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Il tabellone di Pechino: Halep e Garcia, è ora di rialzarsi
A Pechino le gerarchie potrebbero subire altri scossoni. La campionessa in carica è chiamata a ritrovare sé stessa, Barty da forfait e fa saltare Keys-Osaka

In attesa di conoscere chi tra Aryna Sabalenka ed Anett Kontaveit alzerà il trofeo di Wuhan, le migliori giocatrice del circuito WTA sono già a Pechino, torneo combined che si colloca nella categoria Premier Mandatory per le ragazze.
A poche ore dal sorteggio del tabellone c’è stato già un forfait significativo. Si tratta di Ashleigh Barty, fermata da un infortunio al braccio destro, acutizzatosi nel match di semifinale contro Sabalenka a Wuhan. A prendere il suo posto in tabellone sarà Madison Keys, che quindi non affronterà Osaka come inizialmente previsto dall’urna. La statunitense non potrà però usufruire del vantaggio offerto alla giocatrice australiana: il torneo di Pechino permette infatti alle quattro giocatrici che hanno raggiunto la semifinale a Wuhan di usufruire di un bye al primo turno. Sabalenka, Wang e Kontaveit esordiranno infatti a partire dal secondo round.
Keys è finita perciò nell’ottavo di finale della numero uno del mondo Simona Halep. La campionessa del Roland Garros è chiamata a riscattare un periodo arido di successi, dopo le tre sconfitte consecutive al primo turno. La pressione sulle sue spalle sarà ancora maggiore nel torneo cinese: dopo una qualificata all’esordio sfiderà Vekic o Sakkari al secondo turno e poi, eventualmente, la semifinalista uscente dell’US Open. Nel quarto di Halep ci sono anche Petra Kvitova (t.d.s 5) e Sloane Stephens, che ha giocato contro Simona la finale dell’Open del Canada.
Non sarà comodissimo l’avvio di torneo per Angie Kerber, subito opposta a Kiki Mladenovic e – in caso di vittoria – a Carla Suarez Navarro nel secondo turno. La sua probabile avversaria nei quarti di finale è la tennista del momento, la campionessa di Flushing Meadows Naomi Osaka. La nipponica, che si è ritirata dal torneo di Wuhan per un malessere virale, debutterà contro una qualificata e l’unico ostacolo verso i quarti sembra essere Julia Goerges.
Nella parte bassa del tabellone non è andata benissimo a Caroline Wozniacki, in rotta di collisione in ottavi con un’Anett Kontaveit in gran spolvero, che prima dovrà vedersela (Siegemund permettendo) con Dasha Kasatkina. La possibile avversaria della danese nei quarti è Elina Svitolina, ma Caroline dovrà prestare attenzione sin da subito a Belinda Bencic.
Nell’altro spicchio di tabellone comandano Karolina Pliskova, campionessa a Tokyo, e Caroline Garcia. La francese (t.d.s. 4) è la detentrice del titolo, ma quest’anno sembra le manchi quella forza dirompente che dodici mesi fa le permise di sbaragliare la concorrenza nel finale di stagione e guadagnare in extremis la qualificazione al Masters. La francese potrebbe sfidare già al terzo round Garbine Muguruza, all’ultima chiamata per rincorrere la remota possibilità di andare a Singapore. Pliskova ha invece dalla sua il pericolo Ostapenko, che al primo turno affronta la nobile decaduta Sam Stosur.
Quarti teorici:
(1) Halep – (5) Kvitova
(3) Kerber – (8) Osaka
(7) Ka. Pliskova – (4) Garcia
(6) Svitolina – (2) Wozniacki
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Iga Swiatek, terza semifinale al Roland Garros: i numeri del suo dominio
Dalle vittorie consecutive ai giochi lasciati per strada: la polacca si inserisce tra le migliori giocatrici della storia di questo torneo

“Il 2020 è stato un anno difficile. Non la definirei una buona stagione. Il Roland Garros è stato il mio unico buon torneo. Il tabellone non è molto fortunato, mi sono detta, vedendo che avrei dovuto affrontare Vondrousova, quindi non mi importa, ci proverò e basta”. Eccome se ci ha provato:” 6-1, 6-2, 6-1, 6-4, 6-3, 6-2, 6-1 6-2, 6-3, 6-1, 6-2, 6-1, 6-4, 6-1. La diciannovenne polacca Iga Swiatek ha vinto il Roland Garros 2020 senza perdere un set. Il resto è storia.
