Roger Federer - Roma 2019 (foto Roberto Dell'Olivo)
Il forfait di Roger Federer poteva essere evitato da una maggiore professionalità
Un Roger, sempre sfortunato qui, ha sottolineato senza peli sulla lingua, un ripetuto errore dell’organizzazione del torneo. L’elenco dei rimproveri di troppi giocatori. Cinque le maggiori magagne
Chi ha detto torneo bagnato torneo fortunato? Questi Internazionali d’Italia di fortuna ne hanno avuta ben poca, almeno fin qui. Il forfait di Federer dispiace a tutti e costa molto caro…anche se Binaghi non decidesse di ridurre del 50% il costo del biglietto per venire incontro ai suoi tifosi della prima ora. Sembrava che Federer se lo sentisse, ancor prima che scivolasse e si fosse messo paura. Lo ha fatto presente con grande chiarezza, a più riprese e… se leggete più in basso saprete tutto e capirete meglio.
A PROPOSITO DI EDIZIONE FIN
QUI SFORTUNATA
Si è cominciato con i ritiri di tre campionesse di Slam, Serena
Williams, Caroline Wozniacki, Jelena Ostapenko, poi c’è stata la prima
giornata cancellata interamente dalla pioggia in mezzo secolo che ha costretto
per la prima volta nella storia del
terzo millennio tutti i sopravvissuti Fab 3 – Murray è in fuorigioco – a giocare due match nello stesso giorno.
Per l’appunto hanno tutti coloro che si sono qualificati per i quarti hanno
dovuto giocare e vincere due partite. Per l’appunto – ancora – cinque di quegli otto vincitori, erano già
stati contemporaneamente nei quarti esattamente dieci anni fa, anno del
Signore 2009. Quando non ci si preoccupava ancora delle condizioni atletiche
dei top-player, né tantomeno si ipotizzavano infortuni o pensionamenti alle
viste.
UNA PIOGGIA DI CRITICHE E
CINQUE ACCUSE PIÙ SERIE
Nel frattempo sull’organizzazione del torneo romano si è
abbattuta – quasi fosse la congiura di Catilina – una pioggia mai vista di critiche e accuse pesantissime proveniente
da una folta moltitudine di giocatori.
Molti sconfitti – che in quanto tali potevano far pensare si trattasse di rosiconi in cerca di alibi (Thiem, Goffin, Cecchinato, Fognini) – ma anche alcuni vincitori (Djokovic e Federer di cui più sotto pubblico le critiche davvero pesanti e supergiustificate… anche alla luce del ritiro di cui è stato vittima) si sono uniti al coro dei primi rendendo le proteste generali più credibili quantomeno per questi cinque ordini d’argomentazione:
a) l’inutile attesa di una sessantina di giocatori di mercoledì (non si potevano liberare e mandare a casa oltre la metà di quelli anziché farli stare a vegetare nella players lounge?)
b) la programmazione di giovedì che ha reso anche il pubblico particolarmente insofferente dal momento che in gran parte non riusciva a vedere ciò che il biglietto avrebbe dovuto garantirgli
c) le condizioni insufficienti di troppi campi (il velocissimo 2 per la pochissima terra rossa, il Grand Stand per la scarsa compattezza del terreno, il 5… Lleyton Hewitt confinato in periferia fino a tarda notte giurò che non sarebbe mai più tornato e non l’ha mai più fatto)
d) l’idea di innaffiare i campi, anche il centrale, a fine set senza preoccuparsi elementarmente di asciugare le righe che restavano bagnate e scivolose…come ha potuto suo malgrado scoprire Federer che aveva anche avvertito l’arbitro della loro pericolosità
e) troppe volte negli anni gli orari sono risultati sbagliati, con match finiti a notte fonda in un ambiente spaventosamente umido e foriero di infortuni per qualunque atleta
NON È DAVVERO IL QUINTO SLAM.
ANZI. SE NE DISCUTE LO STATUS DI MASTERS 1000
Credetemi: l’opinione generale di gran parte dei
giocatori, e dei colleghi stranieri, è
che quello di Roma – ferma restando l’indiscutibile incomparabile bellezza
della città, del Pietrangeli davvero unico, della location angusta e tuttavia
spettacolare – sia un Masters 1000 non
all’altezza degli altri della stessa categoria, altro che quinto Slam.
