WTA
Kuznetsova rinasce a Washington: è un titolo da sopravvissuta
La russa, dopo i problemi fisici, conquista il suo diciottesimo torneo della carriera recuperando un set di svantaggio e annullando quattro match point alla croata Donna Vekic

S. Kuznetsova b. [7] D. Vekic 4-6 7-6 (7) 6-2
Svetlana Kuznetsova rinasce sul cemento americano del Citi Open di Washington e conquista il suo diciottesimo titolo in carriera. È stata la russa, già numero 2 del mondo, a vincere per la seconda volta – dopo la vittoria nel 2014 – il torneo di Washington battendo in finale la croata Donna Vekic. Non è stato un match facile per Kuznetsova che ha dovuto prima recuperare un set di svantaggio e poi annullare, nel secondo set, quattro match point alla sua avversaria. Per portare a casa questo risultato ha dovuto fare ricorso al suo intero bagaglio tecnico esaltandosi soprattutto nella fase difensiva e contenendo la potenza dell’avversaria che con il dritto ha spesso comandato il gioco. La russa torna ad alzare un trofeo a quasi due anni di distanza dall’ultimo successo risalente all’ottobre 2016 nel torneo di casa a Mosca. A fine 2017 l’operazione al polso, quindi la difficile convalescenza e le appena quattro vittorie ottenute quest’anno prima di questo torneo. Grazie a questo titolo Svetlana rientrerà in top 100, sedendosi alla posizione 87.
IL MATCH – Era stata proprio Vekic ad iniziare in maniera più decisa il match mentre la russa era apparsa meno brillante, soprattutto negli spostamenti laterali, rispetto ai match precedenti. La croata ha preso i suoi rischi, spingendo i colpi e cercando le righe in modo da poter allontanare dalla linea di fondo l’avversaria. La combinazione servizio-dritto ha permesso a Vekic di uscire fuori dai momenti di difficoltà e di condurre le danze. ‘Kuz’ ha provato a muovere il gioco ma la croata, nei game al servizio, ha continuato a spingere bene frustrando anche i tentativi di verticalizzazione del gioco. Le incertezze di Vekic sono arrivate solo al momento di chiudere il parziale, ma un game di risposta incisivo è valso il sigillo sul 6-4.
Il secondo parziale è stato molto lottato: entrambe le giocatrici sono riuscite a gestire bene i loro turni di battuta con Kuznetsova capace di alzare il livello del suo tennis aumentando le variazioni e proponendo palle molto lavorate a Vekic, che ha dovuto fronteggiare persino qualche dritto in slice. Nel decimo game, in risposta, la croata si è procurata i primi due match point dell’incontro: è stato in questo frangente che la difesa della russa si è fatta impenetrabile. Il set si è poi allungato al tie-break dove proprio la maggiore esperienza dell’ex numero 2 del mondo ha fatto la differenza. Nel jeu decisif Vekic ha fallito altri due match point, ancora vittima della tattica attendista ma proficua di Kuznetsova che è riuscita a far giocare costantemente un colpo in più alla sua avversaria, fino a spuntare un dritto fino a quel momento molto efficace e e imbrigliarla nella sua tela. 9-7, terzo set.
Il contraccolpo psicologico è stato notevole per Vekic, che non è più riuscita a ritrovare la concentrazione. La russa, sulla scia dell’entusiasmo, ha continuato a macinare gioco sfruttando gli angoli del campo e ha chiuso il terzo parziale per 6 giochi a 2 per poi lasciarsi andare a un urlo liberatorio. Una vittoria che può rivelarsi fondamentale per chiudere un periodo difficile, tanto nel rendimento quanto nella serenità con la quale si è approcciata ai tornei, riavvicinandola alle posizioni utili per disputare i tornei che una volta erano il pane quotidiano di Sveta.
Per Vekic, uscita dal campo in lacrime, questa sconfitta non sarà facile da superare ma sarà sicuramente utile per crescere e trovare la giusta chiave per migliorarsi e affrontare con più attenzione i momenti decisivi del match. Appuntamento rimandato con il terzo titolo ma arriverà il best ranking: +7 posizioni, Donna affronterà il torneo di Montreal da numero 37 del mondo.
