US Open: Osaka nuova regina, a Serena Williams saltano i nervi

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US Open: Osaka nuova regina, a Serena Williams saltano i nervi

Incredibile a New York: Naomi gioca un grande match e conquista il primo Slam. Serena perde la testa con l’arbitro Ramos. Gli dà del ladro, subisce “game penalty”, poi scoppia in lacrime

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[20] N. Osaka b. [17] S. Williams 6-2 6-4 (dal nostro inviato a New York)

Una partita bella, palpitante, purtroppo rovinata alla fine da una autentica crisi di nervi di Serena Williams, che ha subito addirittura un game di penalità per aver dato del ladro all’arbitro Ramos, infuriata per una chiamata di coaching precedente. Ma nulla di tutto questo deve sminuire la splendida prestazione della ventenne Naomi Osaka, e il suo fantastico torneo. Prima giapponese di sempre a vincere un titolo Slam, sarà numero 7 del mondo.  Abbiamo assistito contemporaneamente a qualcosa di incredibile in positivo, e anche in negativo.

 

Il primo set parte subito in modo frenetico. Un paio di errori in avvio per Serena, altrettanti vincenti, un servizio imprendibile ma anche un doppio fallo, poi un ace e una bella volée: già il primo game, tenuto da Williams ai vantaggi dopo 8 punti, è bello vivace. L’impressione è che la fuoriclasse statunitense voglia evitare le pericolose partenze “diesel” delle partite precedenti, e far capire da subito a Naomi chi è che comanda. Osaka, di contro, appare un minimo contratta rispetto al solito, ma è brava a tirare il dritto con due ottimi vincenti, e tiene a sua volta la battuta, 1-1. Picchia duro Serena, con tutti i copi a partire dal servizio, tiene botta però alla grande Naomi, e un drittaccio lungo di Williams, nel terzo game, le costa il 30-40: brutto doppio fallo, il secondo, ed è break, 2-1 Osaka. Le urla “C’mon Serenaaaa!” echeggiano dopo nemmeno un quarto d’ora di match, le ragazze se le suonano di santa ragione, ci stiamo dovertendo, il livello è molto alto. Naomi è entrata in ritmo alla grande, mena dritti e rovesci da ogni angolo del campo, e con un ace allunga 3-1, che personalità. Serena alterna belle accelerazioni ed errori banali, sta commettendo un doppio fallo a game di battuta (siamo a 3), e arriva una palla del doppio break. Errore di rovescio Williams (decimo, sono tanti in 5 game), e secondo servizio ceduto, 4-1 Osaka, è un allungo che potrebbe già essere decisivo per le sorti del set. Applausi dell’intero stadio, e di Serena, per un passante di dritto in cross della giapponese, e nel punto successivo, a sottolineare una botta vincente lungolinea, arriva un “C’mon!” di Williams urlato con tutta la cattiveria del mondo.

Sta cercando di scuotersi e fa bene Serena, si conquista una palla break (la prima in suo favore), cancellata dall’ace di Naomi, ne arriva una seconda, e qui è grave il rovescio messo in rete dalla statunitense. Bastonata esterna col servizio di Osaka, che tiene di nervi e grinta, e siamo 5-1. Doppio fallo numero 4 per Williams, che riesce lo stesso ad accorciare sul 2-5, ma la situazione è preoccupante per lei. Tra un punto e l’altro, Serena boccheggia, Naomi saltella, quella tesa delle due incredibilmente non è la ventenne alla prima esperienza in finale Slam. Coerente con il suo personaggio di svagata con la testa sempre tra le nuvole, Osaka appare davvero come una che non sta dando la minima importanza a dov’è, e a contro chi sta giocando. Che fenomeno. Senza problemi, in scioltezza, Naomi chiude il set 6-2. Ricordo pochi esordi all’atto conclusivo di un Major, contro una leggenda vivente poi, gestiti e vissuti con tanta entusiasmante leggerezza. Bravissima, se Williams non cambia marcia di brutto i guai si fanno seri per lei.

