Possono ritenersi decisamente soddisfatti gli emiri a capo del centomila dollari di Dubai, sapientemente collocato sotto la luce di ogni riflettore disponibile nel deserto tennistico del mese di dicembre: già abili ad allettare con ospitalità sfarzosa e impensabile per la categoria addirittura nove giocatrici comprese tra le prime cento del mondo, roba da International di livello bassino ma nemmeno poi così tanto, se ci pensiamo bene, gli organizzatori potranno godersi domani i quarti di finale sognati.

Per regalare la perfezione al percorso delle teste di serie è mancato pochissimo, ma a Sorana Cirstea, settima favorita in gara e invero reduce da un finale di stagione tribolato, non è riuscita l’impresa di completare il puzzle. Delle otto giocatrici di maggior pregio e miglior classifica presenti, solo la rumena dovrà marcare visita in sede di quarti di finale, essendo riuscita a racimolare la miseria di due giochi nella secca sconfitta patita per mano di Shuai Peng, una che comunque vale molto più di una classifica mutilata da una storia un po’ sfortunata, un po’ surreale.

Per le restanti vedette invece tutto liscio o quasi, avverbio necessario per merito e colpa di Victoria Kuzmova, costretta a rimontare un break di svantaggio nel terzo a Mandy Minella, altra ex prime cento intenzionata a tornare nell’élite dopo la maternità. Pochi grattacapi per Mladenovic – sempre che Kiki non consideri grattacapo il fatto stesso di ritrovarsi a giocare nell’inverno emiro dopo essere stata top ten poco più di un anno fa – Stefanie Voegele, Tatjana Maria, Evgeniya Rodina, Mona Barthel e per Tamara Zidansek, ventunenne slovena di cui, infortuni permettendo, sentiremo presto parlare (anche se noi la preferiamo sulla terra battuta).