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Il primo Slam in versione eSport by Roland Garros, anche in Italia
L’accordo tra gli organizzatori di Parigi e la Big Ben Interactive offrirà ai tennisti virtuali migliori del mondo la possibilità di sfidarsi al Roland Garros il 25 maggio

Sfide in 8 Paesi del mondo e gran finale al Roland Garros: no non siamo impazziti, lo Slam parigino infatti diventa anche virtuale grazie all’accordo tra la FFT e la Big Ben Interactive, che metteranno in piedi il primo “Slam” in ambito videoludico: la “Roland-Garros e-series by BNP Paribas”
Big Ben sta per lanciare infatti il videogioco “Tennis World Tour”, in uscita il 22 maggio per tutte le piattaforme (Playstation 4, Xbox One, Nintendo Switch, PC), la prima vera simulazione tennistica di nuova generazione. Una versione demo del gioco sarà il terreno di scontro per questo torneo virtuale giocato in 8 Paesi a partire dal mese di aprile: Cina, India, Brasile, Francia, Italia, Gran Bretagna, Spagna e Belgio.
I vincitori di ciascuno degli 8 tornei di qualificazione si ritroveranno per sfidarsi a Parigi, al Roland Garros il 25 maggio prossimo. Non sappiamo ancora quale sarà la sede italiana del torneo ma non è da escludere che possa essere il Foro Italico a Roma, sede degli Internazionali. Queste le cover ufficiali del gioco in tutto il mondo: Roger Federer protagonista, sullo sfondo alcuni rappresentativi campioni locali
Challenger
Il T.C. Pozzuoli sogna in grande: a settembre gli Internazionali da 25.000 $ per continuare a crescere
Presentato il torneo da 25.000 dollari in programma al T.C. Pozzuoli dal 11 al 17 settembre. Dopo aver ospitato l’Atp 250 di Napoli lo scorso autunno il circolo flegreo punta a traguardi sempre più ambiziosi

Ad ottobre scorso il Tennis Club Pozzuoli si trovó catapultato nel grande tennis dalla sera alla mattina.
Le incredibili difficoltà sorte con i campi del Tc Napoli costrinsero gli organizzatori della Atp Napoli Cup, torneo di categoria 250 dell’Atp, a cercare una sede alternativa per ospitare i primi giorni di torneo.
Il circolo dei Campi Flegrei non si fece sfuggire l’occasione e con grande professionalità e spirito di iniziativa, pur senza alcun preavviso, riuscì ad ospitare l’intero tabellone di qualificazione e il tabellone principale di doppio sino alle semifinali.
E così sui campi del Tc Pozzuoli si affacciarono i campioni slam Fabio Fognini e Simone Bolelli, e i Davis-man Lorenzo Sonego e Andrea Vavassori, oltre a tanti talenti emergenti come il cinese Zhang e i nostri Passaro e Zeppieri, recenti protagonisti al Roland Garros.
Ad un anno di distanza, e forti di quella grande e positiva esperienza, il Tc Pozzuoli è pronto per il grande salto e dal 11 al 17 settembre ospiterà gli “Internazionali di Pozzuoli”, torneo Itf da 25.000 dollari.
In questi giorni sui campi del circolo di Via Viviani si sta giocando la terza edizione dell’Open Città di Pozzuoli, con un montepremi di 5.000 euro, che a questo punto costituisce l’antipasto del più importante evento settembrino.
Proprio nel giorno dei quarti di finale dell’Open si è svolta la presentazione del Torneo Itf da 25.000 dollari che si svolgerà in una settimana (11-17 settembre) libera da grandi impegni del circuito Atp (sono in programma i gironi di qualificazione della Coppa Davis”) e Pozzuoli sogna qualche nome importante.
Alla presenza del Sindaco di Pozzuoli, ing. Luigi Manzoni, del Presidente del Comitato Campano della Fitp Virginia Di Caterino, il Presidente del Tc Pozzuoli Antonio Laezza, con i consiglieri Roberto Sorrentino e Sandro Lupi e il Direttore Tecnico Vincenzo Garbato hanno illustrato i dettagli della kermesse tennistica Flegrea.
