Giornalismo sportivo in lutto, ci lascia a 82 anni Dick Enberg

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Giornalismo sportivo in lutto, ci lascia a 82 anni Dick Enberg

Famoso per il suo “Oh, my” ha raccontato le pagine più importanti del tennis e dello sport americano. Si sospetta infarto

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Sarà retorica, ma è una di quelle notizie che non si vuol mai leggere. Dick Enberg, storico cronista sportivo, è stato trovato morto nella sua casa a La Jolla (San Diego). A dare la notizia la figlia Nicole, che, preoccupata dal mancato arrivo a Boston, ha allertato le autorità che purtroppo hanno ritrovato il corpo senza vita di Enberg in casa, con le borse pronte per il viaggio. Si attendono notizie ufficiali ma pare trattarsi di infarto.

La notizia ha scosso soprattutto il mondo del giornalismo americano dove Enberg era una vera e proprio leggenda. In carriera ha lavorato con NBC, CBS e ESPN, coperto 28 Wimbledon, 10 Super Bowl e 8 titoli di basket maschile NCAA tra cui lo showdown Magic Johnson-Larry Bird del 1979. Il suo lavoro è stato celebrato più volte: ha ricevuto il premio Ford C. Frick della National Baseball Hall of Fame (2015), il premio Rozelle della Pro Football Hall of Fame (1999) e il premio Gowdy della Hall of Fame alla pallacanestro del Memorial Naismith (1995) . Ha vinto 13 Sports Emmy Awards e un Emmy alla carriera. Ha ricevuto anche una stella sulla Hollywood Walk of Fame e l’UCLA ha intitolato in suo nome il suo centro multimediale nel Pauley Pavilion.

Durante la premiazione della finale maschile degli US Open 2009, presentata proprio da Enberg, sorse una piccola polemica con del Potro. L’argentino chiese di poter salutare anche in spagnolo i suoi fan nell’Arthur Ashe e in Argentina,  in un primo momento Enberg non accettò passando ad elencare i premi degli sponsor e solo successivamente del Potro vide esaudirsi la sua richiesta. Ci furono polemiche contro Enberg che però fu prontamente difeso dalla CBS sottolineando come l’americano non facesse altro che rispettare il contratto con la United States Tennis Association che richiedeva obbligatoriamente la menzione degli sponsor in quel preciso momento della cerimonia. 

Intorno minuto 3.35 del video si può notare benissimo la richiesta, poi declinata, da parte dell’argentino:

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