Il tour ITF è un cantiere, ora aumentano i qualificati

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Il tour ITF è un cantiere, ora aumentano i qualificati

Due mesi e già arriva la prima modifica alla riforma del circuito minore: da aprile i tabelloni di qualificazione passeranno da 24 a 32 giocatori

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ph. Oleksandra Oliynykova (@sashkatennis)
 

Studiata, promossa, spiegata, attuata e dopo appena due mesi la grande riforma del tennis già va incontro al primo aggiustamento. Dal primo aprile i tornei dell’ITF World Tennis Tour, il livello più basso del tennis professionistico internazionale, accoglieranno otto giocatori in più nei loro tabelloni di qualificazione, che saliranno così da 24 a 32 partecipanti, con l’aumento dei “promossi” da sei a otto per ciascuna tappa.

La decisione, annunciata dalla stessa Federazione internazionale tramite un comunicato ufficiale, è arrivata in seguito a “una analisi dei dati raccolti nel corso delle prime otto settimane del nuovo Tour, unita al feedback di giocatori, allenatori e associazioni nazionali”. L’allargamento delle qualificazioni diverrà effettivo soltanto dal secondo trimestre del 2019 per consentire alle organizzazioni dei vari tornei di adeguarsi in tempo. Si tratta di un cambiamento minore, i cui effetti non raggiungeranno i grandi tornei trasmessi in televisione, ma che segna il duplice stato del famoso Transition Tour (il suo primo nome provvisorio). Nato per ridurre il numero dei tennisti professionisti dai 14.000 circa degli ultimi anni a meno di un migliaio, garantendo quindi maggiore possibilità di sopravvivenza professionale ai più meritevoli, il circuito degli ex tornei Futures, o “satellite”, è evidentemente ancora in uno stadio sperimentale.

Se da un lato è un bene che la ITF non si sia fossilizzata sulla prima versione della propria riforma, concordata con i circuiti ATP e WTA, dall’altro il rischio è che la tanto agognata uniformità rischi di lasciare di nuovo il posto a una serie infinita di modifiche “a braccio”, e quindi a un circuito in continuo mutamento. Ad esempio: i tabelloni del circuito Challenger, anch’esso coinvolto nella riforma, da quest’anno contano tutti 48 iscritti, a prescindere dal montepremi; soltanto due di questi provengono da un micro-tabellone di qualificazione a due incontri. Alla luce delle ultime novità, nulla esclude che anch’essi possano venire ingranditi in seguito a un eventuale, successivo update. L’obiettivo del nuovo circuito, in ogni caso, è ad ampio raggio e soprattutto a lungo termine, pensato specialmente per favorire la crescita dei giovani che saranno campioni un domani (a scapito magari di qualche “journeyman” contemporaneo).

“Da unico organismo mondiale che investe nel futuro del tennis”, ha detto la direttrice esecutiva del circuito ITF Jackie Nesbitt, “tutte le nostre decisioni sono prese nel massimo interesse dello sport. I cambiamenti non sono mai semplici, ma sono necessari”. Certo è che ce ne sarebbero ancora molti da fare, almeno a sentire alcuni giocatori. Le situazioni nei tornei minori, specialmente in paesi al di fuori del blocco principale, spesso rimangono grottesche: pochi giorni fa Oleksandra Oliynykova, giocatrice divenuta nota negli scorsi anni a causa del suo stato di rifugiata, ha sfogato su Twitter la propria frustrazione per non essere stata ammessa, insieme ad altri colleghi, né ai campi di allenamento né all’hotel ufficiale del torneo di Antalya, al quale era regolarmente iscritta, poiché aveva scelto di alloggiare altrove. Prendendo in prestito la polemica della ragazza, di certo episodi come questo aiuteranno a diminuire i tennisti…

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