US Open, spunti tecnici: attenzione, Serena sta tornando

(S)punti Tecnici

US Open, spunti tecnici: attenzione, Serena sta tornando

NEW YORK – Molto più in forma che a Wimbledon, Serena Williams corre e spinge come non si vedeva da tempo. La potenza e la tecnica sono sempre quelle della migliore di tutte, se cresce il tono atletico, sono guai per le altre

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da New York, il nostro inviato

Mi dispiace che a Wimbledon sia tanto complicato poter fotografare i giocatori mentre si allenano, si può ovviamente accedere alle zone riservate a bordocampo, ma le immagini le possono prendere solo i fotografi ufficiali del torneo. Serena Williams, a Londra, mi era sembrata francamente lontana da una forma fisica accettabile per un’atleta professionista, e me la ero studiata per bene durante i suoi training, anche se non avevo potuto scrivere approfondimenti tecnici, dato che senza immagini è impossibile. Ma ricordo molto, molto bene la sensazione che avevo, man mano che passavano i giorni e i match, e la GOAT assoluta del tennis (carta canta, sorry Roger) continuava a vincere, fino ad arrivare alla finale poi persa da Angie Kerber. Ed era una sensazione di stupore, misto a incredulità: a tratti, Serena si trascinava per il campo, al terzo passo laterale era fritta, eppure tirava talmente forte, da impedire alle avversarie di spostarla.

Qui a New York sono andato a studiarmela appena ho potuto, visto che non ero stato a Montreàl (lasciando l’incombenza di seguire le donzelle all’imprescindibile Vanni Gibertini, per occuparmi dei maschietti a Toronto), e quindi non la vedevo da un mese e mezzo. Ebbene, ho cattive notizie per le sue avversarie. Detto che può sempre succedere di tutto in un campo da tennis, che in questo periodo post-maternità la fuoriclasse statunitense ha anche avuto dei momentacci a livello psicologico, con conseguenti brutte giornate in partita, per quello che ho potuto vedere sul practice court 1 di Flushing Meadows è stata una giocatrice, anzi un’atleta, decisamente sulla via del rientro ai livelli migliori. E se poche settimane fa, pur trascinandosi per il campo i tanti chili di troppo, è stata comunque capace di fare finale Slam, immaginate cosa potrà fare ora stando finalmente quasi a posto con il fisico. Ma non serve immaginarlo, vediamocela in compagnia.


Qui sopra, due impatti di rovescio, Serena ha lavorato molto su quel colpo, notiamo il bel modo di portare il peso verso la palla, e l’affondo deciso del piede avanzato. Le uscivano delle fucilate notevoli, spesso lo sparring (maschio) andava in serio affanno sul ritmo.


Qui sopra, due finali sempre del rovescio, immagini che esaltano proprio la capacità di mettere “peso” sul colpo, e come possiamo vedere, Serena di peso ne ha. Forse ancora troppo, ma stiamo davvero arrivando vicini alla sua forma passata, quella che le ha fatto vincere 23 Slam. Potente, muscolare, eppure a modo suo leggera, e assolutamente strepitosa a livello dinamico, spero che le immagini rendano a sufficienza l’idea. Poco dopo, la parte strettamente tecnica dell’allenamento si è fatta a dir poco interessantissima, andiamo a studiarcela.


Qui sopra, preparazione standard (in linea, Serena quasi non ovalizza il backswing), con appoggi in neutral stance, ovvero piedi quasi affiancati rispetto alla rete.


Qui sopra, preparazione con appoggi in open stance piena (appoggi frontali rispetto alla rete, guardate i piedi e la riga di fondo). Finezza tecnica, per liberare l’articolazione del ginocchio sinistro, e poterlo piegare per poi scatenare la spinta, Serena ruota verso l’esterno il piede, e “butta dentro” una rotazione del busto-spalle fantastica, arrivando a dare praticamente la schiena alla palla (se notate, ha le spalle anch’esse parallele alla riga di fondo), braccia totalmente distese all’indietro, racchetta perfettamente in linea, il tutto con un’estensione tale da farle praticamente piantare la spalla destra in gola. Che caricamento strepitoso.


Qui sopra, si va addirittura oltre, con un’esecuzione che si vede davvero raramente dal lato del rovescio: il passo in dinamica completo, ovvero l’appoggio portato con la gamba opposta (la sinistra) che arriva a essere nettamente più avanzata della destra. Si vede farlo abbastanza spesso dal lato del dritto, in particolare quando si colpisce in avanzamento verticale, senza bloccare la corsa verso avanti. Ma dal lato del rovescio, per la banale ragione che c’è il busto di mezzo, e nel caso di Serena anche delle forme notevoli, si parla di una preparazione di difficoltà 1000. Il vantaggio è un bel trasferimento del peso senza interrompere la fluidità dello spostamento, il problema è che per riuscirci devi praticamente avvitarti andando oltre il fianco con le mani, mentre le anche sono quasi girate dal lato opposto. Mouratoglou le faceva colpire sequenze di tre palle, con le tre posture diverse appena viste, e il bersaglio nello stesso punto del campo. Impressionante.



Qui sopra, in alto due gran drittoni in open stance, uno alto e uno basso, sotto a sinistra un affondo in avanzamento (che bella la decontrazione evidentissima della gamba posteriore qui), a destra un finale splendido per linearità, esplosione verso l’alto-avanti, e compostezza della postura.


Qui sopra, ed eravamo arrivati alla fase a intensità totale dell’allenamento, tre finali del dritto con spazzolata in top-spin di ampiezza crescente, su palle tesissime e addosso, verso le caviglie, sulle quali Serena aveva la proibizione di arretrare. Ottima la reattività, potente l’azione delle gambe, che fenomeno. Nel recupero a destra, arriva a toccarsi la schiena con la racchetta.


Per concludere, ecco una cosa da Serena d’annata: la fucilata a chiudere di dritto tagliando la diagonale avversaria, per il lungolinea vincente. Una botta da far spavento, imprendibile per chiunque, uomini compresi. Non commento, la foto parla da sola, da ammirare e basta, ringraziando di non essere dall’altra parte della rete.

In definitiva, per un’ora abbondante, sotto un sole che spaccava le pietre, questa campionessa incredibile mi ha mostrato potenza ed esplosività, una tecnica del footwork raffinatissima, e in generale (ma potete giudicare voi stessi, le immagini sono lì), una forma fisica che anche se non ancora ottimale, è molto, ma molto migliore di due mesi fa, e sta migliorando sempre di più. Se a una che ha un fucile di precisione al posto del braccio, aggiungi una mobilità e una reattività di gambe anche solo accettabili, non serve nemmeno che siano ottime, ottieni Slam a decine, e avversarie spazzate via. Attenzione, perché potrebbe ricominciare a succedere.

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