Dopo altre quattro partecipazioni, la numero uno del mondo è oggi alla sua terza semifinale a Parigi: meglio di lei, nelle prime cinque partecipazioni al French Open, soltanto Chris Evert (5/5) e Monica Seles (4/5). Le altre due volte, poi ha vinto il torneo. Con Iga, il circuito ha ritrovato una dominatrice. Da uno stato di perenne incertezza (che in realtà ancora pervade i ranghi inferiori) si è innalzata una giovane donna saggia, inarrestabile e coraggiosa (la coccarda gialloblù che porta sul cappellino ne è una prova).
Ma non è che Iga domina un po’ troppo? Fin qui, a Parigi ha concesso la miseria di quindici game, la prima a lasciarne così pochi da Conchita Martinez nel 1995. Addirittura, l’ultimo set perso risale agli ottavi della scorsa edizione. Nel processo, ha già realizzato quattro bagel: sono in tutto tredici solo in questo 2023.
Dodici invece le vittorie consecutive a Parigi: dal 2020 ha perso una sola partita, contro Maria Sakkari ai quarti dell’edizione 2021. È la quarta tennista più giovane a raggiungere tale striscia: sopra di lei, solo Immortali come Monica Seles, Steffi Graff e Chris Evert.
Spesso si dice che i grandi numeri non facciano giustizia ai grandi campioni. Sicuramente oggi servono a inquadrare la numero uno, che ha fatto dei risultati netti e delle vittorie schiaccianti il suo tratto distintivo.
“Riesci a goderti i momenti in cui vinci i match e vai avanti in tabellone? O si riduce tutto al lavoro?” “Devo ancora imparare a godermela mentre gioco e vinco, perché quando finisco le partite di solito penso a quelle successive. Le sensazioni positive arrivano dopo il torneo. Spero di migliorare.”, risponde la fredda campionessa Iga Swiatek, ancora divisa fra un po’ di ingenuità giovanile e la saggezza della campionessa affermata. Domani, sulla rossa terra di Parigi affronterà la brasiliana Haddad Maia, alla prima semifinale slam, con palmares e personalità opposte. Quest’ultima viene da dodici ore di gioco, Iga da meno di sei. “Ti preoccupa arrivare in fondo agli slam poco allenata?” “No, posso gestire la cosa. Non credo che mi sentirò arrugginita quando dovrò giocare i punti importanti”. Il ruolo di favorita, Iga Swiatek ce l’ha nel sangue.
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Roland Garros, Swiatek è ancora troppo forte per Gauff: la numero uno è in semifinale contro Haddad Maia [VIDEO]
Qualche errore di troppo della numero uno del mondo tiene in vita Coco, che ci prova per tutto il primo set, ma nel momento decisivo Swiatek azzanna la partita e si regala un’altra semifinale

[1] I.Swiatek b. [6] C.Gauff 6-4 6-2
Troppo poche ancora le frecce nella faretra di Coco Gauff, o almeno sono troppo poche per impensierire la numero uno del mondo, o meglio il rullo compressore Iga Swiatek. L’americana prova fin dall’inizio a mettere pressione alla polacca, giocando in maniera aggressiva e propositiva. Ma, nonostante alcune iniziali incertezze di Iga, una prima di servizio non pervenuta non può che portare alla netta affermazione della detentrice del titolo. Swiatek, che sale 7-0 nei precedenti contro Gauff (tra i quali spiccava ovviamente la finale del 2022, terminata 6-1 6-3) affronterà ora Beatriz Haddad Maia, che ha sconfitto poco fa Ons Jabeur.