“È un grande orgoglio e una grande soddisfazione poter ospitare a Pozzuoli un evento del grande tennis” – ha detto il Presidente Antonio Laezza – “L’obiettivo è far sì che questo sia un punto di partenza, sogniamo di ospitare un torneo ancor più importante nei prossimi anni”.
Nella “Terra dei Miti” dei Campi Flegrei erano anni che si attendeva lo sbarco del grande tennis ed il sodalizio del T.C. Pozzuoli, seppur con pochi anni di vita, si candida a diventare un punto di riferimento non solo a livello campano, ma nazionale ed internazionale.
La struttura del circolo puteolano ad oggi ha a disposizione quattro campi in cemento outdoor, dedicati alle isole del Golfo (Capri, Ischia, Procida e Nisida, quest’ultima collegata con un ponte alla terraferma di Bagnoli), due campi di terra, denominati il ” Vesuvio” ed il “Solfatara” ad omaggiare quella che Johann Wolfgang Goethe, nel suo “Viaggio in Italia” definì “la regione più meravigliosa del mondo, sotto il cielo più puro ed il terreno più infido” riferendosi al fenomeno del bradisismo che da sempre caratterizza i “Campi Ardenti” del Golfo di Pozzuoli tra Capo Miseno e Nisida e che abbraccia anche le Isole di Ischia e Procida. Tuttavia sono allo studio vari progetti di espansione con la possibilità di realizzare nuovi campi, rendendo il circolo di dimensioni davvero importanti.
Molte le iniziative in programma nella settimana del torneo e che saranno svelate nei prossimi giorni, e che avranno l’obiettivo di promuovere nel mondo le meraviglie del territorio flegreo, dal Tempio di Serapide all’Anfiteatro Flavio, dalla splendida rocca restaurata del Rione Terra, al parco sommerso di Baia, all’Acropoli di Cuma.
E se vorrete conoscere in anticipo il nome del vincitore del torneo, vi basterà recarvi nell’Antro della Sibilla di Cuma per sondare il suo famosissimo oracolo: ma attenzione, finanche il Dio Apollo ne rimasse ammaliato e le risposte della sacerdotessa sono da sempre misteriose e…sibilline! Quindi attenzione a non scommettere troppo!
Editoriali del Direttore
Roland Garros – Il caldo opprimente, la libertà dello scooter, i posti vuoti per i troppi biglietti agli sponsor, il riscatto del tennis donne, Zverev-Ruud forse migliore di Alcaraz-Djokovic
Muchova-Sabalenka, Swiatek-Haddad Maia hanno creato spettacolo e suspence. La bielorussa però…sciupona. Djokovic, l’ultimo dei Mohicani lotterà per sé, per il 23mo Slam ma anche per gli altri Fab 4. E’ l’ultimo che può respingere l’assalto di Alcaraz e dei giovani rampanti. Sarà davvero un gran match?

Il tris di Swiatek sembra aleggiare nell’aria calda, opprimente e insolita di Parigi. Non ricordo, in 47 anni che vengo al Roland Garros e negli ultimi 20 che ci vengo con uno scooter della Piaggio – in passato erano le classiche, tradizionali Vespe, adesso sono MP3 350cc con le tre ruote, così non si casca e si parcheggia facile – un altro torneo nel quale abbia fatto sempre così caldo da dover restare in maglietta anche la sera tardi. Fino a un paio d’anni fa non c’erano nemmeno le sessioni serali. Mi dilungo sul meteo…, perché sembra impossibile che invece nel Bel Paese, quando parlo con i miei familiari che vivono in diverse parti d’Italia mi dicono che il tempo continua a essere invece orribile. E non da ieri soltanto. Una rivoluzione climatica con uno scambio meteo Italia-Francia? Beh almeno questo non è colpa della politica, di questo o quel Governo.
