FED CUP, quarti di finale
USA-OLANDA 2-0 (Corrado Boscolo)
V. Williams b. A. Rus 6-1 6-4
Primo singolare della sfida di primo turno di Fed Cup tra Stati Uniti e Olanda di scena ad Ashville, Carolina del Nord. Turno reso interessante non tanto dalle possibili sorprese che possono scaturire, ma dalla presenza tra le fila americane di Serena Williams, sebbene la capitana Kathy Rinaldi non parrebbe intenzionata a schierare.
Primo incontro senza particolare storia con Venus, alla partita numero 1000 da professionista che non ha nessun problema a mettersi in tasca Arantxa Rus, ottima carriera da junior, non altrettanto nel circuito maggiore. La Venere nera prende le misure nei primi tre giochi, poi aumenta la velocità di crociera e inchioda sul posto l’avversaria. Tre breaks per la pluricampionessa slam e primo set ai posteri, 6-1. Match che non raggiunge picchi di qualità eccelsi, Venus fa il suo con qualche accelerazione e la giusta dose di attenzione, aiutata dalla mancina oranje, che inanella errori e doppi falli. Secondo set dove la parola d’ordine è “break”, ben cinque nei primi cinque giochi, con Venus però avanti. Haarhuis, capitano olandese cerca di caricare la propria giocatrice in panchina durante il cambio campo. La prima a tenere la battuta è la statunitense, sebbene Rus firmi il punto più bello del match, trasformandosi in spider man e recuperando qualsiasi bolide di Venus. Da questo punto il match è più combattuto: Rus combatte al servizio e in risposta, ma Venus non si fa sorprendere e quando conta, chiude la pratica per 6 giochi a 4. Stati Uniti avanti.
C. Vandeweghe b. R. Hogenkamp 4-6 7-6 (6) 6-3
Il secondo match di giornata in programma alla Cellular Arena di Asheville pone di fronte Vandeweghe e Hogenkamp. Per entrambe sarebbe la prima vittoria del 2018, visto la partenza balbettante della stagione. CoCo, dopo la semifinale allo US Open e la vittoria della Fed Cup 2017 con due punti e mezzo portati in dote, è chiamata a ripartire da qui per cambiare verso alla sua stagione. L’olandese, fuori dalle prime 100 del ranking vuole provare a chiudere in parità la prima giornata. Match sulla carta segnato, ma in Fed Cup nulla è scontato.
L’americana strappa la battuta ad inizio set, issandosi fino al 4-2. Le difficoltà in battuta di Vandeweghe però le costano caro: troppi doppi falli, così la portacolori olandese pareggia i conti. Hogenkamp può così tirare il fiato passando a condurre per 5-4. L’olandese non si accontenta: si procura due palle break e a sorpresa conquista il primo set. Brava Hogenkamp a cambiare la sorte del set, disastrosa Vandeweghe dal 4-2 in suo favore. Secondo parziale che riparte col il break operato da Hogenkamp: Vandeweghe distrugge la racchetta dopo un game pieno di errori e orrori, la giocatrice dei Paesi Bassi ringrazia e si invola 3-0. Olandese in totale fiducia, statunitense sotto ad un treno e pubblico ammutolito. Segnali di ripresa per Vandeweghe arrivano dal quarto gioco in poi, dove annulla una palla break e recupera successivamente il break, più di nervi che di bel gioco. Il pubblico si ridesta, spingendo la propria giocatrice. L’americana riesce infine a cambiare inerzia al set, operando il break sul 4 pari, senza però riuscire a chiudere, complice una avversaria mai doma. Tie break, dunque: Vandeweghe prima va sotto 0-2, poi mette la freccia fino al 5-2. Le emozioni non sono finite, però: Hogenkamp impatta sul 6 pari, ma capitola poco dopo. 7-6 Stati Uniti e set decisivo.
