Bertens senza rivali: Madrid questa volta è sua

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Bertens senza rivali: Madrid questa volta è sua

Senza perdere un set, Kiki Bertens vince il suo titolo più prestigioso. Da lunedì sarà n.4 del ranking

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Kiki Bertens vince il Mutua Madrid Open 2019 (foto Roberto Dell'Olivo)
 

da Madrid, il nostro inviato

Kiki Bertens diventa la prima tennista nella breve storia del Mutua Madrid Open a vincere il torneo senza perdere un set. Dal 2009, anno della prima edizione, nessuna come ha fatto lei questa settimana, aveva conquistato il Mandatory madrileno in una maniera così netta: tra l’altro, esserci riuscita contro sei avversarie dalla classifica media di 16,5 WTA mostra il valore di un successo che le fa meritare appieno il balzo in classifica che da lunedì la farà trovare al numero 4 del mondo.

Halep, che da lunedì ha la piccola consolazione di tornare al numero 2 del mondo -interrompendo una serie aperta di 14 vittorie consecutive sulla terra rossa, iniziata dopo la finale persa a Roma un anno fa contro Svitolina – conferma un rapporto non ottimale con le finali: dopo questa sconfitta il bilancio adesso diventa di 18 vinte e 17 perse.

Kiki Bertens e Simona Halep a Madrid 2019 (foto Roberto Dell’Olivo)

Non è stata una bella partita: un po’ per il vento – alzatosi improvvisamente dopo le massime di 28 gradi del pomeriggio – che ha condizionato i colpi di entrambe, un po’ per la grande tensione che attanagliava entrambe: Simona sarebbe potuta tornare al numero uno del mondo vincendo il terzo titolo madrileno, Kiki poteva entrare per la prima volta in carriera nella top 5 e vincere il torneo più importante della carriera (questo di Madrid è un torneo Premier Mandatory, mentre quello sia pur importantissimo vinto lo scorso agosto a Cincinnati è un Premier 5).

Si è così visto poco bel tennis, tanti errori gratuiti e le vere emozioni sono arrivate nel finale del match, quando Halep ha inutilmente provato a riaprire una partita persa per colpa di un clamoroso quanto prolungato black-out a cavallo tra la fine del primo e l’inizio del secondo set.

Il primo scossone della partita arriva dopo un quarto d’ora con una serie di quattro giochi consecutivi persi da chi è alla risposta. Un chiaro sintomo della tensione che attanaglia le due protagoniste: entrambe avevano avuto come tratto distintivo della loro marcia alla finale la capacità di conservare almeno l’80% dei turni di servizio giocati questa settimana. La prima a tenere il servizio è Bertens, mentre Halep perde nel nono gioco la battuta per la terza volta consecutiva: la rumena è irriconoscibile, versa in uno stato di confusione e nervosismo che la porta a essere fallosa e molto più lenta del solito. A Bertens basta non rischiare e far muovere Simona : la rumena prima o poi perde la misura dei colpi, come avviene sul primo set point della partita, con un dritto che finisce lungo e consegna l’undicesimo set consecutivo del suo torneo all’olandese, dopo 38 minuti di partita. 

Il pubblico prova a intonare “Simona, Simona”, ma Bertens nel secondo set inizia a giocare bene. Da quando nel primo set si era sul 4-2 Halep, Bertens riesce a infilare un parziale di sei giochi a zero di 24 punti a 5 che, oltre a garantirle il primo set, la lanciano sul 2-0 nel secondo: si decide in questi momenti l’incontro. 

Il tennis sa essere senza logica alcune volte, quello femminile è appassionante anche perché capitano un po’ più spesso nel circuito WTA situazioni di punteggio che lasciano sempre e comunque aperte soprese. All’improvviso, dopo aver vinto appena cinque degli ultimi 29 punti, Simona Halep ha un moto d’orgoglio e riesce a portarsi sul 2-2, spinta anche da un pubblico nettamente dalla sua parte (abbiamo contato, dislocate in varie parti del Manolo Santana, una decina abbondante di bandiere rumene). 

Non è però la sua serata e subito viene controbrekkata da Bertens, che sfrutta un dritto in corridoio della rumena sulla palla break. Dopo il sesto gioco, sul 4-2 dalle tribune dello stadio parte nuovamente il coro, questa volta in maniera quasi unanime: ” Simona, Simona”, ma serve a ben poco. 

Le ultime occasioni per Halep di ribaltare la partita arrivano nel settimo gioco, ma un episodio le dovrebbe far capire che stasera non è destino: sul 15-30 Bertens sbaglia clamorosamente lo smash che potrebbe mandare la rumena a due palle break, ma quest’ultima viene colpita dalla pallina scagliata dall’olandese. La campionessa in carica del Roland Garros in quello stesso game ha comunque una palla break, ma viene annullata da un ace, il terzo del match dell’olandese che con esso balza anche al comando della classifica di quelli realizzati nel 2019 dalle tenniste del circuito.

Si tratta infatti del suo 218°, uno in più di quelli di Karolina Pliskova, ma in quel momento questo particolare deve interessare davvero poco a Kiki. Due giochi dopo, Bertens si aggiudica il nono e più importante titolo della sua carriera: ci riesce al terzo match point (sul primo era stata brava Halep a venire a rete e chiudere con volee, sul secondo era stata l’olandese a buttare col dritto la pallina in corridoio). Bertens si aiuta col servizio, Halep non recupera bene e così l’olandese può esultare col suo team, non dopo essersi amichevolmente salutata con la sua avversaria.

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