La Torre di Tandil svetta ad Acapulco: del Potro è 'campeón'

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La Torre di Tandil svetta ad Acapulco: del Potro è ‘campeón’

In Messico settima vittoria consecutiva di Juan Martin del Potro contro Kevin Anderson e sorpasso in classifica effettuato. È il titolo numero 21 in carriera

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[6] JM. del Potro  b. [5] K. Anderson 6-4 6-4

Negli sport individuali quando due giocatori fisicamente e tecnicamente simili si fronteggiano, il più forte vince. Il tennis non fa eccezione. I precedenti tra Juan Martin del Potro e Kevin Anderson lasciavano quindi pochi margini di indecisione sull’esito della finale del torneo di Acapulco dal momento che in sei incontri Anderson era infatti riuscito a conquistare complessivamente due set e non nella medesima partita. Per sovvertire il pronostico il 31enne sudafricano avrebbe dovuto apportare sostanziali modifiche tattiche al suo piano di gioco, ma non ha saputo o, più probabilmente, potuto farlo e ha perso in maniera più netta di quanto non dica il punteggio contro un avversario apparso fisicamente e qualitativamente uno strettissimo parente del giocatore che vinse lo US Open nel 2009 e che nel medesimo anno raggiunse la finale delle Finals londinesi.

LA PARTITA – In un match di pugilato Anderson si sarebbe aggiudicato ai punti i primi sei round… pardon game del primo set. In questa fase dell’incontro del Potro appare un po’ letargico al contrario di Anderson che si muove con maggiore scioltezza e rapidità. Grazie a un’altissima resa della seconda battuta, però, l’argentino non concede chance di break al sudafricano. Nel terzo gioco un diritto lungolinea vincente di marca argentina a velocità superiore a quella del suono fa però intuire che la letargia di del Potro è solo apparente. Nel settimo game Anderson sembra in controllo della situazione, si porta sul punteggio di 40-15 e, dopo aver perso un duello rusticano sotto la rete, alla prima palla break capitola con un errore di rovescio non forzato. Oltre a commettere qualche errore di troppo con il diritto, l’attuale (questione di ore e verrà effettuato un sorpasso ai suoi danni) numero 8 del mondo è in grave difficoltà di fronte agli slice di rovescio incrociati che gli vengono insistentemente proposti e che lo costringono a continui ed estenuanti piegamenti sulle ginocchia. Attività non semplice per un uomo alto 203 cm. La quinta testa di serie del torneo ha qualche minuscola chance di rientrare in partita nell’ottavo game (due doppi falli consecutivi di del Potro) e nel decimo, ma l’argentino è bravo a piazzare l’ace o la prima vincente nei momenti giusti e a chiudere il parziale.

Il secondo set ricomincia tatticamente da dove si era concluso il primo: Anderson inchiodato da del Potro sul lato sinistro del rettangolo di gioco e privato del servizio alla prima opportunità nel terzo gioco nel quale, non bastassero gli slice di Delpo a metterlo nei guai, si procura cadendo anche un leggero infortunio al ginocchio sinistro. Virtualmente la finale termina qui. Da questo momento e sino al termine Anderson riuscirà solamente a sfogare la sua frustrazione a suon di ace nei propri turni di servizio poiché in quelli di del Potro racimolerà la miseria di tre punti complessivi. Una prima a uscire vincente mette fine alla (relativa) contesa dopo un’ora e 40 minuti e regala all’argentino una nuova vittoria in un torneo 500 a oltre quattro anni di distanza dall’ultima, conquistata a Basilea nel 2013 contro Federer.

Grazie a questo successo Del Potro da lunedì scavalcherà Anderson all’ottavo posto della classifica generale, e si posizionerà a soli 80 punti dal settimo posto di David Goffin. Il belga non giocherà il torneo di Indian Wells a causa di uno sfortunato incidente all’occhio occorsogli a Rotterdam, dunque cederà 90 punti in classifica: a Delpo sarà sufficiente confermare il risultato del 2017 (i sedicesimi di finale) per effettuare subito un altro sorpasso. Lo stato di forma dell’argentino gli apre però ben altre prospettive; senza Nadal, con le diverse incognite che per vari motivi pendono sulle spalle di Dimitrov e Zverev, con Djokovic ancora in dubbio e Kyrgios che non è più sceso in campo dopo il tie di Davis a inizio febbraio, la torre di Tandil si inserisce tra i favoriti dell’imminente torneo di Indian Wells. Gli manca, appunto, soltanto un torneo di categoria 1000 per poter completare la sua collezione di trofei attualmente composta da uno slam, nove 500 e undici 250. La bizzarra ‘pera’ di Acapulco è quindi il 21esimo trofeo conquistato in carriera. L’argentino succede a Sam Querrey nell’albo d’oro del torneo messicano. Kevin Anderson – alla seconda sconfitta in finale ad Acapulco dopo quella del 2014 contro Dimitrov – perde la dodicesima finale su sedici disputate. Del resto che i tennisti siano dei gran perdenti lo aveva detto anche sua moglie, quindi…arrivederci a entrambi nel deserto californiano.

Il tabellone completo del torneo

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