Djokovic è ingiocabile, Shanghai è sua per la quarta volta

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Djokovic è ingiocabile, Shanghai è sua per la quarta volta

Nole non lascia possibilità a un Coric generoso: 32esimo Masters 1000 per lui, Nadal adesso è vicinissimo in classifica e la sua leadership è in serio pericolo

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Non basta. Non basta mai. Non basta nulla. Non basta la tenacia di un ammirevole Borna Coric per battere nella finale del Masters 1000 di Shanghai un sontuoso Novak Djokovic. Il fenomeno serbo vince l’incontro con il punteggio tanto severo quanto inappellabile di 6-3 6-4. Perfezione al servizio, intensità paurosa nello scambio da fondo e due break per set. È la dura legge di Nole. Per lui si tratta del quarto trionfo nel più prestigioso dei tornei in terra d’oriente su quattro finali e del 32esimo Masters 1000 in carriera. In totale fanno 72 titoli nel circuito ATP, 4 in questa stagione partita con così tanti dubbi e che probabilmente finirà con altrettante certezze. Forse persino quella di essere in assoluto il migliore tennista al mondo. Rafa Nadal, attualmente n.1 del ranking, dista solo 215 punti ma nella Race il suo vantaggio è di appena 35 punti. L’iberico tornerà in campo a Bercy. La sfida tra titani è aperta. Ma in questo torneo Nole ha dimostrato di essere di nuovo ingiocabile.

Coric si presenta in campo con una vistosa fasciatura alla coscia destra. Ma il problema muscolare non sembra affatto condizionarlo. Infatti la partita entra subito nel vivo per merito di entrambi i giocatori. Le percentuali di prime in campo sono molto alte sia per Djokovic che per Coric. Quando si entra nello scambio il giovane croato cerca di comandare. Il fenomeno serbo ribatte tuttavia colpo su colpo e dà la sensazione di poter alzare ulteriormente l’asticella. E questo è ciò che succede nel sesto gioco del primo parziale. Nole si porta avanti 0-30. Con grande coraggio e resilienza, Coric rimedia allo svantaggio portando il game ai vantaggi. A tradirlo è però il suo colpo più sicuro, ovvero il rovescio. Due errori di misura regalano a Nole il break. Ulteriormente rassicurato dal vantaggio acquisito, il 14 volte campione Slam diventa sempre più implacabile. Coric è costretto a fare miracoli per conquistarsi un punto. Ma i miracoli hanno i numeri contati e Djokovic porta a casa brillantemente con la battuta a disposizione il primo set per 6-3 in 38 minuti.

La coscia destra dà fastidio e allora nella pausa il 21enne di Zagabria decide di chiamare il fisioterapista. Ma a dargli ancora più fastidio è quella maledetta palla che torna sempre indietro dal muro di gomma serbo. Nel gioco d’apertura, Coric cede di nuovo la battuta con un disgraziato tentativo di serve and volley, sintomo evidente della sua esasperazione. Djokovic prende così immediatamente il largo anche nel secondo parziale. In preda ad una forma di cannibalismo tennistico, Nole prova nel turno di risposta successivo ad azzannare definitivamente il match. Coric tira fuori il suo istinto di sopravvivenza, salvando quattro palle break in un estenuante game di oltre 12 minuti. Gli applausi del pubblico cinese per la tenacia sono più che meritati. Anche gli dei del tennis sembrano voler premiare il croato che sotto 3 a 2 insidia per la prima volta Djokovic in risposta. Sul 30 pari Nole sfodera però tutta la sua classe, concludendo un gran scambio con una splendida stop volley.

Il suo grido di battaglia risuona in tutta l’arena. Coric si conquista addirittura una palla break ma non riesce a  completare l’opera. Sotto 5 a 3 e servizio, il croato va sotto 0-40, concedendo così tre match point. L’incontro sembra chiuso. Ma lo spirito di sopravvivenza, nella forma di un lob chirurgico e un dritto vincente, e le incertezze sullo smash di Nole, lo tengono nuovamente in vita. L’epilogo è però solamente rimandato. Con la battuta a disposizione, Djokovic chiude il match su un errore in lunghezza di Coric dopo un’ora e 37 di tennis molto godibile. Ed è proprio per il servizio che verrà ricordato il dominio di Nole in questo Masters 1000 di Shanghai. Nessuno è riuscito a sfilarglielo. Anche in finale ha conquistato l’88% di punti con prima e il 70% con la seconda. Cifre da big server che lo rendono sempre più inavvicinabile per tutta la concorrenza.

Come detto, Djokovic è adesso vicinissimo a riconquistare il primo posto in classifica che manca da quasi due anni esatti (perse la vetta il 31 ottobre 2016, per non ritrovarla più). Grazie al conforto dei 180 punti conquistati a Bercy lo scorso anno, che spariranno però tra due settimane, Nadal dovrebbe riuscire a conservare la vetta fino all’ultimo Masters 1000 stagionale a meno che il serbo decida di scendere in campo a Basilea o Vienna, eventualità che il serbo ha lasciato intendere come possibile: in quel caso, raggiungendo la finale in uno dei due tornei, il serbo strapperebbe il primo posto al rivale spagnolo. Qualora invece entrambi dovessero tornare in campo a Bercy, i due comincerebbero il torneo con 35 punti di distacco sempre a favore di Nadal: Djokovic sarebbe sicuro di operare il sorpasso arrivando in finale (non contro Nadal, ovviamente) ma in generale gli basterebbe vincere una partita in più del suo rivale per colmare la distanza e tornare in vetta alla classifica.

Risultato:

[2] N. Djokovic b. [13] B. Coric 6-3 6-4

Il tabellone completo
La Race to London aggiornata 

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