Murray "firma" a Parigi per tornare... in un Challenger?

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Murray “firma” a Parigi per tornare… in un Challenger?

Nonostante abbia già annunciato la sua assenza, lo scozzese non si è cancellato dall’entry list del Roland Garros. Il motivo è un cavillo del regolamento, forse rivelatore di un ritorno in campo anticipato

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Il regolamento ATP non di rado è cavilloso, tanto che più di una volta gli stessi giocatori inciampano in qualche postilla che non conoscono. Può capitare però che siano gli stessi punti del regolamento a darci una informazione sugli stessi giocatori. Un buon esempio è la situazione al limite del paradossale che si è venuta a creare sull’entry list del Roland Garros, la cui ventinovesima riga è occupata dal nome del lungodegente Andy Murray.

Lo scozzese, assente dai quarti di finale dello scorso Wimbledon, ha più volte dichiarato che non sarebbe tornato in tempo per giocare su terra battuta. L’entry list dei tornei mandatory tuttavia lo include poiché è autogenerata – include cioè automaticamente tutti i nomi di coloro che per posizione di classifica rientrano nel cutoff. Ritirarsi da uno di questi tornei per infortunio con anticipo, tuttavia, impedisce di partecipare ad altri eventi del circuito in programma nelle settimane precedenti.

Se il ritorno in campo ufficiale di Murray rimane quello programmato per la prima settimana su erba, all’ATP 250 di ‘s-Hertogenbosch, questo potrebbe significare che Murray non vuole precludersi la possibilità di un rientro anticipato. E in contemporanea con le qualificazioni dello Slam parigino, sul cemento indoor dell’Università di Loughborough, è in calendario uno dei due nuovi tornei Challenger da 85.000€ della Lawn Tennis Association (l’altro è quello di Glasgow, al quale nei prossimi giorni ricomparirà un altro britannico, Daniel Evans, squalificato negli ultimi mesi per uso di cocaina).

Negli ultimi mesi più di un top player ha sfruttato il circuito inferiore per testare le proprie condizioni, approfittando di un livello agonistico basso ma non troppo, in grado di garantire più sfide nel corso di pochi giorni senza grandi rischi: dai due tornei Challenger di Newport Beach e Dallas è ripartito a febbraio Kei Nishikori, fermo dall’agosto precedente, mentre a settembre un Richard Gasquet alla ricerca della fiducia perduta si era iscritto al Challenger di Szczecin, imponendosi poi come campione nonostante qualche piccolo spavento.

Per ora si tratta soltanto di congetture. Non c’è nulla di annunciato, anche perché di fronte a tale possibilità l’organizzazione certamente conserverà una wild card fino all’ultimo momento. Ripartire da Loughborough significherebbe per Murray anche dare una enorme mano al torneo: la città del Leicestershire, al centro dell’Inghilterra, lancerebbe la prima edizione del suo evento con l’unico campione Slam britannico dell’Era Open, garanzia di pubblico numeroso e grande copertura mediatica.

L’ultima volta di Murray nel circuito Challenger era stata una sconfitta per ritiro, contro Xavier Malisse a Mons. Diagnosticato uno stiramento alla coscia, all’allora teenager numero 72 del mondo era stato consigliato di non fare ritorno su quei campi prima di una decina di giorni. Era l’ottobre del 2005, ne è passato qualcuno in più…

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