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Roland Garros, doppio femminile: la finale sarà Fernandez/Townsend contro Hsieh/Xinyu Wang
Domenica mattina l’ultimo atto del doppio femminile del Major parigino. Solo la 37enne Hsieh Su-Wei ha già vinto uno Slam tra le tenniste in campo

Nella giornata in cui l’attenzione mediatica è completamente rivolta verso le due semifinali maschili del Roland Garros, in particolare quella tra Novak Djokovic e Carlos Alcaraz, tra la mattinata e il primo pomeriggio di venerdì 9 giugno si è però anche definita quella che sarà la finale di doppio femminile nello Slam di Bois de Boulogne. Fernandez/Townsend e Hsieh/Xinyu Wang si contenderanno la coppa nell’atto conclusivo in programma domenica mattina.
Si tratta della prima finale in un Major per il duo composto dalla canadese Leylah Fernandez e dalla statunitense Taylor Townsend, che si presentavano a Parigi da teste di serie n° 10 e che hanno battuto in semifinale la coppia, in questo caso tutta americana, Gauff/Pegula, seconda forza, sulla carta del tabellone, nonché formazione finalista nel 2022. Il punteggio a favore di Fernandez/Townsend è stato piuttosto netto, solo 4 games concessi e un 6-0 6-4 eloquente in 1 ora e 4 minuti, condito addirittura da un bagel nel primo parziale.
Guardando individualmente all’una e all’altra giocatrice che hanno raggiunto questo prestigioso traguardo e quindi, in sostanza, separando per un attimo la coppia, per Townsend è la seconda finale a livello Slam, che si aggiunge a quella centrata allo Us Open del 2022 al fianco di Caty McNally, mentre per Fernandez, già finalista in singolare a Flushing Meadows nel 2021 nell’incontro perso con Emma Raducanu, sarà invece, quella dell’11 giugno, la primissima volta in finale in doppio in un palcoscenico tanto importante.
Traslando invece l’attenzione alle loro rivali, la taiwanese Hsieh Su-Wei e la cinese Xinyu Wang arrivano in finale da non teste di serie, anche perché stiamo parlando di un connubio tennistico recente. Dei cinque incontri disputati per ottenere il risultato, però, ben quattro successi le hanno viste estromettere delle giocatrici seeded, tra cui, proprio in semifinale, le seste favorite del tabellone Melichar-Martinez/Perez, in tre set con lo score di 6-2 3-6 6-3.
Anche in questo caso, esaminando singolarmente le due giocatrici, va rimarcato che Hsieh è rientrata nel circuito a 37 anni suonati solo all’inizio di maggio del 2023, dopo uno stop volontario di 18 mesi. I suoi tre titoli in singolare non sono nulla rispetto alle 30 coppe ottenute in doppio (ex n° 1 di specialità), tra cui il trionfo proprio a Bois de Boulogne nel 2014, quando condivideva il campo con Peng Shuai. Xinyu Wang (classe 2001), invece, può dimenticare la batosta subita in singolare da Iga Swiatek al terzo turno di questo Roland Garros con la sua prima finale in doppio in uno Slam.
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Maria Sharapova: “Sinner ha il gioco per vincere uno Slam. Non vedo una mia erede nel tennis femminile”
La visione dell’ex campionessa sul futuro del tennis femminile, sulle chance di Jannik, e su Carlso Alcaraz: “di lui mi affascina lo spirito battagliero”

Campionessa in campo sempiterna, uno dei nomi più noti della WTA del nuovo millennio, sia dentro che fuori dal campo. Maria Sharapova, insieme a Serena Williams, ha sedimentato volti e identità nell’immaginario collettivo difficilmente replicabili. E tanto merito, chiaramente, va alle vittorie: 5 titoli Slam, tra cui 2 Roland Garros. Certamente il major parigino è quello che le ha dato più soddisfazioni, e non a caso proprio nella capitale è stata intervistata da Federica Cocchi per la Gazzetta dello Sport a pochi giorni dall’incoronazione della nuova regina del Roland Garros.
“Potrà sembrare strano, ma i ricordi più forti legati al Roland Garros sono i momenti di difficoltà“, ammette l’ex n.1 al mondo, “quelli che mi hanno formato come persona. Come ad esempio la battaglia con la Halep nella finale del 2014, forse la più faticosa della mia vita. Il titolo del 2012 contro Sara Errani invece lo ricordo con gioia perché ho completato il Grande Slam della carriera“. Maria, insieme a Serena e alle controparti maschili incarnate dai Fab Four ha scandito una storia probabilmente irripetibile, un’epoca florida come poche. Ma sembrerebbe che stia ora emergendo, nel panorama maschile, un ricambio generazionale non così malvagio: “Carlos [Alcaraz] è incredibile. Quello che più mi affascina di lui è lo spirito battagliero su ogni punto. Riesce a dare spettacolo e infiammare il pubblico ogni volta che mette piede sul campo. Non vedo l’ora di assistere alla sua crescita, sono davvero curiosa di vedere dove può arrivare e cosa potrà fare“.
