Dal nostro inviato a New York
Ci è voluto un sabato di sole e freddo, con minaccia di neve per la serata, per far arrivare un buon pubblico (circa 2200 spettatori) al Nassau Veterans Memorial Coliseum di Uniondale, a due passi (che spesso sembrano molto lunghi) da New York. Forse l’assenza del basket NBA, fermo per l’All-Star game in programma a Los Angeles questo fine settimana, ha convinto un buon numero di newyorkesi ad est di Manhattan a provare l’esperienza del New York Open per soddisfare il proprio bisogno di sport indoor. E chi si è spinto fino alla Nassau County per la semifinale diurna del torneo ha certamente ricevuto in cambio un bello spettacolo, oltre alla vittoria finale del giocatore di casa che sicuramente non guasta mai.
Programmata più o meno alla stessa ora della semifinale serale di Rotterdam con Federer e Seppi in campo (la quale ha monopolizzato le frequenze di Tennis Channel e di conseguenza anche i monitor della sala stampa a New York), il match ha offerto un buon contrasto di stili reso ancora più interessante da una superficie di difficile interpretazione. Se da un lato infatti la maggioranza dei giocatori è concorde nel considerarla una superficie lenta, dall’altra è comunque un campo indoor ed ha una composizione tale che non fa alzare troppo le traiettorie, premiando chi colpisce teso ed “attraverso la palla” e penalizzando invece le rotazioni “a scavalcare”.
Mannarino è entrato in campo deciso a non prendere troppi rischi, mischiando le carte quanto basta con qualche serve&volley e soprattutto eleggendo a perno del suo gioco l’insistenza sul rovescio di Querrey, storicamente piuttosto incerto con questo colpo. Nonostante un break ottenuto al settimo gioco ed immediatamente restituito, il francese è riuscito a mettere in cascina il primo parziale facendo leva appunto sul rovescio di Querrey aggiudicandosi il tie-break per 7 punti a 5. Mannarino sembrava in controllo della partita, sempre in controllo sul proprio servizio e capace di controllare bene gli scambi da fondo, ma dopo due turni di battuta tenuti a zero, sul 5-6 del secondo set, un paio di rovesci da fondo indovinati da Querrey cambiavano regalavano all’americano il secondo parziale trascinando il transalpino, sempre più nervoso, al terzo set.
Il momento decisivo del match è arrivato al quinto game del set decisivo, quando aggrappandosi alla battuta Querrey è riuscito ad annullare tre delicate palle break che avrebbero lanciato Mannarino verso la vittoria. Scampato quel pericolo il ragazzo californiano ha messo a segno una striscia di quattro giochi consecutivi, strappando la battuta due volte all’avversario e conquistando così la sua 18esima finale in carriera e portandosi ad un potenziale passo dallo sbarco tra i top 10.
Il passo definitivo però dovrà aspettare ancora un po’ perché con la vittoria nella seconda semifinale è stato Kevin Anderson ad assicurarsi il ritorno nei primi dieci della classifica togliendo questa possibilità a Querrey. Il sudafricano si è aggiudicato la terza partita al foto-finish in altrettanti giorni superando al tie-break del terzo set Kei Nishikori, che negli ultimi giorni era apparso in progresso, ma che una volta superate le due ore di gioco ha dovuto far ricorso al fisioterapista per un risentimento alla coscia destra (“solo un po’ di affaticamento” ha poi spiegato il nipponico).
Il match ha intrattenuto a dovere il pubblico giunto al Coliseum nonostante la leggera nevicata. Per lo meno, lo spettacolo è stato più che gradevole nei due set durante i quali entrambi i giocatori erano in campo. Sì perché durante il primo parziale sembrava che Nishikori fosse rimasto al Marriott, l’hotel dei giocatori che si trova adiacente al parcheggio dell’arena e dal quale i giocatori si spostano a piedi. Troppo brutto per essere vero, il nipponico del primo set, falloso negli scambi e che subiva la progressione da fondo di Anderson. Dopo aver ceduto il primo set per 6-1 in soli 22 minuti e salvato con autorità due palle break nel game iniziale del secondo, “special Kei” ha iniziato a macinare il suo solito gioco, comandando molto di più da fondo e trovando soluzioni vincenti da fondo. Trovato il break al quarto game, grazie anche ad un paio di gratuiti di Anderson, Nishikori ha portato il vantaggio fino alla fine nonostante qualche incertezza di troppo all’ultimo game, nel quale ha avuto bisogno di ben cinque set point prima di chiudere.
Il terzo set ha visto scambi molto più scarni, con i servizi a farla da padrone: due soli “quindici” ceduti da Kei nei suoi turni di battuta, sei per Kevin, che ha dovuto affrontare anche una palla break al settimo game, peraltro cancellata con un ace. Nel tie-break decisivo è stato Nishikori ad andare in vantaggio per primo (3-1) con un passante di rovescio al fulmicotone, ma successivamente tre errori lo hanno condannato alla sconfitta, mandando in finale Anderson per la seconda volta nella stagione (dopo il torneo di Pune).
“Sono partito molto bene oggi – ha detto Kevin nell’incontro con la stampa per l’occasione ospitato nel suo spogliatoio personale offertogli dagli organizzatori in qualità di testa di serie n.1 – anche se Kei mi ha concesso qualcosa all’inizio. Sono molto felice di come ho reagito fisicamente perché dopo la partita di ieri sera sono andato a letto che erano quasi le 3 del mattino, per cui il mio team, soprattutto il mio fisio, hanno avuto parecchio lavoro per rimettermi in sesto per la semifinale di oggi. Domani con Sam sarà un’altra battaglia, ci siamo incontrati tante volte [13] e sono sempre state partite difficili, come sicuramente accadrà anche questa volta”.
Risultati:
[2] S. Querrey b. [4] A. Mannarino 6-7(5) 7-5 6-3
[1] K. Anderson b. [5] K. Nishikori 6-1 3-6 7-6(4)