Non ci sarà un’altra undécima da inseguire, per Rafa Nadal, ma forse le novità si fermeranno qui. D’altronde, il Mutua Madrid Open, secondo Masters 1000 su terra battuta della stagione, si inserisce nella fase del calendario tennistico più avara di sorprese dal 2005 a questa parte. I tre mesi in cui il maiorchino più famoso al mondo ha sempre triturato la concorrenza senza pietà, eccezion fatta per il RoboNole (che fu), la rondine Söderling e il biennio dell’appannamento psicofisico. I numeri parlano chiaro e scoraggiano avversari e non tifosi. Una striscia di 46 set vinti consecutivamente dall’ultima sconfitta subita da Thiem nei quarti degli scorsi Internazionali. In uno solo dei quali il numero uno della classifica ATP ha concesso al rivale il lusso di conquistare 5 giochi.
Ad alimentare qualche speranza, tuttavia, la circostanza non trascurabile che il torneo si disputa in altura e, se necessario, si possa trasformare in competizione indoor. Condizioni che contribuiscono alla velocizzazione delle condizioni di gioco. Il che spiegherebbe i “soli” 4 trofei vinti nella capitale spagnola dal 2009 in poi, anno in cui venne inaugurata la discussa Caja Mágica, il moderno impianto che ospita l’evento. Numeri bassi per lui. Che in altri lidi, per fare bene di conto, ha letteralmente bisogno di farsi dare una mano. La terza.
Detto del re, vale la pena di parlare della corte. Fra i motivi di maggior interesse, il ritorno di del Potro, secondo nella Race To London, all’esordio sulla terra battuta. Superficie che potrebbe rappresentare lo spartiacque della sua stagione. Dove testare, in assenza di particolari pressioni o aspettative, le sue ambizioni di reale antagonista dei soliti due mostri sacri. Da verificare i progressi di Goffin, nonché la condizione, piuttosto preoccupante, di Thiem. Che fino allo scorso anno pareva l’unico in grado di impensierire Nadal sul rosso. E poi la cospicua pattuglia Next Gen, con i vari Shapovalov, Khachanov e l’elegante Tsitsipas – omaggiato da una wild card, ma sul quale potrebbero pesare le fatiche, in primis mentali, di una schedule molto intensa. Occhio a Chung, il cui tennis compatto pare adattarsi bene anche alla terra battuta.
Di tutt’altro tenore le situazioni Djokovic e Nishikori. Il primo, fra staff rivoluzionato e restaurato, problemi familiari e – qualcuno paventa – possibili disturbi alimentari, sembra aver imboccato un tunnel senza uscita. Il secondo, finalmente, pare aver recuperato forma fisica e convinzione, dopo la finale giocata in terra monegasca. Peccato che l’urna abbia deciso di metterli di fronte all’esordio.
L’ANALISI
RAFA, NON UNA PASSEGGIATA DI SALUTE. Ha avuto sorteggi migliori, Rafa. Per quanto apparentemente intoccabile, il mancino allenato da Moya avrà sollevato il sopracciglio nell’apprendere che probabilmente gli toccherà esordire con Monfils. Non l’avversario più malleabile da incontrare a freddo. Teorico ottavo con Schwartzman, 13esima testa di serie. Un osso duro che ultimamente sembra aver perso un po’ di smalto, e dovrà stare attento a Mannarino. E, potenzialmente, alla wild card Andujar, recente vincitore a Marrakech. Lo spicchio che segue è presidiato da Dominic Thiem, numero 5 del seeding e teorico rivale di Rafa nei quarti. Salta all’occhio un primo turno gustoso: lo scontro fra Pablo Carreño Busta (9), sulla carta avversario dell’austriaco in ottavi di finale, e un Borna Coric rinvigorito dalla cura Piatti.
QUALE DELPO? Il secondo quarto è nobilitato da Juan Martin del Potro, che un po’ a sorpresa ha modificato la sua programmazione includendo i tune-up su terra battuta. Dopo il bye di cui gode in quanto quarto favorito, dovrà stare attento con buona probabilità al bosniaco Dzumhur. Le difficoltà aumenterebbero in un eventuale ottavo con chi esce, probabilmente, dalla triade Khachanov-Berdych (14)-Gasquet. Gli ultimi due saranno protagonisti di un primo turno di cartello.
