Serena a Parigi: il ruggito che scuote, il nuovo look e quel pizzico di follia

Interviste

Serena a Parigi: il ruggito che scuote, il nuovo look e quel pizzico di follia

Williams dopo il successo al primo turno del Roland Garros: “Inizio strano, non ero in me. Poi il ruggito… forse mi ha aiutato”. ‘Mamma, Regina, Campionessa, Dea’ sono le parole impresse sul vestito: “Pesanti da portare, ma lo è anche essere Serena Williams”. La polemica tra Nike e le mamme atlete: “Hanno sbagliato, ma vogliono cambiare”

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Serena Williams - Roland Garros 2019 (foto Roberto Dell'Olivo)
 

Non hai giocato molto quest’anno, hai avuto problemi di infortuni. Come ti sentivi oggi?
Fisicamente mi sono sentita abbastanza bene. Sì, ho avuto tanti infortuni. Non mi capita spesso, ma in Australia ho avuto una distorsione alla caviglia e da lì è andata sempre peggio. Penso di essere finalmente in via di guarigione. Finora è stato un anno davvero interessante per me.

Alla fine della partita hai detto di essere stata un po’ nervosa. Come giudicheresti questo nervosismo del primo turno in confronto a casi analoghi su questo campo?
Sì, è stato strano. Ne ho passate tante e improvvisamente mi sono innervosita e ho smesso di muovere i piedi. È stato come avere dei blocchi di cemento sui piedi. Sentivo che dovevo fare qualcosa. Ad essere onesta non so fare un paragone con altre partite. Sono sempre un po’ nervosa negli Slam, specialmente nei primi turni.

Ovviamente lei hai giocato un gran primo set, ma dal secondo in poi ne sei venuta a capo. Qual è stato il punto di svolta nel secondo e terzo set?
Stavo semplicemente commettendo molti errori. Ogni volta che colpivo la pallina, sentivo che stavo impattando con il telaio della racchetta; non mi capita spesso di steccare. Semplicemente non ero in me, e invece di correggere gli errori ho continuato a giocare male. Sapevo che non poteva andare peggio di così, che avrei potuto soltanto migliorare. Mi sono detta di restare positiva. È stato davvero uno strano inizio di partita.

All’inizio del secondo set hai fatto un errore. Hai gridato e sbattuto un piede a terra. Da quel momento in poi fino alla fine del match hai giocato molto meglio. Mi chiedo cosa avvenga in te quando riesci a liberarti in questo modo. Come può condizionarti nel mezzo di una partita?
Sì, l’avevo dimenticato. Penso di non averlo mai fatto prima. Di solito mi comporto in questo modo dopo un punto o un colpo, in quel momento ero davvero frustrata perché mi sono allenata bene. L’ultima settimana e mezzo è stata davvero positiva, quindi mi sono detta: “Dio questa non è la Serena degli allenamenti, la Serena che vedo tutti i giorni” (sorride). Ero così frustrata che ho lasciato uscire questo ruggito, ed ora eccomi qua. Forse ha aiutato. Come ho detto, non l’avevo mai fatto prima se non dopo un colpo. Stavolta è stato diverso.

Sei abituata ad arrivare ad uno Slam senza aver giocato molte partite di preparazione. Pensi di avere abbastanza tennis in te da permetterti di raggiungere il tuo livello migliore?
Sì, sento di avere abbastanza tennis in me. Ho un’esperienza ultratrentennale di tennis, quindi andrà tutto bene.

Sei sempre elegantissima e ti piace mandare un messaggio con quello che indossi. Oggi indossavi un completo, ho pensato che assomigliassi a Wonder Woman. Puoi parlarci delle frasi scritte sul tuo completo? E quali superpoteri hai dovuto usare oggi per vincere la partita?
Erano parole in francese, dicevano “Regina”, “Campionessa” e “Mamma”, sono termini che significano molto per me, sono parole da ricordare per me e per chi le indossa. Mi piace che possano ricordare a tutte le donne che sono delle regine e possono essere delle campionesse. Il mio superpotere di oggi è stato semplicemente quello di restare attaccata alla partita e restare positiva per una volta (sorride).

