Raul Brancaccio - ATP Challenger Bergamo 2019 (foto Antonio Milesi)
ATP Challenger Bergamo: Brancaccio, la scommessa di Ferrer. “Il Transition Tour? Ci sono tante lamentele”
L’azzurro vince un ottimo match al trofeo Faip-Perrel e sulla riforma ITF dice: “Il principio non è sbagliato ma credo che cambierà qualcosa, si sono formati dei gruppi contro la riforma”. Sinner continua la corsa
Quando gli dicono che il suo modo di stare in campo ricorda
quello di David Ferrer, il suo sguardo si scioglie in un sorriso. Raul
Brancaccio fa parte della nuova ondata di baby-tennisti italiani, ma
la sua storia è molto particolare. Ha potuto raccontarla dopo aver vinto il suo
match d’esordio al Trofeo Faip-Perrel (46.600€, Greenset). Una partita tosta, combattuta, contro il
croato Nino Serdarusic. Raul ha lottato per un paio d’ore, salvo poi
imporsi col punteggio di 6-3 4-6 6-4. “Ho iniziato bene, ero molto
carico, poi però nel secondo set ho avuto un calo di tensione –
racconta Brancaccio – faceva molto caldo dentro il palazzetto, ho avuto un piccolo calo di zuccheri e non
ero più così in palla. Ma il tennis è così, bisogna vincere qualsiasi sia
il problema. Nel terzo sono scappato sul 3-0, poi mi sono un po’ perso ma ho
ugualmente vinto. È un ottimo segnale perché è importante vincere
quando non si sta troppo bene”.
Brancaccio è italiano,
ma da qualche anno risiede in Spagna in virtù di una
storia molto particolare. Padre italiano e mamma spagnola, sin da piccolo
trascorreva le vacanze estive nella casa dei nonni a Javea, cittadina
dell’entroterra, a circa un’ora da Valencia. Guarda caso, la città natale di
“Ferru”. “Visto che giocavo a tennis sin da piccolo, mi allenavo per
restare in forma anche durante le vacanze – racconta Brancaccio
– un giorno, avrò avuto 13-14
anni, passò David e mi notò. Andò da suo fratello Javier, direttore dell’accademia,
gli disse che avevo delle potenzialità e che gli sarebbe piaciuto
seguirmi e darmi una mano”.
L’ACCADEMIA DI FERRER – Il progetto di
Ferrer si è concretizzato un paio d’anni dopo, quando l’accademia è partita e hanno offerto una borsa di studio sia a
Raul che alla sorella Nuria (18 anni, sta muovendo i primi passi nel circuito
WTA). “Abbiamo accettato senza pensarci due volte, era un sogno
che si realizzava. Ci siamo trasferiti a Javea con i miei nonni, poi siamo
stati raggiunti da mia mamma. Adesso mia
sorella è tornata in Italia, mentre io risiedo ancora lì insieme a mia madre”.
E nato e si è costruito così, dunque, il progetto Brancaccio. Tanti tornei
Futures, tanta terra battuta, decine di partite per edificare il sogno di
giocare in un grande stadio. Brancaccio è direttamente coinvolto dalla riforma
delle classifiche mondiali, con la netta separazione tra il ranking ATP e
quello ITF.
“Il cambiamento ha
destabilizzato un po’ tutti. Passare dal numero 270 al 450 mi ha fatto un po’
strano, ma sono stato favorito dal fatto di essere top-10 ITF, il che mi
consente di giocare quasi tutti i Challenger in virtù dei quattro posti in
tabellone riservati ai migliori dell’altra classifica. Lo scorso anno avevo
giocato soprattutto tornei ITF per crescere, ma quando ho saputo del
cambio abbiamo deciso di puntare sui Futures per migliorare sempre di più la mia classifica ITF, puntare ai
top-10 e giocare i Challenger nel 2019”. Missione compiuta, visto che Brancaccio è addirittura quarto
nella classifica “ombra” e ha potuto giocare il Trofeo Perrel-Faip, che
altrimenti gli sarebbe stato precluso.
CRESCERE SUL CEMENTO – “Il principio del Transition Tour non è
sbagliato: se sei forte arrivi, è un modo per riconoscere i giocatori davvero
validi – continua Brancaccio – però mi metto nei panni di
tanti ragazzi di 18-19 anni, abituati a cercare i primi punti nei tornei ITF.
Da quest’anno, si sono trovati fuori da qualsiasi torneo. Per loro è stato
negativo, mentre capirei se un giocatore di 29-30 anni, ancora bloccato nei
Futures, possa avere altre idee. Credo
che cambierà qualcosa, perché ci sono tante lamentele e si sono formati dei
gruppi contro la riforma. Personalmente sono tranquillo, guardo alla mia
carriera e punto a giocare sempre più Challenger per migliorare la mia
classifica ATP”. Per farlo, dovrà migliorare il suo rendimento sulle
superfici veloci dopo aver giocato quasi esclusivamente sulla terra.
