fine del match. E infatti Rafa si “sveglia”recuperando lo svantaggio esattamente con lo stesso score e fa suoi il terzo e quarto parziale (6-3 6-4).
Tutto da rifare. Ma ora viene il bello.
I due disputano un quinto set da cineteca, dandosi battaglia con vincenti a ruota libera; Muller che incalza Nadal con l’instancabile serve & volley. Dopo aver subito la “rinascita” di Nadal, Gilles è deciso ad andarsi a prendere il match costringendo l’avversario a una maratona che sembra interminabile. E arrivano i primi due matchpoint per Muller sul 5-4 (40-15). Con il tennis propositivo che lo contraddistingue – soprattutto nei momenti chiave del match – Rafa si salva. Dopodiché è il lussemberghese ad annullare ben cinque palle break, una sul 6-6 e quattro sul 9-9. I due tentano il tutto per tutto e Gilles continua a pressare Nadal, tant’è che si procura altre due palle del match sul 10-9 (la prima sul 40-30 e la seconda sull’AD-40). Un furente Nadal sale in cattedra, prima con una volé di dritto, poi costringendo l’avversario all’errore. Gilles persevera e, al quinto matchpoint, decide del proprio destino aggredendo il maiorchino fino a farlo sbagliare. Uno strepitoso Gilles Muller scrive la propria storia, nonché quella del tennis del Lussemburgo vincendo per 6-3 6-4 3-6 4-6 15-3 contro un non meno fantastico Rafa Nadal. A 34 anni, approda per la prima volta in carriera ai quarti di un major. Un quarto in cui lo vedremo battagliare anche con Cilic ma, questa volta, sarà lui a cedere al quinto set. Il match con Nadal sancisce la migliore annata in assoluto di Gilles, annata in cui conquista i primi titoli, il primo quarto slam e il best ranking. Dopo Wimbledon, infatti, salirà al n. 21 ATP.
PERCHÉ PROPRIO QUESTA?
È stato un match di un’intensità estrema, di raro savoir faire tecnico e tanta tanta adrenalina. Uno degli aspetti più interessanti della sfida tra Nadal e Muller è stata la diversità del loro tennis; due stili che però, in fin dei conti, hanno in comune la stessa strategia dell’attacco. L’aggressività del rullo compressore da fondo per guadagnare campo e togliere il respiro da parte di Nadal; i servizi devastanti, un instancabile e scoppiettante serve & voley per Muller. Ma sempre e comunque attacco. Il tennista del Lussemburgo è stato bravo ad essere maître del proprio destino in un momento che conta davvero come quello di uno slam e per giunta quando Nadal stava tornando pressoché invincibile, reduce da vittorie storiche e prossimo ad ulteriori traguardi che, fino all’anno scorso, erano pressoché impensabili a causa dei problemi fisici e del lungo stop.