Troppi pochi campi (per questioni insuperabili di spazio) e (invece
superabili) troppo mal tenuti. “Your
groundsmen are bad” è stato il commento di un professionista che citava
invece la grandezza di Eddie Seaward, il groundsman di Wimbledon scomparso una
settimana fa.
LO METTONO IN DUBBIO ANCHE GLI
SPETTATORI. PERCHÉ?
Poi, a prescindere dalle
considerazioni critiche dei grandi protagonisti dello show tennistico, anche
gli spettatori hanno rimproverato all’organizzazione un eccesso di cinismo
davvero poco giustificabile, anche in tempi in cui la logica del massimo profitto
viene abbastanza compresa ed accettata.
Ma il rincaro progressivo dei biglietti – siano esso stato ante o post arrivo di Federer – i puerili tentativi di giustificazioni, le programmazioni certamente indecorose (tipo quella dell’ultima ora di mercoledì sera, nel tentativo di evitare qualsiasi rimborso ai possessori dei biglietti ground e Grand Stand) nei confronti di appassionati che avevano compiuto sacrifici economici e logistici per ritrovarsi ore e ore sotto la pioggia, con ripari scarsi e di fortuna e toilette in pessimo stato, il raddoppio degli ingressi nella giornata di giovedì che ha finito per suscitare preoccupazione perfino nei vigili del fuoco per gli ordinari motivi di sicurezza legati ad un eccesso di folla incontrollabile (come far uscire i possessori dei ground che si erano asserragliati sul Pietrangeli?) – non potevano passare sotto silenzio (almeno per una stampa non complice).
UNA FEDERAZIONE TROPPO CINICA,
POCA RISPETTOSA DEL PUBBLICO
Ho ribadito più volte lo
stesso concetto. Una federazione che
istituzionalmente deve preoccuparsi di promuovere soprattutto il tennis e di
gratificare i propri appassionati, non deve puntare cinicamente a penalizzarli
ulteriormente dopo una giornata persa e già certamente deludente di per se
stessa. Quegli spettatori delusi sono quelli che vanno tenuti buoni per
l’anno prossimo, per quelli a venire. Qualunque modesto imprenditore lo
capirebbe. E non li spingerebbe a recarsi invece a Montecarlo, a Madrid, al
Roland Garros.
I TANTI FORFAIT SONO LEGATI
ANCHE ALLA VICINANZA CON IL ROLAND GARROS?
A tutte le disavventure citate
si sono aggiunte questo venerdì i forfait
di Naomi Osaka, la n.1 del mondo, non una tennista qualsiasi (dopo che
anche la n.2 Kvitova e la n.3 Halep erano uscite di scena per andare a far
compagnia alla regina delle ultime due edizioni Svitolina e alle ritirate dei
primissimi giorni) e poi di Roger
Federer, il tennista più amato ed atteso, quello che sembrava poter
compensare da solo con la sua presenza alle fasi finali del torneo la
fuoriuscita contemporanea dei 4 italiani che fino a giovedì mattina erano
ancora in gara e suscitavano tante speranze.
IL RITIRO DI FEDERER NON È FRUTTO DEL CASO MA DI UN ERRORE. LO SPIEGA LUI
“No Roger no party!” ha subito scritto qualcuno che era rimasto più impressionato dal record dei ritiri e dei millimetri di pioggia caduti in un mercoledì di metà maggio che da quelli legati agli incassi e ai biglietti ripetutamente annunciati dalla FIT. Ma, esaurita, questa lunga premessa veniamo al ritiro di Federer. Che ieri sera doveva avere avuto qualche premonizione dopo la brutta scivolata che subito gli aveva fatto temere il peggio.
Riporto qui in inglese quanto
aveva detto a proposito della sua discussione con l’arbitro. E che mette di
nuovo nel mirino – e non meno pesantemente di altri – l’organizzazione del
torneo.
