Mondo Challenger: Andujar e Brown vincono sul rosso

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Mondo Challenger: Andujar e Brown vincono sul rosso

Pablo l’indomabile: Andujar vince ancora in Spagna. Genio e sregolatezza trionfano a Sophia Antipolis e a Monterrey con le vittorie rispettivamente di Brown e Bublik

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In una settimana dove, a causa della Davis, non ci son stati tornei del circuito maggiore, 10 top 100 hanno deciso di giocare nei 3 tornei challenger in programma ma solamente uno di loro ha conquistato il titolo: Pablo Andujar, vittorioso ad Alicante. Brown trionfa nell’accademia di Mouratoglou, Bublik conquista il sesto sigillo in Messico.

Ferrero Challenger Open (Alicante, terra battuta, montepremi 46.600 euro)

Tra la fine del 2018 e l’inizio del 2019 Andujar ha disputato 4 tornei Challenger, vincendone 3 e perdendo solo una partita, in semifinale a Santiago dal next gen di Taipei Tung-Lin Wu, registrando così uno score di 18 vittorie negli ultimi 19 match disputati nel circuito cadetto. Durante questa settimana ad Alicante ha travolto uno dietro l’altro, senza mai lasciare per strada un set, Vatutin, De Greef, Domingues e Taberner, prima di arrivare all’atto conclusivo e dar vita ad una bella battaglia contro il connazionale Pedro Martinez.

Forte vento a condizionare una finale caratterizzata da parecchi break, quattro di fila in apertura e in generale otto nei primi undici turni di servizio. Dopo un primo set conquistato da Andujar, molto regolare da fondo come suo solito, Martinez ha provato a mischiare un po’ le carte in tavola prendendosi qualche rischio in più, attaccando spesso in controtempo e giocando qualche dritto in chop e rovescio in back reso talvolta ingestibile dal forte vento, oltre a muovere maggiormente Andujar in avanti con qualche bel drop shot. La tattica funziona e Martinez conquista il secondo set, arrivando così a giocarsi il titolo più prestigioso della sua carriera in un terzo parziale ricco di emozioni: troppi errori in apertura portano rapidamente Andujar sul 3-1, con due chance di 4-1 e doppio break che avrebbero chiuso definitivamente la contesa ma, ad un passo dal baratro, il ventunenne nativo di Valencia ha inanellato una striscia di dodici punti a tre che lo han portato a condurre per 4-3 nel parziale decisivo.

L’inerzia ed il pubblico erano totalmente a favore dell’iberico più giovane, ma Andujar ha sensibilmente innalzato il livello e ridotto il numero degli errori, la prima di Martinez è venuta a mancare nel nono game e Pablo con un dritto inside-out ha conquistato la chance di andare a servire per il decimo titolo Challenger in carriera. Sopra 40-15 si apre il campo con un servizio ad uscire, tira il successivo rovescio incrociato in campo aperto e, non appena la pallina rimbalza per la seconda volta, si lascia cadere a terra visibilmente contento e commosso. I due titoli in altrettante settimane lo riportano temporaneamente al numero 70 del ranking ATP, ma il difficile per Pablo arriva questa settimana, che è chiamato a difendere i 250 punti conquistati a Marrakech nel 2018.

Erano otto gli italiani al via, il miglior risultato lo ha raggiunto Salvatore Caruso che ha battuto il vecchio volpone iberico Gimeno Traver e successivamente Elias Ymer, promessa del tennis svedese non ancora decollata, prima di sciupare una grossa occasione contro Taberner vanificando un set ed un break di vantaggio.

Finale: P. Andujar b. P. Martinez 6-3 3-6 6-4

Mouratoglou Open (Sophia Antipolis, terra battuta, montepremi 69.280 euro)

Nella bellissima accademia di uno dei coach piú famosi al mondo ritrova l’ispirazione Dustin Brown; l’eclettico tedesco conferma di esaltarsi laddove c’è una folta presenza di pubblico e dopo la finale raggiunta nel ricco Challenger di Genova riesce a tornare a conquistare un trofeo che mancava dal 2016. Sebbene l’età avanzi anche per lui, Dustin a 34 anni riesce ancora a sciorinare delle giocate di pregevolissima fattura, dimostrando che quando lui si riesce a divertire in campo, il pubblico si diverte ancor più di lui.

Le due vittorie di maggior prestigio sono state senza dubbio quelle su Robin Haase, accreditato della seconda testa di serie e quella in finale su Filip Krajinovic, che con questo torneo ritorna tra i primi 100 ma il cui reale valore è certamente più alto. Oltre a queste due vittorie di prestigio, per un giocatore come Brown è sempre stato difficile dare continuitá ai risultati all’interno della stessa settimana e quindi anche battere dei validi banchi di prova come Crepatte, Coppejans, Donati e il connazionale next-gen Rudolf Molleker dimostrando concentrazione e spirito di sacrificio, è una nota di merito che non sempre in carriera è stata attribuibile a Brown.

Nell’atto finale il tennista nato in Giamaica è partito subito forte, conquistando a furia di smorzate e serve&volley un vantaggio di 3-0 in maniera abbastanza rapida, concretizzando la prima palla break a sua disposizione ed annullando la chance di controbreak concessa al serbo nel terzo game. Il primo parziale è andato avanti senza particolari emozioni sino al nono game, quando Brown ha chiuso il set dopo aver annullato due pericolose palle break. La partita, nel bene e nel male, come capita molto spesso con Dustin in campo, l’ha continuata a condurre lui anche nel secondo parziale dove è stato il primo ad avere palle break, nel quinto game, salvo poi subire la reazione del serbo che le ha annullate servendo molto bene e ha approfittato del primo vero passaggio a vuoto di Brown nel game successivo per portarsi avanti 4-2.