Primo set: Swiatek sembra in difficoltà, ma poi piazza la zampata
Coco parte bene col dritto e col rovescio, cercando di mostrarsi aggressiva e di mettere pressione a Swiatek, che dal canto suo commette molti errori, al momento di chiudere il punto. All’americana manca però il servizio: dopo trentasette minuti, sul 4-4, la percentuale di prime è ferma ad un misero 37 per cento. Un 4-4 maturato dopo un break (quello di Swiatek, al quarto gioco) ed un immediato controbreak.
La risposta che la numero uno del mondo affossa in rete, risposta che l’avrebbe mandata a servire per il set sul 5-3, palesa l’evidente stato di vulnerabilità in cui si trova ora la polacca, costretta più volte a salvarsi in difesa per respingere le incursioni della sua avversaria. Quando però Gauff va a servire per salvare il set sul 4-5, gira il vento, e gira la partita: nel momento più importante, la non a caso numero uno del mondo vince quattro punti consecutivi, ritrova i vincenti e vince sei giochi a quattro il primo set; infine, si invola in spogliatoio con, in mano, il suo taccuino degli appunti.
Secondo set: Swiatek salva tre palle break e poi si invola verso la vittoria
In apertura di secondo parziale, Coco Gauff prova a variare, a tentare qualche mossa estemporanea quando si trova a favore di vento. Sull’1-1, nel corso di un game di sette minuti, ottiene tre pallebreak, ma finisce per dilapidarle, una dopo l’altra. In particolare, sul 30-40, alla seconda tenera e centrale della sua avversaria oppone un diritto fuori giri, che la fa apparire più diciannovenne che mai.
Gol sbagliato, gol subito: lo sappiamo come vanno le cose, soprattutto se davanti si ha la numero uno del mondo. Ed ecco che sul 2-3 la testa di serie numero sei commette prima un doppio fallo, e poi un grossolano errore di diritto: in breve è 4-2, e poi 5-2 Swiatek. La polacca chiude poco dopo: finisce 6-4 6-2, come il loro ultimo match a Dubai, in un’ora e ventotto. Affronterà la brasiliana Haddad Maia, alla prima semifinale in carriera. Ora più che mai, è lei la grande favorita di questo Roland Garros 2023.
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Roland Garros: Haddad Maia non si arrende mai, un’altra rimonta con Jabeur vale la prima semifinale Slam [VIDEO]
Beatriz Haddad Maia non sente la stanchezza dei turni precedenti e ribalta anche Ons Jabeur. È la prima brasiliana a raggiungere una semifinale a Parigi nell’era Open

[14] B. Haddad Maia b. [7] O. Jabeur 3-6 7-6(5) 6-1
Una grinta pazzesca, un grande cuore e un’altra rimonta vincente, la terza consecutiva. Beatriz Haddad Maia, attuale n° 14 del mondo (ma sarà in top ten la prossima settimana) e mai oltre il secondo turno di un torneo dello Slam prima di questo Roland Garros, sconfigge anche la settima testa di serie Ons Jabeur per 3-6 7-6 6-1 in 2 ore e 31 minuti, e raggiunge la semifinale nel Major parigino. Una vittoria meritata, per quanto visto, soprattutto per l’atteggiamento della brasiliana, che forse a un certo punto era l’unica a credere di poter ribaltare un’altra partita, dopo quelle con Alexandrova e Sorribes-Tormo e dopo essere stata in campo – solo guardando al singolare – quasi 10 ore e 30 minuti prima del match con la tunisina, circa il doppio rispetto alla rivale. Curioso inoltre constatare che la brasiliana in totale ha passato in campo 12 ore e 55 minuti, contro le 10 ore e 52 di Alcaraz. Eppure, dopo un inizio in cui le energie residue parevano poche e un parziale d’apertura perso, Haddad è rimasta attaccata a ogni singolo punto, ha avuto ragione al tie-break del secondo e ha dominato il terzo, approfittando di un’inerzia cambiata e di una contendente paradossalmente più stanca di lei. Haddad Maja diventa così la prima brasiliana nell’Era Open a raggiungere la semifinale al Roland Garros (l’ultima semifinale con una brasiliana risale a Maria Bueno, US Open 1968), e sfiderà la vincente di Swiatek-Gauff.