LE VERE GERARCHIE. Non proprio ricco l’ottavo che segue, dove sarebbe logico procedere all’arrocco fra le teste di serie Anderson (6) e Bautista Agut (11). La questione è nota: se le gerarchie venissero decise in base al valore espresso sulla superficie specifica, il seeding avrebbe maggior senso. Lo spagnolo, comunque, prima che al gigante sudafricano, dovrà badare agli impeti, non solo agonistici, di Jared Donaldson, altro Next Gen in cerca di un posto al sole.
NOLE-NISHI, SUERTE. David Goffin (8) ha fatto capire già nel 2017 di poter dire la sua sul mattone tritato. Il piatto forte potrebbe essere servito presto, già all’esordio. Dovesse incrociare la racchetta con Hyeon Chung, in un match-up fra due giocatori che fanno dell’anticipo un punto di forza. Curioso l’accoppiamento fra il russo Medvedev e il britannico Edmund, che a differenza dei suoi connazionali gradisce la terra battuta. Questo ottavo del draw viene chiuso dal match più interessante (speriamo) del primo turno. I nobili decaduti Djokovic (numero 10 del seeding 2 titoli a Madrid) e Nishikori (finalista qui nel 2014) in uno scontro che crudelmente priverà subito gli appassionati di un nome pesante. Per come hanno giocato recentemente, probabilmente il serbo. Segue un bello spicchio di tabellone, con l’ondivago Dimitrov (3) che potrebbe trovare Raonic dopo il bye. Chiude l’ottavo Pouille (15), che affronta un primo turno ricco di implicazioni contro il connazionale Paire. Se dovesse prevalere nel derby, lo attenderebbe il vincente di Shapovalov-Sandgren, match da tripla.
SASCHA, OCCHIO A TSITSI. Il penultimo ottavo è piuttosto aperto. Il più quotato stando alle gerarchie, Isner (7), non è certo uno spauracchio su terra battuta. A sbarrargli la strada, un paio di spagnoli (il più temibile Ramos Vinolas, finalista a Montecarlo lo scorso anno, eventualmente in ottavi), il connazionale Ryan Harrison. Ma anche chi uscirà dal match di esordio fra l’uruguaiano Pablo Cuevas e l’altro statunitense Jack Sock (12), avversario (molto) teorico di Long John negli ottavi di finale. Ultimo spicchio con qualche nuance tricolore. Fognini (16) dovrà partire carico sin dall’esordio contro Leonardo Mayer. Per poi eventualmente affrontare il vincente di Verdasco-Lorenzi. Viste le condizioni di forma del senese, il derby non sembra probabile. Gli altri due nomi che spiccano sono l’ormai veterano Sascha Zverev, secondo favorito del torneo. E il giovanissimo Stefanos Tsitsipas, che ha ottenuto una wild card dagli organizzatori. Quale miglior modo per ripagarli se non un bel confronto con il più quotato dei Next Gen?
Quarti teorici
Nadal vs Thiem
Del Potro vs Anderson
Goffin vs Dimitrov
Isner vs Zverev
Incontri di primo turno di rilievo (parte alta)
Andújar vs Lopez
Carreño vs Coric
Berdych vs Gasquet
Bautista vs Donaldson
Incontri di primo turno di rilievo (parte bassa)
Nishikori vs Djokovic
Pouille vs Paire
García-López vs Harrison
Cuevas vs Sock
Fognini vs Mayer
INFORMAZIONI SUL TORNEO
- Tabellone a 56 giocatori (16 teste di serie, prime 8 con bye)
- 49 giocatori in tabellone per accettazione diretta
- 7 qualificati (da definirsi)
- 4 wild card: Tsitsipas, Garcia-Lopez, Carballes Baena, Andújar
- Montepremi: $6.200.860
COPERTURA TELEVISIVA
Il torneo di Madrid, come tutti quelli di categoria Masters 1000, sarà trasmesso in diretta da SKY Sport a partire da lunedì 7 maggio. Da lunedì a giovedì doppio canale LIVE (SKY Sport 1 e SKY Sport 2). Sarà possibile seguire il torneo anche in streaming su NOW TV per i non abbonati alla TV satellitare.