Il tris di Swiatek sembra aleggiare nell’aria calda, opprimente e insolita di Parigi. Non ricordo, in 47 anni che vengo al Roland Garros e negli ultimi 20 che ci vengo con uno scooter della Piaggio – in passato erano le classiche, tradizionali Vespe, adesso sono MP3 350cc con le tre ruote, così non si casca e si parcheggia facile – un altro torneo nel quale abbia fatto sempre così caldo da dover restare in maglietta anche la sera tardi. Fino a un paio d’anni fa non c’erano nemmeno le sessioni serali. Mi dilungo sul meteo…, perché sembra impossibile che invece nel Bel Paese, quando parlo con i miei familiari che vivono in diverse parti d’Italia mi dicono che il tempo continua a essere invece orribile. E non da ieri soltanto. Una rivoluzione climatica con uno scambio meteo Italia-Francia? Beh almeno questo non è colpa della politica, di questo o quel Governo.
Qua mi sono sempre bagnato molto più che a Wimbledon, però a giudicare dalle migliaia di scooter – in gran parte proprio Piaggio con le tre ruote (che hanno avuto qua evidentemente molto più successo che in Italia, chissà perché) – che circolano a Parigi e che parcheggiano fra Porte d’Auteuil, Porte Molitor e il Bois de Boulogne, si vede che lo scooter, e spesso sono davvero grossi gli scooter che sfrecciano sulle varie “Routes Periferique”, è un mezzo popolarissimo, tanto da farmi pensare che allora il maltempo nel quale io mi sono imbattuto in tanti passati Roland Garros non sia stato una regola, ma l’eccezione che la conferma. Altrimenti di scooter non se ne venderebbero così tanti e qui sono tantissimi parcheggiati proprio ovunque anche i motorini Uber (più vari competitor), a nolo orario, come da noi in certe città italiane capita per le biciclette e le auto “Enjoy” , ma non mi è capitato ancora di vedere anche per i motorini.
Certo è anche che qui, in certe strade, e non solo sui perennemente ingolfatissimi Champs Elisèe, si resta facilmente imbottigliati nel traffico, in code insopportabilmente infinite. Ecco perchè lo scooter diventa un gran bel salvagente.
Va detto poi, e chiudo questa inutile parentesi, che la reputazione di Wimbledon ostaggio della pioggia è dovuta certamente anche al fatto che se lì, in Church Road, cade anche la pioggerellina più ridicola, purtroppo sull’erba non si può giocare e gli incontri vengono sospesi. Anche tre, quattro volte nello stesso giorno. Quando a Parigi, come a Roma, si continuerebbe tranquillamente a giocare. Insomma, salvo che per quest’anno nella Roma più acquazzonata di sempre, se piove da noi e a Parigi di solito non ci si fa caso. A Wimbledon ci se ne accorge tutti e soprattutto se ne accorgono quei poveri inservienti che tirano e srotolano su e giù di continuo quei pesantissimi tappeti che devono restare alti tipo tende sui courts, a scanso guazza sottostante.
Piuttosto anche qui come a Roma c’è la piaga dei posti venduti, e venduti assai a caro prezzo, agli sponsor e ai clienti degli sponsor. Così spesso – si sarà visto e notato in tv – quelli che sarebbero i posti migliori, sono spesso vuoti. Perché a quel tipo di quei clienti, evidentemente, interessa più fare atto di presenza al Roland Garros, un must, p.r. o semplici chiacchiere con un bicchiere di champagne in mano, piuttosto che guardare il tennis e scoprire chi siano Ruud e Rune.
Molti francesi che pure ho incrociato al Roland Garros, mica al Louvre, non sanno ancora chi sia Alcaraz. L’ho scoperto con un certo raccapriccio. E quando dico loro con aria un minimo scandalizzata: “Ma suvvia, è il numero uno del mondo!” reagiscono con un: “Ma davvero? E non è Djokovic?”.
L’altro giorno un signore che era appena uscito da una di quelle elegantissima suite ha chiesto a una hostess elegantissima in camiseta Lacoste: “Ma Nadal quando gioca?”.
Non ho voluto sentire la risposta. Temevo di sentire anche dalla hostess una risposta incerta, interlocutoria. Per carità, è meglio che sappiano chi sia stato Carlo Magno.
Soltanto per Roger Federer si va sul sicuro: tutti sanno che lui, il Mito, la Leggenda, si è ritirato. Meno male che almeno questo non è sfuggito a nessuno dei presenti.