What was the debate with the umpire about the court? You felt it was slippery or something? (Qual era la discussione con l’arbitro sul campo? Hai avvertito che era scivoloso?)
ROGER FEDERER: I don’t quite understand how players just go with it. They water the court, call time, players kind of check the lines. They’re like, Okay, I guess we can play. (Non capisco proprio come i giocatori possano accettare questo stato di cose… Bagnano i campi, chiamano il ‘time’, i giocatori controllano le righe e dicono ok…).
The lines are wet. Wet lines means you slide. When I slid, caught myself, I did hurt my toe for like two games. My leg also was hurting a little bit. I don’t know. I just don’t understand! They don’t make us play because Carlos told me, You don’t have to play. I told him, Why did you call time? You make us stand there and feel the pressure from 10,000 people and live audience. (Ma le righe sono bagnate, e quando sono bagnate ci scivoli sopra. Quando sono scivolato mi sono fatto male all’alluce per due game. Anche la mia gamba mi faceva un po’ male. Non capisco! Carlos mi ha detto: “Non devi giocare…” e allora io gli ho detto, ma allora perché chiami il “time”? Ci obblighi a stare in piedi lì, a sentire la pressione di 10.000 persone e l’audience televisiva live…”).
The player will always cave at the end, say, I guess I have to play. Can’t wait. It’s going to take five minutes basically. That’s what it’s going to take until the lines are dry. (Il tennista alla fine cede, si sente in dovere di giocare. Non può aspettare… Dovrebbe aspettare 5 minuti, cioè quanto ci vuole perché le righe siano asciutte).
I don’t think we should play with wet lines. Nobody wants an injured player because of something silly like this just to keep the match going. That’s why I thought it was great what the ball kids did, to dry the lines. It’s quickly done. I know it’s a bit of a pain to do it. It’s for safety of the players. (Non credo che si dovrebbe giocare con le righe bagnate. Nessuno dovrebbe desiderare un giocatore infortunato perché un qualcosa di sciocco ti obbliga ad andare avanti. Ecco perché pensavo che era ottimo che i raccattapalle stavano facendo (in quel momento): asciugavano le righe. Ci vuole poco. Capisco che sia un poco fastidioso (doloroso…) aspettare. Ma è per la sicurezza dei giocatori).
That’s just what I was referring to. How about just we sit here and then you call us rather than calling us and I have to make the call? I’ll just keep playing because that’s what you do by looking at the line for the fifth time, still seeing that it’s wet. I don’t know. I can’t go sit down again. The show must go on. (Questo è quello cui mi riferivo. Perché non possiamo stare seduti e tu chiami noi ma non pubblicamente (con il time…) e sono io che devo dirti cosa fare. Mi trovo a continuare a giocare, a guardare la riga ancora bagnata per cinque volte, constatando che è ancora bagnata. E non posso a quel punto tornare a sedermi perché…lo show must go on!)
That’s really what it was about. I’m amazed how the players are, Okay, we’ll play with wet lines. It’s been going on like this for years. I’ve always thought it’s dangerous with wet lines.
Questo è quel di cui sto
parlando. Mi stupisce che i giocatori accettino, che dicano, ok si continua a
giocare con le righe bagnate. Questa cosa va avanti da anni. Io ho sempre
pensato che è pericoloso…”.
ERRORI NON GIUSTIFICABILI.
INACCETTABILI
Beh, ragazzi, di cosa stiamo
parlando allora? Avete capito perché ho fatto quel titolo che vi può sembrare
provocatorio, o – ai miei abituali detrattori -. può apparire frutto di un
pregiudizio anti-FIT? Errori di questo
tipo, in un torneo professionistico che dovrebbe essere fra i primi 9 dopo i 4
Slam, non sono accettabili né giustificabili. Così come non è accettabile
che i campi non siano perfetti (Djokovic lo va ripetendo da anni). Questo non è
un torneo junior (e io riprendo uno spunto di Fognini che proprio questo ha
sottolineato in un suo GIF). Già un torneo combined di queste dimensioni non è
facile da gestire perché il Foro è bello ma troppo piccolo. Troppi pochi campi.
