Nadal, altro record verso l'Undecima. È in finale a Montecarlo

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Nadal, altro record verso l’Undecima. È in finale a Montecarlo

MONTECARLO – Rafa domina Dimitrov e prenota un campo per allenarsi. Aggiornato un altro primato. Per il titolo affronterà Nishikori, ma attenzione. Ci ha perso due delle ultime quattro volte

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[1] R. Nadal b. [4] G. Dimitrov 6-4 6-1 (da Montecarlo, il nostro inviato)

“Sono sorpreso anche io, non credevo avrei giocato così” aveva detto. Neanche Rafael Nadal avrebbe mai immaginato di rientrare nel circuito a questi livelli, dopo quasi tre mesi di assenza successivi al ritiro forzato nei quarti di finale degli Australian Open. Al primo torneo dopo la pausa, Nadal arriva in finale in pantofole, superando senza apparente affanno anche Grigor Dimitrov, testa di serie numero 4 e Maestro in carica, con il punteggio di 6-4 6-1. Raggiunto il 34esimo set consecutivo vinto sul rosso, per ritoccare un record già suo. E ancora nessun avversario, lungo questa paurosa serie, ha mai vinto cinque game in un parziale. “Magari sembra semplice. Ma dietro c’è un lavoro quotidiano, faticoso, che non si ferma mai”. Già dopo la vittoria con Thiem in quarti, la sensazione di assoluta discesa fino al trofeo, per Nadal, andava propagandosi per il Country Club. Il bilancio complessivo contro Zverev e Nishikori, che si giocheranno l’accesso in finale, è 13-2. La sensazione di cui sopra si fa via via certezza.

ILLUSIONE DIMITROV – Dimitrov, nonostante una spalla malandata (“Ma non ho scuse”), parte ben meglio rispetto agli avversari affrontati da Nadal in settimana: vicino alla riga e propositivo, il bulgaro riesce a non farsi imbrigliare nella trappola letale dello scambio da fondo, accettando invece il rischio di accelerare e prendere l’iniziativa. Nadal non gioca al meglio, ma va in vantaggio di un break (3-0) salvo poi restituirlo (appena il secondo servizio perso nell’intero torneo), forse sorpreso dal piglio di Grigor e frustrato per un dritto che non cammina come vorrebbe, ma l’avversario si sgretola quando il punteggio si fa caldo: “Non ho paura di combattere con Rafa, fisicamente mi sento in grado. Devo mantenere il livello più a lungo, ma spero di trovare soluzioni, prima o poi”. Il break in chiusura di primo set segna di fatto la fine dell’incontro: Dimitrov non riesce a rivitalizzarsi, e anzi si lascia sopraffare da un Nadal che prende fiducia e lascia definitivamente andare i colpi, fino all’immediato 5-0. Un’ora e mezza per stringere il pugno e prenotare un campo per lavorare sul dritto, immediatamente dopo il saluto al pubblico: sarà la dodicesima finale qui, e quello dell’undicesimo titolo è ormai l’unico pensiero rimasto.

MALTEMPO AL SOLE – Nadal fa grandinare numeri allucinanti in un pomeriggio bollente, che colora la spettacolare baia del Principato nella quale appare un magnifico yacht bianco. Appena sedici giochi persi per arrivare in finale: i due lasciati a Thiem in quarti pareggiano il minimo storico concesso a un top 10, in 237 partite (Ferrer e Berdych nel 2013). Doppia cifra di vittorie con Dimitrov (10-1), che solo a Pechino 2016 ha visto un risultato diverso da quello odierno. E poi ancora, un piccolo tassello in più verso quel 92% di partite vinte sul rosso che sembra quasi un errore di calcolo. Non che 91% sia così male. Adesso Kei Nishikori per giocarsi la sua 47esima finale in un Masters 1000 (30-16 il bilancio): in caso di trionfo staccherebbe di una lunghezza Novak Djokovic. E sarebbe il 54esimo titolo sulla terra rossa. Un ritocco a un record già suo. Ovviamente.

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