Un brivido, ma Fognini va. A Pechino è semifinale con Del Potro

ATP

Un brivido, ma Fognini va. A Pechino è semifinale con Del Potro

Italia vendicata dal suo numero uno, che batte in due set lottati Fucsovics nonostante un infortunio alla caviglia nell’ultimo game. Lo attende un ostacolo importante, ma l’eventuale finale potrebbe essere molto più semplice

Pubblicato

il

 

Come quasi sempre gli è riuscito in Coppa Davis, Fabio Fognini è sceso in campo contro chi aveva sconfitto i compagni di maglia azzurra e ha rimesso le cose a posto. Al China Open ognuno gioca per sé, ma ci deve essere stata senza dubbio una piccola soddisfazione aggiuntiva per Corrado Barazzutti – al seguito del numero uno d’Italia nella trasferta ad est – nel vederlo vincitore con un doppio 6-4 nel quarto di finale contro Marton Fucsovics, che nei due turni precedenti aveva eliminato prima Andreas Seppi e poi Marco Cecchinato negandogli due derby tricolori. Il vantaggio logistico – e perché no l’odore dei soldi, visto il montepremi più che doppio rispetto al parallelo Rakuten Open di Tokyo – aveva spinto in gruppo gli italiani verso la Cina, cuore pulsante dello swing asiatico che culminerà la prossima settimana nel Masters 1000 di Shanghai.

Per Fognini però non è ancora tempo di pensarci: nel mezzogiorno orientale è stato il primo a raggiungere le semifinali dell’affollato torneo ATP 500 di Pechino, che sui suoi numerosi campi ospita in contemporanea un WTA Premier Mandatory e ha dichiarate velleità di upgrade anche nel circuito maschile. È servita una prestazione tosta e concentrata dall’inizio alla fine da parte di Fognini, bravo a non scendere mai di livello per più di due o tre punti consecutivi. Fucsovics si è difeso in maniera proattiva, è stato un pericolo sulla direttrice del suo dritto, e ha provato quanto possibile a tenere l’incontro sui suoi colpi più affidabili. Il break per portarsi in vantaggio lo ha trovato sempre Fabio però, a metà di ogni set, mentre nonostante le numerose opportunità concesse il suo servizio non ha mai ceduto fino al game del doppio match point annullato.

Nulla da rimproverare per non aver chiuso prima, perché l’ungherese è stato bravo su entrambi. C’è stato però il concreto rischio che il breve prolungamento potesse rivelarsi fatale: nuovamente alla battuta per chiudere i conti, Fognini ha appoggiato male la caviglia destra nel primo scambio e ha lasciato andare un gemito di dolore, zoppicando fino alla sedia del giudice di linea dove si è seduto con il volto coperto dalle mani. Si è temuto il peggio, anche perché nel tennis non è purtroppo così raro di vedere un giocatore incapacitato a proseguire un incontro ormai giunto alla conclusione. Invece dopo qualche istante Fabio si è rialzato senza neppure l’intervento del fisioterapista e, complice un avversario generoso sui primi due punti alla ripresa del gioco, è riuscito a completare l’opera senza sforzare ulteriormente il piede.

Si spera che si sia trattato soltanto di uno spavento, e che nelle prossime ventiquattro ore la prevenzione sarà estrema. Al prossimo turno servirà il Fabio migliore: oltre la rete, nella sfida che vale la prima finale di livello dall’agosto 2015, ci sarà Juan Martin del Potro, stra-vincente su Filip Krajinovic. L’argentino ha appena ricevuto la notizia della matematica qualificazione per le ATP Finals ed è l’ultimo top 10 affrontato da Fognini, in finale a Los Cabos questa estate. Il ricordo è più che positivo, visto che arrivarono una vittoria schiacciante e il primo titolo su un cemento simile a quello di Pechino. Nel caso in cui si dovesse ripetere, ci si potrebbe iniziare ad aspettare qualcosa dal ligure anche dai tornei sul duro, una fetta assai consistente del circuito. Solo a quel punto i discorsi su top 10 e Finals sarebbero meno campati in aria.

Sia Fognini che Del Potro possono già allungare l’occhio sulla coppa, perché quella di domani sa tanto di finale anticipata. Nell’altra metà di un tabellone privo di Fab Four (per Pechino si tratta soltanto della seconda volta dal 2009) sono rimasti infatti soltanto Kyle Edmund e Nikoloz Basilashvili, minacce non all’altezza di quella che Fabio e “Palito” possono essere l’uno per l’altro. Il britannico, ancora a secco di titoli nel circuito, ha superato Dusan Lajovic per la prima vittoria in due set del suo torneo ed è chiaro favorito sul georgiano, il quale ha lasciato appena quattro game alla versione inefficace del Malek Jaziri che il giorno precedente aveva intontito di slice Sascha Zverev. L’occasione è ghiotta, quasi irripetibile. Si spera che lo stesso bandierone “Italia” che sventolava oggi sul Lotus Court possa farlo anche domenica sera.

Risultati:

[4] F. Fognini b. M. Fucsovics 6-4 6-4
[1] J.M. del Potro b. F. Krajinovic 6-3 6-0
[5] K. Edmund b. [Q] D. Lajovic 6-3 7-6(4)
N. Basilashvili b. M. Jaziri 6-2 6-2

Il tabellone completo

La Race to London aggiornata

Continua a leggere
Commenti
Advertisement

⚠️ Warning, la newsletter di Ubitennis

Iscriviti a WARNING ⚠️

La nostra newsletter, divertente, arriva ogni venerdì ed è scritta con tanta competenza ed ironia. Privacy Policy.

 

Advertisement
Advertisement
Advertisement