Primo set: palle corte e maggiore freschezza atletica. Jabeur è avanti
Haddad Maia sembra inizialmente peccare di reattività. Lo stress fisico e mentale delle scorse interminabili partite pare farsi sentire e il break immediatamente subito a -15 potrebbe essere un segnale di un’impossibilità a disputare un altro incontro alla pari, peraltro al cospetto di una tennista con più soluzioni di lei, tra cui la palla corta, sfruttata al meglio fin dallo start, soprattutto con il rovescio. Jabeur regala però il controbreak (comunque 2-1 per lei) con qualche errore di troppo, ma i due game lottati che seguono finiscono entrambi nelle sue tasche. 4-1 per la tunisina, anche se Haddad Maia è fermamente intenzionata a non deporre le armi troppo facilmente. La brasiliana alza infatti il livello e rientra fino al 3-4, aggredendo in risposta sulle seconde tenere di Ons e recuperando il break, ma un pessimo game sulla propria battuta (condito da due rovesci lunghi di metri) la riporta con la testa sott’acqua. E con due prime vincenti sul 30-30 – nel momento di servire per il parziale sul 5-3 – il set d’apertura è appannaggio della n° 7 al mondo.
Secondo set: andamento più lineare e nessun break, ma il tie-break è di Haddad Maia
La montagna da scalare per Haddad Maia ha la parvenza a questo punto di essere quasi insormontabile, ma la nativa di San Paolo non vuole lasciare nulla di intentato. I suoi primi tre turni di battuta scivolano via rapidi, ma l’avversaria risponde colpo su colpo. Si giunge dunque al 3-3 con meno scossoni rispetto al precedente parziale e, per giunta, senza la concessione di nessuna palla break, grazie a un’efficacia con la prima migliorata da ambo le parti. La quattordicesima testa di serie del torneo si salva anche nel settimo game recuperando da 15-30 con un ottimo schema servizio-dritto e va a sedersi in vantaggio grazie ai successivi due errori di Jabeur, ma quest’ultima rimane sempre in scia. Anzi, Ons perde soli tre punti in cinque turni di battuta (un gioco ai vantaggi e ben quattro tenuti a zero), mentre Haddad Maia salva le prime due opportunità di break del set nell’undicesimo gioco e si assicura perlomeno il tie-break. Tie-break che arriva al termine di un dodicesimo gioco nel quale la tunisina salva un set point, o meglio, lo spreca Haddad con una risposta in corridoio su una seconda di servizio non irresistibile. Ma Jabeur è in preda all’ansia di vincere, abusa delle palle corte mentre la rivale prende fiducia e capisce la tattica ripetitiva dell’ex finalista di Wimbledon e dello Us Open. E sul 6-5, ancora con il dritto lungolinea perfetto dopo un servizio mancino in slice, allunga la partita al terzo.
Terzo set: dominio di Haddad Maia, alla terza rimonta consecutiva e per la prima volta in semifinale in un Major
L’inerzia del match è decisamente cambiata. Jabeur è tramortita dal set perso e gioca contratta, mentre la brasiliana colpisce libera e sciolta, aggredendo appena può, specie, come aveva fatto fino a quel momento, sui teneri servizi della giocatrice africana. Haddad sale così 3-0 con doppio break in un batter d’occhio – peraltro con un game di servizio senza lasciare per strada nemmeno un -15 – e la seguente reazione di Ons, che inizia ad accusare anche qualche piccolo problemino fisico alla coscia, produce ben poco, se non il recupero di uno dei break, subito riconcesso al termine di un gioco laborioso per il 4-1. Il 5-1 che ne scaturisce, alla fine di un game da 16 punti e con 4 palle di un nuovo controbreak non concretizzate, è la pietra definitiva sulla battaglia sportiva, perché la tunisina non ci crede più, ha finito la benzina, fisica e nervosa, e capitola per 6-1. Haddad Maia, incredula e con le mani nei capelli sull’ultimo dritto sparato fuori dalla tunisina, prosegue dunque nel suo sogno.