Il più grande rimpianto di Nick Kyrgios: "Avrei dovuto ascoltare i miei genitori"

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Il più grande rimpianto di Nick Kyrgios: “Avrei dovuto ascoltare i miei genitori”

Giovani studenti intervistano tennisti professionisti in un evento Unicef. Nick confessa: “Abbandonare il basket mi ha spezzato il cuore”. Nishikori, Tsitsipas e la strada verso il successo

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Sono tanti, spesso troppi, i sogni che frullano nella testa di un adolescente. Nel caso del giovanissimo Nick Kyrgios l’obiettivo era ben chiaro: diventare un giocatore di pallacanestro. L’ha ribadito a pochi giorni dall’avvio del Miami Open 2019, in occasione di un evento del progetto “Kid Power” organizzato dall’Unicef a cui hanno preso parte una cinquantina di ragazzi dell’Hollywood Park Elementary School e dodici squadre di tennis della Marjory Stoneman Douglas High School, l’istituto della Florida colpito un anno fa da una sparatoria che causò diciassette morti.

I ragazzi presenti hanno avuto l’opportunità di dialogare con Kyrgios, Nishikori, Tsitsipas, Schwartzman, Cilic, Jarry e Kvitova in una “conferenza stampa” dai toni scherzosi, ma utile ai giovani per capire che i valori di uno sportivo professionista possono essere applicati alla vita di tutti i giorni.

Avrei dovuto dare ascolto ai miei genitori quando avevo la vostra età, questo è il mio più grande rimpianto” ha detto Kyrgios. Il talento di Canberra tuttavia ha ascoltato i suoi quando doveva fare una delle scelte più importanti della sua vita: “Quando avevo quattordici anni i miei genitori mi dissero che non avrei più potuto giocare a basket e ancora oggi questo mi spezza il cuore. È stata una delle sfide più grandi lasciarlo da parte per concentrarmi sul tennis. Adoro il basket“.

Anche Cilic, Tsitsipas e Nishikori hanno parlato dell’importanza dei sacrifici nella strada verso il successo. “Mi sono trasferito quando ero molto giovane e all’inizio sentivo molto la mancanza di casa” ha raccontato Nishikori, costretto a lasciare il Giappone per potersi allenare a Bradenton, in Florida. “Non conoscevo nessuno e non sapevo parlare l’inglese, ma ho messo tutto me stesso negli allenamenti. Mi allenavo dalle 6 di mattina alle 7 di sera, ho trovato un modo per divertirmi comunque”.

L’ostacolo più grande per Tsitsipas sono state invece le spese che la sua famiglia ha dovuto affrontare quando ha intrapreso la carriera da tennista: Sono cresciuto in una Grecia che soffriva molto la crisi economica, perciò inseguire il mio sogno non era affatto semplice. Ho avuto la fortuna di avere una famiglia che mi ha aiutato a realizzare il mio sogno. Purtroppo non riuscivo a vedere tanto la mia famiglia quando ho iniziato a viaggiare, per fortuna ho avuto sempre mio padre accanto nei viaggi, ma mi mancavano mia madre, i miei nonni e i miei fratelli”.

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