In parallelo ad Alcaraz, l’altro tennista del futuro, il suo ideale rivale, è considerato il nostro Jannik Sinner, altro protagonista di una crescita esponenziale. “Conosco abbastanza bene Jannik“, commenta la russa, “da Riccardo Piatti ho avuto l’occasione di condividere alcuni momenti di lavoro. È un ragazzo serio, umile, dedicato. Mi piace molto il suo stile fluido e potente, sembra quasi che non faccia fatica, e invece c’è un grande sforzo dietro il suo gioco. Spero sia pronto per vincere uno Slam. Il gioco ce l’ha e i fan aspettano il suo trionfo“. Innegabile anche che, come il tennis maschile abbia individuato giocatori che possano prendere le redini del circuito e della popolarità nei prossimi anni, non è facile affermare lo stesso per il circuito WTA. “Al momento non vedo una mia erede all’orizzonte”, interviene Sharapova, “ci sono ottime giocatrici con stili diversi. La formula del successo non è facile da raggiungere, serve un perfetto equilibrio tra il gioco, gli impegni con gli sponsor e il tempo libero“.
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Iga Swiatek, terza semifinale al Roland Garros: i numeri del suo dominio
Dalle vittorie consecutive ai giochi lasciati per strada: la polacca si inserisce tra le migliori giocatrici della storia di questo torneo

“Il 2020 è stato un anno difficile. Non la definirei una buona stagione. Il Roland Garros è stato il mio unico buon torneo. Il tabellone non è molto fortunato, mi sono detta, vedendo che avrei dovuto affrontare Vondrousova, quindi non mi importa, ci proverò e basta”. Eccome se ci ha provato:” 6-1, 6-2, 6-1, 6-4, 6-3, 6-2, 6-1 6-2, 6-3, 6-1, 6-2, 6-1, 6-4, 6-1. La diciannovenne polacca Iga Swiatek ha vinto il Roland Garros 2020 senza perdere un set. Il resto è storia.
Dopo altre quattro partecipazioni, la numero uno del mondo è oggi alla sua terza semifinale a Parigi: meglio di lei, nelle prime cinque partecipazioni al French Open, soltanto Chris Evert (5/5) e Monica Seles (4/5). Le altre due volte, poi ha vinto il torneo. Con Iga, il circuito ha ritrovato una dominatrice. Da uno stato di perenne incertezza (che in realtà ancora pervade i ranghi inferiori) si è innalzata una giovane donna saggia, inarrestabile e coraggiosa (la coccarda gialloblù che porta sul cappellino ne è una prova).
Ma non è che Iga domina un po’ troppo? Fin qui, a Parigi ha concesso la miseria di quindici game, la prima a lasciarne così pochi da Conchita Martinez nel 1995. Addirittura, l’ultimo set perso risale agli ottavi della scorsa edizione. Nel processo, ha già realizzato quattro bagel: sono in tutto tredici solo in questo 2023.
Dodici invece le vittorie consecutive a Parigi: dal 2020 ha perso una sola partita, contro Maria Sakkari ai quarti dell’edizione 2021. È la quarta tennista più giovane a raggiungere tale striscia: sopra di lei, solo Immortali come Monica Seles, Steffi Graff e Chris Evert.
Spesso si dice che i grandi numeri non facciano giustizia ai grandi campioni. Sicuramente oggi servono a inquadrare la numero uno, che ha fatto dei risultati netti e delle vittorie schiaccianti il suo tratto distintivo.
“Riesci a goderti i momenti in cui vinci i match e vai avanti in tabellone? O si riduce tutto al lavoro?” “Devo ancora imparare a godermela mentre gioco e vinco, perché quando finisco le partite di solito penso a quelle successive. Le sensazioni positive arrivano dopo il torneo. Spero di migliorare.”, risponde la fredda campionessa Iga Swiatek, ancora divisa fra un po’ di ingenuità giovanile e la saggezza della campionessa affermata. Domani, sulla rossa terra di Parigi affronterà la brasiliana Haddad Maia, alla prima semifinale slam, con palmares e personalità opposte. Quest’ultima viene da dodici ore di gioco, Iga da meno di sei. “Ti preoccupa arrivare in fondo agli slam poco allenata?” “No, posso gestire la cosa. Non credo che mi sentirò arrugginita quando dovrò giocare i punti importanti”. Il ruolo di favorita, Iga Swiatek ce l’ha nel sangue.