Sull’1-1 del secondo set, di nuovo a rischio la battuta di Serena. Dall’angolo di Mouratoglou arriva qualche consiglio troppo udibile, e il conseguente warning per coaching. Williams, molto seccata, va dall’arbitro e gli dice “capisco che tu possa pensare che quello sia coaching, ma io non imbroglio, voglio che tu lo sappia“. Nel frattempo, Naomi continua a essere solidissima in difesa, e a picchiare come un fabbro, e si conquista la palla break. Ci vuole la miglior Serena, prima in spinta, e poi di tocco (gran palla corta) per salvarsi e salire 2-1. I “C’mon!” arrivano in serie anche da Osaka ora, il momento di tensione agonistica è evidente, e tradisce la giapponese, che mette in rete un rovescio e affronta a sua volta una palla break (la terza in tutto). Grandissimo scambio, 19 missili a tutto braccio, concluso dal lungolinea di Naomi, che annulla, ma poi va ancora sotto di un punto: la seconda opportunità per Williams viene cancellata da un ace, questa è classe. Ma siamo nella fase in cui Serena sta dando tutto, c’è la terza palla break del game, sprecata da un errore, poi la quarta, e alla fine il rovescio lungo di Osaka manda l’avversaria avanti 3-1. Ci sono volute 6 palle break alla statunitense per ottenerne uno, vediamo se l’inerzia della partita cambia.

Il sesto doppio fallo di Serena, però, seguito da un gratuito di rovescio, restituisce subito il break a Naomi, Williams infuriata frantuma la racchetta, e si prende il secondo warning, con annesso penalty point, si partirà da 15-0 per l’avversaria nel sesto game. Protesta ancora Serena con l’arbitro portoghese Carlos Ramos: “Io non ho mai imbrogliato in vita mia, non era coaching quello di prima, ho una figlia, non imbroglio, mi devi delle scuse!“, lo sfogo è quasi una crisi di nervi. Serafica e indifferente al tutto, Naomi molla quattro bastonate e pareggia 3-3. Il dritto in cross di Osaka continua a far male a Williams, che non si allunga bene sul lato destro, si conquista un’ulteriore palla break, e la trasforma passando con il dritto, 4-3. Serena continua a dirne di tutti i colori Ramos al cambio campo: “Tu stai attaccando il mio carattere, dicendo che ho imbrogliato, sei tu il bugiardo, non mi arbitrerai mai più, mi devi delle scuse, sei tu il ladro, mi hai rubato un punto!“. Inevitabile “verbal abuse”, e a questo punto viene annunciato “game penalty”. Arriva il supervisor sul campo, Serena è sull’orlo delle lacrime. “Mi è successo troppe volte questo, non è giusto, lo so che non puoi cambiare questo, ma non è giusto!“, che dramma, roba mai vista. Nulla da fare però, 5-3 d’ufficio, e serve di nuovo Williams. Tiene a zero di rabbia Serena, 5-4, e continua a protestare con il supervisor, adesso sta apertamente piangendo, è una scena surreale e sinceramente triste, non in positivo. Ricorda la scenata del 2009 contro Kim Cljisters, con il litigo con la giudice di linea, e la conseguente squalifica.

Senza fare una piega, Naomi tiene il servizio a 30, e chiude lo US Open femminile con una battuta vincente esterna, conquistando il suo primo Slam in un’atmosfera purtroppo molto strana, che peccato. Fantastica Osaka a non scomporsi nella caciara che si è scatenata, una serenità mentale incredibile. Serena la abbraccia e si scusa con lei, ma poi va ancora a muso duro a chedere conto del suo operato a Ramos. Rimane una favolosa cavalcata di questa ragazza così fuori dagli schemi, solare, ma fortissima, la speranza è che questo primo grande trionfo non venga ricordato più per l’autentico “sbrocco” di Williams. Perchè stasera è definitivamente nata una stella, e brillerà a lungo.

Non voglio parlare di nulla, vi dico solo che lei ha giocato alla grande, ha vinto il suo primo Slam“, dice Serena in lacrime alla fine. “Siamo positivi, e festeggiamo Naomi, basta fischi, congratulazioni  a lei, se lo merita. Spero tanto di tornare qui a giocare l’anno prossimo“. Tanto istintiva ed emotiva in campo, altrettanto consapevole e sportiva nel voler subito smorzare i toni dopo il match per non rovinare la festa di Osaka, almeno questo a Williams va riconosciuto. “Mi dispiace che sia finita così, so che tutti facevano il tifo per lei“, dice quasi sottovoce una dolcissima Naomi.Grazie per aver guardato la partita. Significa molto per me che mia mamma sia venuta a vedermi, non lo fa spesso. Sognavo di giocare con Serena in una finale allo US Open, sono felice che sia potuto succedere, grazie”.