La partita è più gradevole e il livello del match è più alto: merito soprattutto di Hogenkamp che riesce a tenere testa alla più attrezzata giocatrice nordamericana. Il terzo set continua all’insegna dell’equilibrio, ma l’esperienza e l’attitudine a livelli più alti iniziano a diventare un fattore determinante dell’incontro. Vandeweghe allunga 3-1, l’olandese mostra le prime crepe di sfiducia. La statunitense veleggia verso la vittoria non senza qualche brivido di troppo, chiudendo l’incontro col dritto per 6-3. Stati Uniti sul 2-0, semifinale vicina.
FRANCIA-BELGIO 1-1 (Michele Blasina)
E. Mertens b. P. Parmentier 6-2 6-1
La Roche sur- Yon. E’ nei pressi di questa piccola cittadina della Loira fondata da Napoleone sulla sponda dell’ Atlantico che la Nazionale femminile belga prova a invadere la Francia, con le corazzate Elise Mertens e Kirsten Flipkens a guidare il raid. La linea Maginot è tenuta da Kiki Mladenovic, Pauline Parmentier Amandine Hesse, assenti Caroline Garcia accusata di diserzione e Alizè Cornet agli arresti nei suoi alloggi. Si affrontano Parmentier e Mertens quest’ ultima favorita dopo lo sfavillante inizio di stagione con la seconda vittoria consecutiva del torneo di Hobart (record) e la semifinale degli Australian Open. Ed è un match senza storia.
A fare la differenza tra le due sono i punti vinti con la seconda della Mertens, un colpo sulla quale la belga costruisce le sue fortune quasi più della prima, e le palle break convertite. Mertens è in un momento davvero ascendente della sua carriera, Pauline viceversa proviene da plurime sconfitte. Il match sembra essere combattuto solo fino al secondo game del primo set, dopo è una strada in discesa fino alla fine; plauso va alla Parmentier che sembra crederci comunque. La alfiera della Francia, sostenuta da coach Yannick Noah non è capace di tenere testa al gioco di nervi che è il tennis della Mertens, un tennis decisamente regolare e fatto da pochi colpi di testa ma da idee molto chiare e soprattutto decisione al momento di chiusura dei punti. Il match si conclude quindi 6-2 6-1, in attesa di scoprire se la Francia è condannata alla ghigliottina con il match Mladenovic-Flipkens.
K. Mladenovic b. K. Flipkens 6-2 6-4
Secondo singolare del pomeriggio francese, si affrontano la nota Kiki Mladenovic, WTA 13 e Kirsten Flipkens,WTA 70, in uno stadio che sa di dover sostenere al meglio la propria squadra, sotto 1 a 0 dopo la non partita tra Mertens- Parmentier. Kiki è in evidente stato di forma, reduce dalla finale di San Pietroburgo e il primo set vola 6-2; Flipkens si fa ingannare dai dritti anomali di Mladenovic e sbaglia lo “sbagliabile” nei pressi della rete e nei recuperi, questo a fronte di una marea di doppi falli della francese, 5 per l’esattezza, e anche di una velocità di gambe maggiore. Yannick Noah stringe il pugno (e gonfia il bicipite tatuato) verso la sua giocatrice, insieme a uno stadio che addirittura riesce a fermare il gioco e a stizzire la sua giocatrice per quanto fa il tifo; presente sugli spalti anche l’ex supercoach Amélie Mauresmo.
Il secondo set è più combattuto del primo, con Flipkens che con una buona resa di servizio e con le rasoiate del suo famoso back evita la capitolazione avvenuta nel primo set. Ma sul 3-3, un lungo game si conclude col break di Kiki; altro game, tenuto al servizio splendidamente e si arriva al 5-3; reazione di orgoglio del Belgio che con una voleè profonda che Maldenovic non riesce a passare efficacemente regala ancora una boccata d’ossigeno al match. Poco più di un’ora basta a Kiki Mladenovic per pareggiare il sanguinoso 6-2 6-1 di poco prima, la quale indica più volte per terra come a dire “Non è finita, questa non sarà la nostra Waterloo”. Si sfideranno quindi domani le due numero 1 di oggi, cariche entrambe di quella freddezza che serve, soprattutto quando è in gioco la “Patrie”.