Da quel momento in avanti la partita ha perso ogni filo logico, è diventata ancora più spettacolare ma assolutamente imprevedibile, Brown con una giocata meglio dell’altra ha vinto tre games di fila ai vantaggi ed è andato a servire per il match, ma ha subito il controbreak commettendo un errore grossolano sotto rete. Nonostante l’occasione sciupata ha continuato a lottare, attaccando costantemente Krajinovic e garantendosi la chance di servire di nuovo per il match. Non manca il brivido nemmeno nell’ultimo game, quando Krajinovic ha una chance di andare al tie break, Brown gliela annulla, spreca un match point ma non il secondo: servizio esterno, voleè nell’angolo opposto e 90 punti in cascina che gli valgono il ritorno tra i primi 200 giocatori del ranking.

Tantissimi i giocatori italiani che si son ben destreggiati in questo torneo: arriva in semifinale Marcora, autore di una netta vittoria su un Benoit Paire molto poco ispirato, sconfitto per 6-2 6-3, il medesimo punteggio con cui il nativo di Busto Arsizio si é imposto nel match successivo su Alessandro Giannessi, mentre Filippo Baldi ha ottenuto un game in più, perdendo per 6-3 6-3 da Marcora che poi si è arreso al finalista Krajinovic con lo score netto di 6-2 6-2. Rientra comunque tra i primi 200, avvicinando il best ranking di numero 178 che dista solamente 15 posizioni.

Molto bene anche Gianluca Mager: il ligure arriva ai quarti di finale registrando una sontuosa vittoria sul top50 Herbert, sconfitto in due parziali (7-6 7-5) in un match caratterizzato da una grandissima soliditá al servizio da parte di Mager, che mai come in questo 2019 ha dato continuitá ai suoi risultati. Oltre al giá citato Baldi, arriva ai quarti di finale anche Matteo Donati, che non vinceva tre match di fila da Settembre 2018 e che prima del challenger di Marbella, giocato la settimana precedente, veniva da una striscia negativa di 10 sconfitte di fila al primo turno; speriamo che questo risultato serva a risollevare un po’ il morale di Matteo, che nelle ultime stagioni è stato fortemente condizionato da problemi fisici che sembrano finalmente aver dato tregua al giovane alessandrino, il quale dopo aver battuto in un match tiratissimo Couacaud agli ottavi si è arreso al futuro campione Brown.

Finale: D. Brown b. F. Krajinovic 6-3 7-5

Abierto GNP Seguros 2019 (Monterrey, hard outdoor, montepremi 162.480 euro)

Nella stessa location del torneo WTA che ha visto imporsi Garbine Muguruza si è svolto il torneo Challenger con montepremi più alto di questa settimana, vinto da Alexander Bublik. Il giovane classe 1997, diventato kazako da poco più di un anno per motivi economici, è al quarto successo nel circuito cadetto negli ultimi 6 mesi, il sesto in carriera, numeri di certo non indifferenti per un ragazzo che ha dimostrato di essere un ostico cliente per molti nelle giornate di grazia, ma di avere troppe giornate dove l’atteggiamento in campo è quello di chi preferirebbe essere in fila alle poste.

Il successo in finale lo ha ottenuto in modo netto su Emilio Gomez, sconfitto col punteggio di 6-3 6-2 ma le due vittorie di maggior rilievo sono senza dubbio quelle ai quarti di finale, dove ha sconfitto Feliciano Lopez, ed in semifinale dove si è imposto al tie break del terzo set su Tennys Sandgren, prima testa di serie del tabellone. Bublik è un giocatore dotato di un servizio molto potente e spesso, indipendentemente dalle situazioni di punteggio, forza sia la prima sia la seconda, infatti un dato curioso riguarda i doppi falli del kazako: in ben tre occasioni questa settimana si è spinto in doppia cifra, totalizzando complessivamente 42 doppi falli in cinque incontri, un numero certamente non indifferente. Va detto peró che anche gli aces, 72 in 5 partite, non sono affatto pochi.

L’unico giocatore italiano ad aver tentato la trasferta americana è stato il solito Paolo Lorenzi, al quale il sorteggio ha messo di fronte un cliente ostico come Donald Young, che ha sconfitto Paolino per poi issarsi fino alla semifinale.

Finale: A. Bublik b. E. Gomez 6-3 6-2

QUESTA SETTIMANA Anche questa settimana ci sono tre tornei Challenger in programma; inizia da Barletta la lunga stagione di tornei italiani su terra battuta, con ben venti italiani al via (18 in main draw, 2 nelle qualificazioni), tra cui figurano Quinzi, prima testa di serie del torneo, Travaglia, Baldi, Mager e anche i tre giovanissimi Sinner, Musetti e Zeppieri. A Murcia, in Spagna, sono al via altri cinque azzurri, ma il motivo principale di interesse del torneo è senza dubbio l’addio al tennis di Nico Almagro. Nessun italiano invece si è spinto sino a Taipei nel Challenger più ricco in programma (162.480 di montepremi).

Andrea Pellegrini Perrone 

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