Resiste quindi il record di 24 Slam di Margaret Court, curiosamente conquistato qui allo US Open questo stesso giorno di 45 anni fa, l’8 settembre del 1973.

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Ufficiale: da quest’anno lo US Open in chiaro

SuperTennis trasmetterà l’ultimo Slam stagionale in chiaro gratuitamente, dopo oltre trent’anni

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Grandstand - US Open 2022 (foto Twitter @atptour)

Come già preannunciato la settimana scorsa, lo US Open torna in chiaro sulla televisione italiana dopo 34 anni. Il canale televisivo SuperTennis gestito dalla Federazione Italiana Tennis e Padel annuncia di aver trovato l’accordo con la United States Tennis Association (la federtennis statunitense) per acquistare in esclusiva tutti i diritti media dello US Open, in un accordo pluriennale. Nel comunicato si legge che: “SuperTennis trasmetterà i match più importanti sia in diretta che in differita nell’arco delle 24 ore, mentre, in aggiunta, la piattaforma digitale SuperTenniX darà ai tesserati FITP e ai propri abbonati la possibilità di vedere tutte le partite del torneo in streaming”.

SuperTennis è visibile sul canale 64 del digitale terrestre e sul canale 212 di Sky Sport. SuperTenniX è scaricabile da Google Play, Apple Store e Prime Video ed è visibile gratuitamente da tutti i tesserati FITP o a pagamento dai non tesserati. L’abbonamento costa 3,99 euro al mese o 34,99 all’anno.

“La Federazione Italiana Tennis e Padel prosegue nella sua politica di sviluppo attraverso la promozione del Grande Tennis nel nostro Paese – ha commentato il Presidente Angelo BinaghiDopo aver fondato, 15 anni fa, il canale SuperTennis, riportando così il nostro sport nelle case di tutti gli italiani, e dopo aver riaperto una finestra in chiaro su Wimbledon, siamo ora orgogliosi di mettere a disposizione di tutta la vasta platea degli appassionati tricolori un altro dei quattro tornei più importanti del mondo. Gli US Open sono una delle competizioni che di recente ci hanno regalato le migliori soddisfazioni, inclusa la storica finale del 2015 vinta da Flavia Pennetta su Roberta Vinci, e, qualora questa fresca tradizione venga riaffermata nei prossimi anni sotto gli occhi del grande pubblico televisivo nazionale, ritengo che SuperTennis possa così contribuire non solo a promuovere vieppiù il tennis ma anche a incentivare i nostri giocatori a migliorarsi e a guadagnare in popolarità”.

 

Kirsten Corio, Chief Commercial Officer, USTA: “SuperTennis ha dimostrato di essere una fidata casa dello sport in Italia. Con così tanti giocatori italiani in questa nuova generazione di astri nascenti, è il momento ideale per dare il via a questa nuova collaborazione. Non vediamo l’ora di iniziare il lavoro a fianco di SuperTennis, con il comune obiettivo di accrescere sempre più la visibilità dello US Open”.

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Flash

Jake Garner sarà il nuovo giudice arbitro dello US Open

L’ex giudice di sedia Jake Garner è stato nominato referee dello Slam newyorchese a partire da quest’anno

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Arthur Ashe Stadium - US Open 2021 (foto Twitter @usta)

L’ex giudice di sedia Jake Garner è stato nominato dalla USTA referee (giudice arbitro) dello US Open, un ruolo centrale nella conduzione dell’ultimo Slam dell’anno. A partire dall’edizione 2023, lo statunitense famoso per aver fatto infuriare Roger Federer (durante la finale dello US Open 2009, il campione svizzero contestò animatamente la sua decisione di concedere la verifica elettronica a Del Porto, nonostante la richiesta fosse giunta con un certo ritardo), si occuperà dei sorteggi dei tabelloni, della preparazione del programma giornaliero degli incontri e supervisionerà il lavoro dei suoi ormai ex colleghi arbitri.

