Un ex coach reclama un quinto dei guadagni di Osaka. E la porta in tribunale

Flash

Un ex coach reclama un quinto dei guadagni di Osaka. E la porta in tribunale

Christophe Jean è convinto di avere diritto al 20% degli introiti della tennista sulla base di un contratto firmato dal padre nel 2012

Pubblicato

il

Naomi Osaka - Australian Open 2019 (foto Roberto Dell'Olivo)
 

CIl “reperto A” nella causa civile promossa da Christophe Jean contro Leonard François è un contratto stipulato tra i due nel 2012. Il primo, all’epoca, era il coach di Naomi Osaka e della sorella Mari; il secondo, uno dei tanti genitori dalle speranze risibili che, per una volta, ne hanno invece rivelato la lungimiranza. La clausola centrale del contratto garantirebbe a Jean il 20% dei futuri incassi delle ragazze Osaka. E, con il montepremi di Naomi che si sta avvicinando agli 11 milioni di dollari (per tacere delle sponsorizzazioni), è superfluo sottolineare che le cifre in questione sono importanti.

Con il pensiero a Richard Williams – il padre di Venus e Serena – come modello da seguire, il punto di partenza di Leonard François non poteva che essere la Florida. È lì che chiede al primo insegnante di tennis di dare un’occhiata all’undicenne Mari e a Naomi, di due anni più giovane. Una mezza dozzina di coach si sono avvicendati alla guida delle due ragazzine e pare che nessuno abbia ricevuto un compenso. È il Sun Sentinel, quotidiano di Fort Lauderdale, a raccontare nei dettagli il sogno di un padre e di chi ha contribuito alla sua realizzazione. Che la famiglia di Leonard si trovasse in evidenti difficoltà economiche è confermato da tutti, a partire da Patrick Tauma (“non avevano neanche un tavolo da pranzo”) che ha seguito le sorelle, quando Naomi aveva quindici anni, con un programma che sarebbe costato 35.000 dollari all’anno per ognuna; nonostante le promesse, François non firmò mai un contratto e Tauma dovette smettere perché ci stava rimettendo troppi soldi. Ma ci tiene a dire che “il padre era un tipo fantastico” e che è contento per loro.

Tornando a Christophe Jean, cresciuto nella parte meridionale di Haiti come Leonard, racconta che per due anni ha allenato le sorelle per 5-6 ore al giorno, sei giorni alla settimana. Non potendo affrontare neanche i 300 dollari mensili inizialmente concordati, il padre dava il suo contributo raccogliendo le palline nei campi dove si svolgevano le lezioni di gruppo. Jean afferma ora che non sarebbe voluto arrivare a tanto, ma è stato proprio François, l’ultima volta che si sono sentiti, a dirgli “trovati un avvocato”. Lo ha fatto e questi sostiene che il contratto è legale e vincolante. Di diverso avviso è l’avvocato di Naomi, che in un comunicato scrive di essere poco sorpreso di qualche pretesa infondata in seguito all’ascesa della sua cliente e parla di un contratto “stupido, immaginario” e “particolarmente assurdo”. Per voce della loro agente alla IMG, Naomi e il padre non hanno dato la loro disponibilità per un’intervista con il Sun Sentinel a meno che l’articolo non evitasse di menzionare la causa civile.

La palla passa ora sia al giudice, a cui spetterà la decisione su validità ed efficacia del contratto, sia a Mari che, omaggiata di una wild card, farà il suo debutto nel Tour WTA proprio a Miami. Con l’eventualità di dover cedere un quinto del suo assegno.

Continua a leggere
Commenti
Advertisement

⚠️ Warning, la newsletter di Ubitennis

Iscriviti a WARNING ⚠️

La nostra newsletter, divertente, arriva ogni venerdì ed è scritta con tanta competenza ed ironia. Privacy Policy.

 

Advertisement
Advertisement
Advertisement