Giovane e grintosa. L'Italia di Fed Cup sfida la Spagna (Cocchi). Errani chioccia (Semeraro). Arriva la Betty (Azzolini)

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Giovane e grintosa. L’Italia di Fed Cup sfida la Spagna (Cocchi). Errani chioccia (Semeraro). Arriva la Betty (Azzolini)

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Giovane e grintosa. L’Italia di Fed Cup sfida la Spagna (Federica Cocchi, La Gazzetta dello Sport)

La missione è ardua, ma non impossibile. Da oggi al PalaTricalle di Chieti, Italia e Spagna si affrontano nel primo turno del World Group II di Fed Cup. Due squadre, due obiettivi. Se il team della neocapitana iberica Medina punta subito a tornare nell’elite del gruppo mondiale, per le sorelle d’Italia la faccenda è più complessa. Superare l’ostacolo Spagna sarebbe straordinario perché le porterebbe al playoff per la promozione, ma una sconfitta le condannerebbe di nuovo allo spareggio per non retrocedere in serie C. La Spagna, pur senza Garbine Muguruza, può comunque contare su Carla Suarez, la numero 29 al mondo che ha iniziato la stagione alla grande con i quarti di finale raggiunti all’Australian Open mentre il gruppo azzurro si affida principalmente alle forze fresche chiamate in Abruzzo dalla Garbin. Il compito di spiegare alle giovani come si fa è affidato a Sara Errani, l’esperta del gruppo, scivolata ora al numero 107 della classifica mondiale, ma che sa bene come gestire un weekend di Fed Cup. La romagnola ha fatto parte in tre occasioni del «dream team» che ha vinto quattro titoli e centrato una finale tra il 2006 e il 2013 e i suoi consigli saranno preziosi sia per Jasmine Paolini, che indossa l’azzurro per la terza volta, che per le esordienti Elisabetta Cocciaretto e Deborah Chiesa, rispettivamente 17 e 21 anni. Il capitano Tathiana Garbin sa che la chiave per il rilancio è far fare esperienza alle nuove leve sfruttando, oltre al talento, anche l’entusiasmo di queste ragazze. « una sfida difficile – ha detto dopo il sorteggio il capitano -, ma la maglia azzurra è il valore aggiunto di cui c’è bisogno in questi incontri, ti dà motivazioni speciali. Le ragazze stanno dando il massimo in allenamento e sono pronte, abbiamo creato un bel gruppo». Il sorteggio di ieri ha decretato che saranno Jasmine Paolini e Carla Suarez ad aprire il programma del PalaTricalle alle 16, seguite da Sara Errani contro Laura Arruabarrena. SELFIE Che il gruppo sia coeso lo dimostrano le facce sorridenti delle azzurre alla consueta cena di gala che precede il sorteggio. Elisabetta Cocciaretto, al momento schierata in doppio con la Chiesa (ma le formazioni possono cambiare fino a un’ora prima dei match), posta storie su Instagram che rivelano il buon umore del gruppo: «E’ un’esperienza fantastica – racconta entusiasta la 17enne – mi sembra di vivere un sogno». L’emozione della prima semifinale Slam da junior è ancora viva, e questa convocazione in azzurro esalta ancora di più la ragazza nata ad Ancona e cresciuta a Porto San Giorgio, un’oretta di macchina da Chieti: «Dall’Australia a oggi mi sembra di stare in un film, mentre ero là mi ha chiamata il capitano per dirmi che mi avrebbe convocata. Non ci potevo credere». E invece eccola qua, a fare squadra: «Il tennis è uno sport in cui sei sempre da solo, invece in gruppo è tutto diverso. A me piace supportare le compagne e farti un tifo indiavolato dalla panchina, mi sentirete. Voglio dare il mio aiuto in campo e fuori, Tathiana lo merita, è una persona speciale, il capitano giusto per far crescere una squadra giovane e aiutarla ad affrontare una sfida difficile come questa». Largo ai giovani

 

Errani chioccia (Stefano Semeraro, Il Corriere dello Sport)

Sara Errani di Fed Cup ne ha vinte tre, ora fa da chioccia alla Giovanissima Italia di Tathiana Garbin che sulla terra indoor del PalaTricalle di Chieti oggi e domani sfida la Spagna nel 1 turno del Gruppo II, ma la grinta è sempre la stessa di quanto si batteva fra le Top Ten. «E una sfida dura, fra le nostre avversarie c’è Carla Suarez Navarro che due settimane fa ha giocato i quarti agli Australian Open, e hanno un ottimo doppio con una specialista come la Martinez Sanchez (25 in doppio, ndr)», dice la romagnola. «La nostra è una squadra che deve crescere, ma sono sicura che ce la giocheremo». Sara oggi ha 30 anni, è n. 107 del mondo e viene da un anno durissimo soprattutto per la sospensione per doping, ma è sempre su di lei che girano le speranze azzurre di ribaltare il pronostico. La Spagna, la nazione che nel 2016 ci ha inflitto la prima retrocessione, deve fare a meno della n. 4 del mondo Garbine Muguruza, ma come dice Sara ha grande esperienza e ha vinto gli ultimi 2 precedenti (4-3 sempre per le iberiche il bilancio totale, che hanno anche una Fed Cup in più, 5 contro 4), mentre la capitana Garbin, che ha come obiettivo la ricostruzione della squadra dopo la fine di un ciclo fantastico, ha voluto in squadra oltre alla 22enne Jasmine Paolini (n. 58 Wta) anche due debuttanti: la 21enne Deborah Chiesa (n. 179) e la 17enne marchigiana Elisabetta Cocciaretto (numero 809 Wta). II sorteggio, per quello che vale, non è ci è stato favorevole: a scendere in campo per prima alle 16 sarà la Paolini, opposta proprio alla 29enne ex Top Ten Suarez Navarro (n. 29), seguita dalla Errani opposta alla 25enne Laura Arruabarrena (82 Wta). Domani dalle 14 gli altri due singolari più l’eventuale doppio di spareggio (tutti i match sono trasmessi in diretta da SuperTennis). «Non ho mai incontrato la Arruabarrena», dice Sara «Ma ci siamo allenate bene in settimana e ce la metteremo tutta». In caso di vittoria l’Italia il 21 e il 22 aprile resterà in B ma giocherà i play off per risalire nel World Group, se sconfitta sempre negli stessi giorni dovrà affrontare i play out per evitare la retrocessione in Serie C.