Garner è stato giudice di sedia nella cerchia ristrettissima dei possessori del Gold Badge dal 2008 al 2016 e ha condotto ben 18 finali Slam, 4 finali di Coppa Davis, una finale di BJK Cup e la finale maschile dei giochi olimpici di Pechino 2008. In questi anni, ha svolto diversi ruoli (Senior Director, Professional Pathway, Officianting) per conto della USTA, la Federazione del tennis statunitense e l’anno scorso è stato assistente del referee dello US Open, Wayne McKewen che ha ricoperto questo ruolo nel 2021 e nel 2022, che, da quest’anno, sarà Grand Slam Supervisor.

 

“Jake è uno degli arbitri più noti e rispettati al mondo e abbiamo grande fiducia nelle sue capacità e, insieme a Melanie a Andrew, garantirà che lo US Open sia arbitrato ad alti livelli di professionalità e integrità” ha detto la direttrice del torneo Stacey Allaster. Melanie Tabb sarà l’assistente di Garner ed Andrew Walker sarà Chief Umpire del torneo.

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Flash

Il governo USA metterà fine allo stato d’emergenza COVID entro maggio. Via libera per Djokovic?

L’amministrazione Biden sta per approvare una legge per concludere lo stato d’emergenza sanitaria. Potrebbe essere rimosso l’obbligo di vaccinazione per i visitatori

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Novak Djokovic - 2021 US Open (Jed Jacobsohn/USTA)

Il parlamento statunitense sta considerando una proposta di legge chiamata “Pandemic Is Over Act” che si pone come obiettivo quello di mettere fine allo stato di emergenza sanitaria dichiarato quasi tre anni fa a causa dell’epidemia di COVID-19, il New York Times ha pubblicato nella serata di lunedì.

Questa proposta di legge e altre che sono anch’esse al vaglio dell’esecutivo creerebbero le condizioni per passare ad una nuova fase di controllo della pandemia che però non prevederebbe le misure straordinarie che sono state in vigore fino a questo momento. Una volta approvate queste norme, poi, il governo Biden ha lasciato intendere che non estenderà il formale stato di emergenza che al momento dovrebbe scadere il prossimo 11 maggio.

Tra le norme legate all’emergenza sanitaria c’è anche quella che prevede la presentazione del certificato vaccinale per tutti i non americani e non residenti negli USA che vogliano entrare nel Paese, norma che durante l’ultimo anno ha impedito al neo n. 1 del mondo Novak Djokovic di disputare i tre Masters 1000 che si disputano sul territorio statunitense (il BNP Paribas Open di Indian Wells, il Miami Open e il Western&Southern Open di Cincinnati) così come lo US Open a Flushing Meadows.

 

Il prerequisito è tutt’ora in vigore formalmente per tutti i visitatori stranieri che vogliono entrare nel Paese per via aerea, e sostanzialmente anche per chi entra via terra, nonostante la norma non venga ormai più fatta rispettare da qualche tempo ai posti di frontera tra gli USA e il Canada o il Messico. La norma è formalmente in vigore fino al 10 aprile prossimo, anche se naturalmente potrebbe essere estesa o revocata in ogni momento

Tuttavia anche se dovessero essere approvate le leggi per gradualmente rimuovere lo stato di emergenza sanitaria, non è automatico che anche le condizioni per poter entrare negli Stati Uniti come straniero verranno adeguate di conseguenza. È infatti consuetudine imporre condizioni molto più stringenti per gli stranieri che cercano di entrare sul territorio del proprio Stato di quelle che invece vengono imposte ai cittadini dello Stato stesso. In ogni caso, siccome gli USA sono uno dei pochi Paesi che ha mantenuto questo prerequisito che invece è stato fatto decadere in gran parte del pianeta, è verosimile pensare che ci potrebbe essere un adeguamento nel corso dei prossimi mesi che potrebbe spalancare le porte alla partecipazione di Djokovic almeno ai tornei estivi sul cemento americano, dato che sembra improbabile che le cose possano cambiare abbastanza velocemente da permettergli di essere ai nastri di partenza dei tornei del Sunshine Double in marzo.

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