[6] N. Djokovic b. [21] K. Nishikori 6-3 6-4 6-2 (da New York, il nostro inviato)
Solido. Efficace. Concreto. Novak Djokovic vince il suo match di semifinale agli Us Open, batte il giapponese Kei Nishikori (n. 19 ATP) e conquista la possibilità di disputare la sua ottava finale nell’ultimo slam dell’anno. Per il serbo si tratterà del ventitreesimo ultimo atto in un torneo del Grande slam e, contro l’argentino Juan Martin del Potro, andrà a caccia del titolo numero 14, il terzo nella “grande mela”. Provando a regalarsi l’opportunità di mettere in bacheca il secondo Major dell’anno dopo quello conquistato nel luglio scorso a Wimbledon, quando, in tre comodi set ha battuto il sudafricano Kevin Anderson (che lo scorso anno qui a New York fu finalista e perse il match contro Rafa Nadal). L’ultima finale disputata sui campi di Flushing Meadows da Djokovic risale a due anni fa, quando, nell’ultimo atto fu sconfitto dallo svizzero Stan Wawrinka.
Djokovic, che, oggi è numero 6 del ranking ATP, ha distrutto il sogno del Sol Levante di avere due finalisti slam nella stessa edizione e ha impedito a Kei Nishikori di compiere il percorso fatto dalla connazionale Naomi Osaka che, tra poche ore, scenderà in campo contro Serena Williams andando a caccia del primo titolo slam della carriera. Troppo Djokovic per un Nishikori che non è stato in grado di scardinare il gioco pulito e preciso del serbo e che non è stato in grado di ripetere l’impresa che ha compiuto sui campi di Flushing Meadows nella semifinale del 2014 quando estromise dal torneo l’allora numero 1 al mondo.
Nole è stato solido, preciso, capace di non perdere il servizio in tutto il match e di salvare le sole due palle break concesse; l’unico dato “sfavorevole”, guardando le statistiche, può essere rappresentato dalle sole “quattro” break sfruttate dal serbo rispetto alle 17 che è stato in grado di guadagnarsi nei tre set. È stato proprio l’ex numero uno del mondo ad iniziare subito forte, trovando profondità con i fondamentali e cercando di far muovere il più possibile il giapponese. Questo gli ha permesso di portarsi subito sul 3 a 0: la solidità dell’ex numero 1 del mondo da fondo campo ha fatto la differenza: il rovescio lungolinea di Novak gli ha permesso di crearsi le occasioni per muovere lo scambio, mentre il giapponese ha provato a resistere, cercando di non concedere troppo campo, ma ha commesso qualche gratuito di troppo. Kei ha iniziato a conquistare i game di battuta ma non è stato in grado di trovare la chiave giusta per leggere il servizio del serbo che non ha dato alcun punto di riferimento. Nell’ottavo game Nole ha sbagliato alcuni colpi facili ma il giapponese, nonostante abbia appoggiato male la caviglia mentre si avvicinava alla rete, ha portato a casa il gioco del 5-3. Novak ha servito per chiudere il primo parziale, e dopo tre palle set, ha chiuso sul 6-3 mettendo a segno il secondo ace del match.
Il numero 6 del mondo, anche in apertura di secondo set, ha provato a fare la differenza in risposta, ha continuato a spazzolare le righe del campo e, a questo punto, l’intensità del match è aumentata. Entrambi hanno iniziato a spingere, hanno voluto muovere il gioco, e hanno cercato accelerazioni con il rovescio. Il primo game è durato oltre gli undici minuti, Novak, è sembrato più solido ma non ha concretizzato le quattro palle break concesse dal giapponese che, in questa occasione, è riuscito a salvarsi e chiudere il game. Si è giocato punto su punto con Nishikori che ha provato a verticalizzare il gioco e cercare più spesso la rete. Nel quinto game, dopo tre palle break annullate dal numero 19 ATP, Djokovic, alla quarta occasione ha ottenuto il break.
La maggiore forza mentale di Nole, ancora una volta, hanno fatto la differenza. E l’ex numero uno del mondo, senza ricorrere agli straordinari, ha portato a casa anche il secondo parziale per 6 giochi a 4. Il break nel terzo set che ha permesso al serbo di chiudere senza faticare più del dovuto è arrivato nel terzo game del match quando un Nishikori falloso e poco concreto, alla prima occasione, è stato costretto a cedere la battuta. Il momento no del giapponese è proseguito mentre Nole, punto dopo punto, è stato sempre più concreto ed è salito sul 5 a 2 dandosi la possibilità di chiudere al servizio per la finale. È stato un bellissimo rovescio lungolinea giocato in recupero a regalare a Nole l’opportunità, dopo 2 ore e 23 minuti, di accedere alla sua ottava finale a Flushing Meadows.
“Mi sento davvero bene – ha dichiarato Djokovic alla fine del match – Nishikori è uno dei giocatori che si muove meglio nel campo e non ti lascia il tempo di pensare. Gli slam sono i grandi eventi che abbiamo nel tennis. Ogni giocatore vuole giocare bene, fare bene, voglio fare bene soprattutto su questo campo dove ho i ricordi di tantissime battaglie”. Nole ha aggiunto: “Sto cercando di essere il meglio che posso, lavoro duro ogni giorno per cercare di realizzare i miei obiettivi”. “Ero un po’ stanco, dopo aver giocato match duri“, ammette Nishikori. “Ho provato a dare il 100%, ma non ci sono riuscito, certo se di là non ci fosse stato Novak, magari… merito a lui, non mi ha permesso di entrare in partita“.
In finale, adesso, l’ex numero 1 del mondo affronterà per la diciannovesima volta l’argentino Juan Martin del Potro: proprio il serbo è avanti nei confronti diretti per 14 sfide vinte a 4. Tre di queste sfide sono state vinte dall’argentino quando indossava la maglia della sua nazione: due sfide olimpiche e una vittoria in Coppa Davis. Sulla finale con Del Potro, Djokovic ha detto: “ Non ci siamo mai incontrati in una finale slam, ho un grande rispetto per lui. È una grande persona ha combattuto molto per tornare dopo i suoi infortuni. Sono sicuro che sarà un bellissimo match”.