Siamo messi così. Il tennis è sempre più un business colossale. E chi lo organizza mira a far ciccia, cioè soldi, e se l’immagine di uno stadio semideserto a bordo campo non è una buona immagine il promoter miope oggi dice: “Chissenefrega. L’importante è che loro comprino i biglietti e noi si aumenti l’incasso”. Ma alla lunga andrà sempre così?
In Francia forse è anche per il risultato di questa politica che ha fatto sì, però, che di tennisti francesi competitivi non se ne vede più neppure l’ombra. Quest’anno, come nel 2021, hanno perso tutti prima del terzo turno. Per una federazione ricca, ricchissima, come quella francese che ha un carico di dipendenti vicino al migliaio, e un cespite di entrate monstre come il Roland Garros è un bello smacco.
Per fortuna, e non solo per fortuna, sia dato a Cesare…(Binaghi) quel che è di Cesare, in Italia non è così. Però qui mi sono imbattuto in diverse persone che mi hanno chiesto: “Ma perché a Roma si vedeva spesso lo stadio così vuoto? Vendevano i biglietti troppo cari?”.
Ho spiegato a chi aveva la pazienza di ascoltarmi, che a) a Roma quest’anno avevamo avuto un tempo da lupi, mai vissuto prima a quel modo, b) ma anche che la programmazione non era stata spesso indovinata, c) che troppe volte si era creduto di far bene pensato piegandosi anche alle richieste dei giocatori italiani più viziati per programmarli sul più “cozy” Pietrangeli, straboccante di folla, mentre sul “centrale” venivano programmati incontri poco appetitosi. Assai prevedibilmente poco appetitosi, a dire il vero, se in contemporanea se ne giocavano altri con tutti gli azzurri sul Pietrangeli che la gente non abbandonava neppure quando diluviava perché…”chi va via perde il posto all’osteria”.
Errori che probabilmente l’anno prossimo non verranno ripetuti. Almeno non in questa misura, io spero. Anche qui, già che ci sono lo dico, i prezzi di chi passa 10 ore in questo magnifico posto…sono però fuori di testa, assolutamente esagerati, e la qualità del cibo non fa davvero onore alla tradizione della cucina francese. Per mangiare crepes, waffles, gelati (confezionati e dai 4,80 euro in su) e svuotare il portafogli si fanno code lunghissime. Del resto anche al Foro Italico l’alimentazione è davvero “very cheap”, pizze, panini, hamburger, hot-dog, come se abitassimo in America e non nel Bel Paese famoso nel mondo per la sua cucina. Ristoranti di modesta qualità e prezzi esosi, mal assistiti da servizi igienici non frequentabili. A quest’ultimo proposito organizzerei, durante i prossimi Internazionali d’Italia, una giornata in cui i dirigenti FITP e gli ospiti degli sponsor BNL, BMW, EMU e partner vari, fossero obbligati a servirsi dei servizi igienici che spettano ai normali spettatori. Chissà, forse le cose cambierebbero.
Angelo Binaghi ha promesso che in futuro ci sarà qualche posto coperto in più (non solo il tetto per il 2026) di modo che quando piove come quest’anno l’unico riparo non sia più il proprio ombrello. Ma anche un ristorante in più di discreto livello senza che il conto si riveli un furto con scasso, non guasterebbe. Certo lì al Foro gli spazi sono quelli che sono.
Al Roland Garros, soprattutto dopo essersi allargati fino al Simonne Mathieu, sono ben altri. E all’Orangerie si mangia come in un ristorante serio. Chic.
Finalmente, portate pazienza, ora scrivo di tennis giocato. Non mi diverto sempre a vedere tennis femminile.Troppo spesso è a senso unico. Pensate alle precedenti partite di Iga Swiatek, 6-0, 6-0 a questa e a quest’alra una miseria di game concessi, 14 set di fila vinti in 7 match anche contro la promessa Coco Gauff, finalista un anno fa. Dov’è la suspence?
Ieri giovedì l’eccezione. Due partite piene di pathos, di situazioni avvicenti, ben giocate come nei primi due set di Sabalenka Muchova, prima di un terzo set con un calo di qualità e quell’altalena di tante partite femminili che non è facile spiegare se non sei un…coach mentale.