 

Arriva la Betty (Daniele Azzolini, Tuttosport)

Una mamma che torna e una bimba che va alla scoperta di un pezzetto di mondo ancora sconosciuto. In un weekend di tennis e ciucciotti, la Fed Cup si propone come insolita “pouponnière” in questo suo riapparire nell’anno 2018, quarantacinquesimo compleanno della “similDavis” al femminile che poi tanto simile alla vecchia Saladier non è mai stata. C’è il ritorno di Serena Williams, sul veloce indoor di Asheville in North Carolina, dove si affrontano StatiUniti e Olanda per il World Group. Primo match dopo gli Australian Open, quelli del 2017 però. Vinti in stato interessante, narra lo spartito agiografico che la trentaseienne neomamma si concede arricchendolo solo delle pagine più belle. Scoprì che era incinta a torneo già cominciato, lo vinse, poi si fece da parte per diventare mamma. Ora è pronta a ricominciare, cinque mesi dopo la nascita di Alexis Olympia Ohanian Jr, con l’obiettivo dichiarato di crescere i suoi Slam, da ventitré a ventiquattro, tanti quanti ne ha vinti Margaret Court, e forse a venticinque se le riuscirà l’impresa, là dove è fissato il titolo di “Più Grande di Sempre’: La bimba invece è italiana, cento per cento. Si chiama Elisabetta Cocciaretto e ha compiuto 17 anni il 25 gennaio scorso, giorno del suo approdo alla semifinale junior degli Open d’Australia. Presa e portata in squadra, a dare nuova linfa al nostro tennis femminile che nel 2015 regalava una finale tutta azzurra agli Us Open e due anni e mezzo dopo sembra non contare più nulla. Giusta la promozione immediata della ragazzina di Fermo, anche se quella semifinale poi l’ha persa sprecando match point (due) con la lieta nonchalance di un’autentica dissipatrice. Giusta anche se alla fine non giocherà (o giocherà solo in doppio), in questo primo turno del World Group numero due contro la Spagna, che tanto sa di sulfureo per le nostre ragazze. Le sarà utile fare un “giro” nel tennis che conta, assorbire le prime tensioni del gioco di Coppa, osservare come si comportano le altre, quelle che la maglia nazionale la indossano da tempo. In campo vanno Sara Errani e Jasmine Paolini, come classifica comanda. Siamo a Chieti, campo indoor ma di terra rossa. E le spagnole, pur senza scomodare Garbine Muguruza, dispongono di ben altro arsenale rispetto alle nostre. Carla Suarez Navarro fu numero sei appena due anni fa (e numero 11 in doppio), e se alla ventinovenne di Palma di Maiorca possiamo opporre le vestigia della nostra Errani, che fu numero cinque, non è facile dimenticare che Carla viene da un quarto di finale australiano ed è ancora la numero 29 della Wta, mentre Sara – in ripresa, almeno nella voglia, nelle intenzioni – nello Slam ha rimediato una bocciatura nelle qualificazioni e la sua classifica pencola intorno alla 142a posizione. E comunque, Suarez Navarro debutta con la Paolini, numero 158, mai realmente uscita dall’ambito del tennis minore, quello dei tornei Itf. Poi Errani contro Lara Arruabarrena (numero 82), con il compito di pareggiare il conto della prima giornata. Non impossibile, a dirla tutta. Per quanto le due appartengano a un tennis di spola e di palleggio, Sara ha di più, più mano, più soluzioni. Sempre che sia ancora in grado di dare loro la forma giusta. «Ce la giocheremo», è l’annuncio della Errani. «Noi giovani, loro più solide. Ma non è detto, con l’entusiasmo possiamo andare lontano», e magari imboccare la strada del ritorno nel World Group più importante. Altrimenti c’è il rischio di finire in un complicato spareggio per non cadere in serie C (Gruppo 1 Europa-Africa, lo chiamano). Domani, Errani-Suarez Navarro (8-3 nei precedenti) e Arruabarrena-Paolini, con il doppio in chiusura, nel quale le spagnole partono favorite per la presenza della specialista Martinez Sanchez. «Le ragazze daranno il massimo», dice Garbin, la capitana, «le vedo pronte. È un match duro, ma chissà». Già, chissà… Hai visto mai?

 

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