Basta che succeda quel che è successo mercoledi ed è un casino. Pagato in gran
parte dagli spettatori, ma anche da parecchi giocatori.
UN RITIRO PRECAUZIONALE. ROGER
HA RAGGIUNTO IL SUO OBIETTIVO
Data a Federer quel che è di
Federer dico che a mio avviso il suo
ritiro è stato soprattutto precauzionale. Se non ci fosse stato il Roland
Garros dietro l’angolo avrebbe giocato anche contro Tsitsipas. E, chissà se non sarebbe sceso in campo
anche…nel caso avesse avuto di fronte un avversario più abbordabile del
greco in questo momento (ma quest’ultima è un’illazione più forte della
precedente, lo ammetto: nessuna delle due è suffragata da vere certezze). Se
hai un minimo dolorino in qualsiasi parte del corpo, ci vuole pochissimo a che
per motivi di postura esso si trasformi in uno stiramentino o anche peggio. In
fondo Roger venendo a Roma dopo la
sconfitta nei quarti a Madrid ha ottenuto quel che voleva: ha giocato altre
due partite (Sousa e Coric) in eccellente preparazione per Parigi su campi
meno diversi di quelli madrileni. Le due partite in più che avrebbe preferito
giocare a Madrid. È venuto a Roma cinque giorni, s’è allenato con un po’ di
colleghi (tra cui il giovane Sinner…).
Affrontare uno dopo l’altro
Tsitsipas e nel migliore dei casi poi Nadal e poi pure Djokovic in soli tre
giorni non avrebbe avuto molto senso. Avrebbe rischiato di incrinare un
equilibrio fisico già precario a 37 anni e mezzo e di farsi male e …in caso di vittoria
gli avrebbe procurato solo maggior pressione al Roland Garros mentre in caso di
sconfitta un inevitabile calo di fiducia nelle proprie chances parigine. Se con
quelli ci perdi due set su tre, come li batte tre su cinque?
LE 11 PRESENZE SFORTUNATE DI
FEDERER A ROMA
Di sicuro a Roma non fa bene l’eccessiva vicinanza con il Roland Garros. I tanti, troppi ritiri, si spiegano anche così. Fossi dirigente FIT una mia priorità sarebbe certamente battermi per allontanarsene di una settimana. Di sicuro Federer a Roma, quattro finali perse: non è davvero fortunato. Qui ringrazio caldamente il lettore che ha ricapitolato le sue disavventure romane e cui propongo immediata assunzione a patto che non sia così preparato soltanto su Federer. Copio e incollo il suo CV romano:
-2003: finale persa contro Mantilla
-2006: finale persa contro Nadal dopo aver avuto due matchpoint sul 6-5 15-40 quinto set ed essere poi stato in vantaggio 5-3 nel tb
-2007: sconfitto agli ottavi da Volandri (partia giocata malissimo; era però reduce da un infortunio)
-2008: sconfitta ai quarti contro Stepanek in due tb (conduceva 3-1 servizio nel primo tb, 5-2 nel secondo)
-2009: sconfitta contro Djokovic in semifinale, conduceva 3-1 nel terzo set
– 2010: sconfitta contro Gulbis al secondo turno in tre set dopo aver vinto il primo 6-2
-2011: sconfitta contro Gasquet agli ottavi in tre set. dopo aver vinto il primo perde 2 tb
-2013: sconfitta in finale contro Nadal, 6-1, 6-3, minor numero di game racimolati contro lo spagnolo insieme alla finale RG 2008
-2014: sconfitta ai sedicesimi contro Chardy in tre set. Chardy annulla il matchpoint a Federer sul 6-5 tb terzo set con un disperato dritto incrociato in corsa
-2016: sconfitta agli ottavi contri Thiem, partecipazione al torneo dubbia fino all’ultimo per problemi alla schiena
-2019: torna a giocare il torneo dopo tre anni, gioca due match in un giorno e il giorno dopo si ritira per infortunio…
INVECE RAFA NADAL…
Invece per Rafael Nadal le
cose funzionano diversamente, al di là dei sette trionfi già celebrati. Deve
affrontare Tsitsipas che intanto è già sicuro di salire a n.6 ma arriva al duello-rivincita della semifinale
di Madrid avendo perso 6 games in 6 set. Uno a set di media fra Chardy,
Basilashvili e Verdasco, quest’ultimo irresistibile solo per tre game.