Quando Aryna Sabalenka sale a forza di missili, sul 5-2, prima di avere e mancare il matchpoint sul 5-4, il match sembra finito. La Muchova aveva già vinto comunque il suo sorprendente torneo, mi stavo apprestando a scrivere.
Macchè, “it is never over until is over”. La Sabalenka prima si distrae, poi dilapida, quindi si innervosisce. Dal 5-2 in suo favore perderà 5 game di fila, la partita, l’approdo alla finale, il possibile n.1 WTA. A un certo punto la serie negativa la vede con 4 punti all’attivo e 16 al passivo. Quasi soltanto a lei, almeno fra le grandi sebbene sia capace di fare anche due doppi falli a fila quando il momento è capitale e ha un matchpoint, succedono certi improvvisi prolungati scivoloni.
Muchova, 27 anni, 2 di più di Sabalenka, non crede ai suoi occhi. Anni fa il suo medico, dopo l’ennesimo infortunio, le aveva suggerito di abbandonare il tennis. Di ritirarsi. Lei era precipitata oltre il 200mo posto. Ma non si è ritirata. E sabato lei.n.43 del mondo, giocherà la sua prima finale Slam contro quella Swiatek che lei battè nel 2018 nell’unico precedente. Solo che Iga era ancora una bambina e lei, ventiduenne, solo una promessa incompiuta
Iga in questo torneo era a rischio trono: la Sabalenka minacciava di spodestarla. Invece la sconfitta della bielorussa e la contemporanea vittoria della polacca sulla tenace brasiliana Haddad Maia le garantisce il possesso della corona anche dopo questo Roland Garros sia che lei vinca il quarto Slam e il terzo RG di fila, sia che perda dalla sorprendente Muchova.
Beatriz sognava di emulare Maria Ester Bueno, la campionessa del suo Paese che trionfò in 7 Slam, ma non è ancora arrivato il momento del suo primo. Ha perso nettamente il primo set, ma nel secondo si è arrampicata al tiebreak e perfino a un setpoint. Le è mancata un po’ di agilità, annullarle due matchpoint con grande garra non le è bastato.
Ha fatto tremare Iga e si può rallegrare per un grande torneo che probabilmente, con la nuova fiducia acquisita, non sarà l’ultimo.
Oggi c’è attesa spasmodica per la prima semifinale, Alcaraz-Djokovic, Next Gen vs Old Gen. Conflitto più generazionale di questo non si poteva programmare. Ognuno giocherà per sé, ma un pochino anche per i coetanei. Alcaraz ha preferito fare ieri giovedì un po’ di palestra, senza tennis. Invece Djokovic ha giocato un’oretta abbondante sul campo 5 con uno sparring partner, Carlos Gomez Herrera.
E se invece la semifinale più bella fosse quella che giocheranno dopo Ruud e Zverev? Se uno dei protagonisti della prima semifinale giocasse molto al di sotto della propria reputazione, Djokovic per uno stato di forma ancora incerto messo magari a dura prova per il caldo, Alcaraz per uno stato di tensione cui non può essere ancora del tutto abituato – un conto è aver vinto 22 Slam, un altro averne vinto uno solo – ecco che la seconda semifinale potrebbe inopinatamente diventare la migliore. Per come ho visto giocare Ruud contro Rune e Zverev in questi giorni, sono quasi certo che giocheranno entrambi molto bene. E per il contrasto di stile dei due giocatori lo spettacolo non mancherà. Il duello fra il diritto a sventaglio di Ruud e il magnifico rovescio di Zverev sembra poterlo garantire. Nella prima semifinale, invece, lo show potrebbe essere eccelso, ma anche deludente. Quando le attese sembrano eccessive…tante volte in passato è accaduto che siamo rimasti con un palmo di naso. Speriamo allora invece che tutti e due giochino al meglio.
