Quinzi, a 22 anni tutto è possibile ma bando alla pressione

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Quinzi, a 22 anni tutto è possibile ma bando alla pressione

Gianluigi compie 22 anni. Nonostante le grandi potenzialità tecniche e la grinta inesauribile, il marchigiano non riesce ancora a sfondare nel circuito maggiore. Ma il tempo è dalla sua parte

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In Italia tutti stanno aspettando Gianluigi Quinzi. E quando vediamo Hyeon Chung approdare in semifinale all’Australian Open, non possiamo che ripensare a quello storico 7 luglio 2013 in cui l’allora diciassettenne di Porto San Giorgio vinceva il titolo di Wimbledon juniores (venticinque anni dopo l’exploit di Diego Nargiso), sconfiggendo proprio il coriaceo coreano. E non è tutto. In semifinale superava anche un certo Kyle Edmund, giunto per la prima volta ad una semifinale Slam a Melbourne (sconfitto da Marin Cilic). Ora Chung ed Edmund sono entrati nella Top 30, rispettivamente n. 29 e 26 del ranking. Anche Gianluigi ce la può fare.

L’azzurro ha fatto faville a Milano. E potrà certamente farne ancora. Gianluigi Quinzi, oggi 22 anni, ha tutte le carte in regola per brillare nel circuito maggiore dove, per ora, non riesce ancora a farsi largo. Tuttavia, nel nuovo scenario delle Next Gen Finals del capoluogo lombardo, ha lottato con i migliori under 21 del circuito. Dopo aver vinto il torneo delle qualificazioni, il tennista marchigiano disputa brillantemente i match del girone A, riuscendo a portare al quinto set Andrey Rublev e Chung Hyeon e al quarto Denis Shapovalov. E poi? Attualmente n. 306 del ranking ATP, Quinzi è il fresco vincitore dell’ITF (F1) di Antalya (15.000 dollari), suo decimo trofeo ITF in carriera. L’anno scorso, nel mese di maggio, l’azzurro ha raggiunto il suo best ranking, salendo al n. 226 della classifica mondiale. Gli infortuni degli ultimi anni e i frequenti cambi di allenatore hanno certamente rallentato l’ascesa di un tennista che ha tutte le qualità tecniche e caratteriali per issarsi ai più alti livelli del circuito. Atleta coriaceo, dotato di una grinta inesauribile, Gianluigi ricorda per molti aspetti l’aggressività in campo di Rafa Nadal e Thomas Muster. Ma deve ancora migliorare, certo, soprattutto nel trasformare i punti chiave del match e nell’acquisire maggiore solidità fisica. Noi lo aspettiamo ma Gianluigi non deve farci caso.

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