DJOKOVIC E DEL POTRO, UN MATCH
FANTASTICO
Mentre il match vinto da Schwartzman sul deludente Nishikori non ha entusiasmato – era difficile che potesse farlo – Djokovic e del Potro hanno dato grande spettacolo, decisamente la migliore partita del torneo insieme a quella di Federer vs Coric e con un andamento tutto sommato abbastanza simile per il fatto che il vincitore, Djokovic, ha annullato due match point all’argentino che li ha avuti sul 6-4 nel tiebreak del secondo set. I due match point di Coric contro Federer erano invece arrivati nel terzo set. Nel duello fra il n.1 del mondo e il n.9 i due match point per “la Torre di Tandil” – ribadisco – ci sono stati nel tiebreak del secondo set dopo che Delpo aveva vinto il primo per 6-4.
Nel primo di quei due match point Delpo, che aveva servito, ha sbagliato un dritto assai comodo, facile per lui, certo per la tensione. Un errore pagato caro. Nel terzo set Delpo ha avuto tre palle break per il 3-1, e anche lì ne ha mancato una con un dritto che non avrebbe mai dovuto sbagliare. Djokovic è stato il solito incredibile e irriducibile difensore, capace di incredibili recuperi sui micidiali missili di dritto di Delpo. Sfumate quelle tre opportunità, come spesso accade, è stato il serbo a conquistare il break nel game successivo sebbene Delpo si fosse portato avanti 40-30 con una straordinaria demivolee giocata in ginocchio e con un tocco pazzesco. Di fronte al quale Djokovic non ha saputo trattenersi: è andato sotto rete e ha voluto dare il cinque a Delpo. Un momento bellissimo. Ma da quel momento in poi Nole ha infilato una serie di sette punti consecutivi. E riuscendo a tenere poi gli ultimi suoi servizi senza rischiare il break.
La partita è finita alle una e dieci del mattino, dopo 3 ore e 8 minuti di incredibile, splendida battaglia. Tanto per cambiare, in più d’una occasione, Djokovic ha rimproverato a un campo imperfetto qualche cattivo rimbalzo. Incluso quello che gli ha annullato beffardamente una palla break per il 5 pari nel primo set. Set che ha perso 64. Poi però Nole ha vinto il secondo annullando i due match point e il terzo.
LA NOTIZIA PIÙ BELLA: AVER RITROVATO IL VERO DEL POTRO (PERFINO DI ROVESCIO)
La notizia più bella, però, è
che Del Potro sembra proprio davvero
recuperato. Non ha giocato bene solo di dritto, ma anche col rovescio ha
fatto diversi vincenti, soprattutto in lungolinea. Soprattutto lo ha tirato
forte anche in palleggi prolungati contro un Djokovic che spingeva forte anche
lui. Non lo avevo più visto così da
tempo, e soprattutto sulla terra rossa, quasi che avesse dimenticato tutte
le operazioni patite al polso. Alla luce di quanto visto contro Djokovic il
tennis ha ritrovato un suo grande protagonista.
Per quanto riguarda Djokovic non credo che ne risentirà più di
tanto nella semifinale serale contro l’altro argentino Schwartzman (28 cm
più basso…) che ha dominato Nishikori nei quarti. Nole ha battuto “El Peque”,
il piccoletto, due volte su due, sempre in Slam: all’US Open nel 2014 e al
Roland Garros nel 2017 (in cinque set però).
E oggi per le semifinali maschili e femminili cosa aspettarsi? Ne parlo in un altro editoriale che uscirà fra qualche ora, e nel quale sottolineo una curiosità di tipo… giornalistico. Qualunque risultato andrà bene. Quel che non si potrebbe sopportare sarebbe un altro piovasco con dei rinvii a domani. Il tempo si preannuncia dispettoso, ma domani domenica ahinoi ancor di più. Eppure questo torneo ha già sofferto abbastanza.