evidenza
Roland Garros, Sabalenka: “Grandi progressi sulla terra battuta. Entusiasta di tornare a Wimbledon”
Dopo la sconfitta con match point contro Muchova, Aryna Sabalenka è esausta: “Certo, dopo aver perso un match così…”

Aryna Sabalenka è arrivata a un punto dalla vittoria, ma in finale c’è andata Karolina Muchova che, sotto nel terzo 2-5 e match point, ha tirato fuori quello che le era rimasto (non tanto dal punto di fisico, ma parecchio tennis) ed è volata a prendersi la sua prima finale Slam – con grossa complicità dell’avversaria. Una sconfitta che, unita al sofferto successo di Iga Swiatek su Haddad Maia, non le permette di spodestare la polacca dal trono del ranking. L’analisi del match da parte di Aryna parte da due concetti semplici ma che ben ne fotografano l’andamento: “Lei ha giocato un tennis incredibile. Io ho comunque avuto tante occasioni e non le ho colte”. Via alle domande.
D. Hai avuto il match point sul 5-2. Quando hai sentito che il tuo gioco cominciava a lasciarti? In quel momento o dopo?
“Penso dopo che ho perso la battuta servendo per il match. Dopo quel gioco, lei è rientrata e a cominciato a giocare un po’ più aggressiva e io ho perso il ritmo, non c’ero.”
D. Lei è stata un po’ fuori dai radar, tanti infortuni. Com’è giocare contro di lei rispetto a com’è contro Iga ed Elena?
“Fuori dai radar ma gioca sempre un gran tennis, viene a rete, è aggressiva. Appena vede una palla più corta, prende la rete, quindi è un po’ complicato costruire il punto contro di lei.”
D. Quest’anno hai parlato spesso delle tue emozioni in campo. Come ti sei sentita oggi? C’era ulteriore pressione?
“Non tantissima di più, mi sentivo bene, ho lottato per ogni opportunità. Mi sentivo bene dal punto di vista emotivo, ma è difficile dire qualcosa su questo incontro” (sorride).
D. Hai fatto un lavoro incredibile nel superare le avversità in questa stagione. Quella scorsa è stata dura. Quest’anno hai vinto l’Australian Open, hai messo a segno una striscia di 12 vittorie Slam. Oggi è stata dura, ma la vedi come un’altra sfida che supererai?
“Hai sempre sfide da affrontare e certo devo imparare qualcosa da questo match e tornare più forte. Ma penso che quello che stavo facendo quest’anno e spero continuerò a fare sia incredibile, a un livello superiore. Non vedo questo torneo come negativo, ho fatto grandi progressi sulla terra battuta ed è il mio miglior risultato qui.”
D. Ci hai detto che sono state due settimane difficili dal punto di vista emotivo e che volevi prenderti cura di te stessa e della tua salute mentale. C’è stato un momento in cui sentivi di non voler giocare a tennis?c’è stato un periodo in cui hai pensato che le emozioni non ti avrebbero permesso di giocare al meglio?
“No, niente del genere. Mi sono sentita male emotivamente dopo una conferenza stampa, non sono riuscita a dormire. Ma l’unica cosa che so fare bne in questa vita è giocare a tennis, così cerco di concentrarmi sulle cose che posso controllare.”
D. Qualche settimana fa avevi detto di non avere ancora il visto per il Regno Unito. E adesso?
“Sì, ora ce l’ho. Yopi, posso festeggiare (sorride). Vado a Wimbledon, ottima notizia.”
D. Quanto non vedi l’ora di tornare a Wimbledon?
“Sono entusiasta, mi piace davvero giocare là, l’atmosfera. Mi è mancato l’anno scorso, non sto nella pelle.”
D. Gli Slam sono piuttosto estenuanti nel migliore dei casi. Hai detto che a volte fatichi a dormire e oggi è stato un match molto fisico. Quanto esausta ti senti?
“Adesso sono davvero esausta (sorride), ma credo solo perché ho perso un match che è stato duro perdere. Ma è normale essere spossati dopo due settimane non stop sulla terra battuta. Quindi penso che per i prossimi due giorni saranno feste selvagge. Scherzo” (risata).
D. Se ho ben capito, l’altro giorno hai detto che ora non sostieni il presidente del tuo Paese. Ti senti al sicuro dopo questa affermazione?
“Non voglio parlare di politica oggi. Ho fatto le mie dichiarazioni, parliamo solo di tennis. Datemi tregua, per favore.”