“In realtà credo che il mio
tennis sia più adatto al cemento, mi piace giocare aggressivo, vicino alla
linea. Il fatto è che in Spagna è difficile trovare campi in cemento: ci
sono tanti circoli grandi e accoglienti, ma quasi tutti con campi in terra
battuta – spiega Brancaccio – per fortuna, in
accademia ci sono due campi in cemento. Lo scorso inverno abbiamo
deciso di effettuare la preparazione interamente sul cemento, perché se vuoi
diventare un giocatore di buon livello devi essere competitivo su tutte le
superfici. Alcuni pensano che io giochi meglio sulla terra perché è dove
sono cresciuto, ma non sta andando male. Ho colto buoni risultati, e sono
soddisfatto”. Insomma, Brancaccio sta costruendo la base per dare vita ai
sogni di qualche anno fa, quando guardava tantissimo sport in TV e sognava di diventare come Novak Djokovic
(“Che è milanista come me, anche se io tifo anche per la Turris, la squadra
della mia città”). “Poi però ho
conosciuto Ferrer e mi è capitato di soffrire osservando i suoi match. Lui
ha vissuto certe situazioni e mi ha dato tanti buoni consigli per crederci”.
SINNER SORPRENDE CARUSO, OK VANNI E GIUSTINO – Un altro grande protagonista di giornata è stato
l’altoatesino Jannik Sinner. Classe 2001, da molti è considerato l’erede di
Andreas Seppi e in effetti lo ricorda un po’ nel rovescio, molto nell’atteggiamento. Sinner si allena a Bordighera da qualche
anno, e a Bergamo ha trovato un feeling eccezionale: contro un avversario
esperto come Salvatore Caruso, è venuto fuori alla distanza. È finita 6-2 2-6
6-2: pochi credevano in lui dopo avergli visto perdere (male) il secondo set.
La sua palla viaggiava molto, costringendo spesso il siciliano sulla
difensiva. Ha fatto tutto Sinner, nel bene e nel male: spingeva a
volontà, tirando tanti colpi vincenti e commettendo un numero accettabile di
errori.
La palla di Caruso non faceva troppo male, raramente metteva in
difficoltà un Sinner scatenato. Dopo essere calato nel secondo, l’altoatesino
ha “sprintato” in avvio di terzo e ha
impressionato per solidità mentale e coraggio, centrando un meritato terzo
turno “Mi ha impressionato la sua capacità di non tremare nei momenti
importanti, è una qualità molto rara in un 17enne” ha ammesso Paolo
Cannova, coach di Caruso. È stata comunque un giornata positiva per i
colori italiani, visto che sono approdati agli ottavi due dei protagonisti più
attesi: Luca Vanni e Lorenzo Giustino. In particolare, ha impressionato il
napoletano: con un servizio decisamente migliorato, ha lasciato appena tre
giochi a Zdenek Kolar, giocatore di talento. Ha fatto il suo dovere Vanni, che
si è scrollato di dosso lo spagnolo Carlos Taberner dopo un primo set molto
combattuto. I due si affronteranno negli ottavi, dunque c’è già la certezza di
un azzurro nei quarti.
Peccato per il forfait in extremis di Stefano Travaglia, costretto a rinunciare prima di scendere in campo a causa di un
fastidio all’adduttore destro. Nel
tardo pomeriggio è arrivata la sconfitta di Dustin Brown: il tedesco di
origine giamaicana, molto atteso dal pubblico, si è arreso al qualificato
Baptiste Crepatte col punteggio di 7-6 6-7 6-3. Match con un piccolo giallo:
nel tie-break del secondo set, dopo un errore, il francese ha dato un calcio alla sua panchina. La sedia ha colpito
una bottiglietta d’acqua, volata in tribuna e che ha colpito uno spettatore.
Una situazione quasi da default: il francese è stato graziato e ha potuto
completare il match.
Ufficio
Stampa Trofeo Faip-Perrel
Risultati:
Primo turno
Cem Ilkel (TUR) b. Javier Barranco Cosano (SPA) 3-6 6-2 7-5
Raul Brancaccio (ITA) b. Nino Serdarusic (CRO) 6-3 4-6 6-4
Riccardo Bonadio (ITA) b. Tomislav Brkic (BIH) 6-4 6-4
Baptiste Crepatte (FRA) b. Dustin Brown (GER) 7-6(4) 6-7(2) 6-3
Secondo turno
Luca Vanni (ITA) b. Carlos Taberner (SPA) 7-6(5) 6-2
Lorenzo Giustino (ITA) b. Zdenek Kolar (CZE) 6-2 6-1
Jannik Sinner (ITA) b. Salvatore Caruso (ITA) 6-2 2-6 6-2
Elliot Benchetrit (FRA) b. Tallon Griekspoor (NED) 6-3 6-4
Viktor Galovic (CRO) b. Daniel Brands (GER) 7-5 7-6(3)
Jay Clarke (GBR) b. Uladzimir Ignatik (BLR) 6-3 6-4
Jan Choinski (GBR) b. Federico Arnaboldi (ITA) 6-3 6-1
Gianluigi Quinzi (ITA) b. Roman Safiullin (RUS) 6-3 4-6 7-6(4)