Vorrei sapere se è stata una coincidenza il fatto che quando hai indossato il bikini, o comunque lo vogliamo chiamare, non hai giocato molto bene. Poi è diventato freddo e bagnato, ti sei coperta meglio e improvvisamente è cambiato tutto, hai vinto il secondo e terzo set in 56/57 minuti. Pensi che ci sia una relazione? Hai sofferto il freddo?
No, è solo follia la mia, penso che ormai lo sappiano tutti. Avevo bisogno di cambiarmi, di provare qualcosa di diverso. Il problema non è il mio dritto, sono i miei vestiti, giusto? (sorride) Davvero, è così. Sono solamente un po’ fuori di testa (sorride).

Ogni volta che stai perdendo e ti raccogli i capelli le persone dicono “ok inizia la partita”. Cosa significa per te? È questo che intendevi prima, è per via dei capelli?
Non credo. L’ho sentito dire in passato, ma in realtà penso semplicemente che devo provare qualcosa di diverso, perché il problema non è sicuramente il mio servizio: devono essere i miei capelli. Non ha senso: è tutto nella mia testa.

Tornando all’inizio del secondo set, hai parlato del tuo gesto di rabbia, ti sei resa conto di come ha reagito il pubblico, del fatto che ha iniziato a tifare per te? Quanto sei capace di tirare fuori l’energia del pubblico?
Sì, me ne sono resa conto, penso che anche prima di quel momento erano con me, ma in quel momento sono stati di grande supporto, quello di cui avevo bisogno per venirne fuori.

C’era una quarta parola stampata sul tuo vestito, se non mi sbaglio “Deesse” o Dea? Quattro parole pesanti da indossare.
Sì, è molto da indossare, ma lo è anche essere Serena Williams.

Ti diverte essere al Roland Garros o ci riesci soltanto quando vinci?
C’è solo un modo per me di divertirmi qui. Non mi piace essere in posti in cui non vinco, per questo mi piace giocare tutti e quattro gli Slam.

Tornando al vestito ed alle parole che riportava, come ti senti rispetto al fatto che il tuo sponsor finora ha trattato le donne incinte in maniera diversa?
Puoi elaborare meglio la domanda?

Il New York Times ha scritto che durante la tua gravidanza il tuo contratto è rimasto invariato mentre altre donne sotto contratto con Nike hanno perso del denaro.
Sì, l’ho letto. Negli ultimi tempi la Nike ha supportato molto le donne, hanno iniziato mandando un chiaro messaggio attraverso di me, ed hanno detto di voler cambiare da questo punto di vista. Vogliono essere dalla parte delle donne che vogliono diventare madri ed avere una famiglia. Sono felice di questa dichiarazione, e so che d’ora in poi faranno meglio. È questo il punto: imparare dagli errori e fare meglio.

Ti sorprende che avessero quella regola? Perché pensi non sia stata applicata con te?
Credo che in passato le persone non considerassero che le donne nello sport potessero avere figli ed allo stesso tempo continuare ad essere delle atlete. Con il passare del tempo, i cambiamenti nella tecnologia e nel mondo intero, le persone si rendono conto che c’è bisogno di un cambiamento nelle regole. Dobbiamo rivedere le vecchie regole e cambiarle. Penso che Nike volesse farlo, ed hanno iniziato a farlo. Hanno mandato un messaggio coraggioso facendolo con me, e credo che continueranno a farlo.

Dopo aver giocato così poco sulla terra e l’infortunio patito a Roma, hai preso in considerazione la possibilità di saltare gli Open di Francia e andare direttamente a Wimbledon ed alla stagione sull’erba? Oppure non ti è mai passato per la testa? 
È un pensiero che mi ha attraversato la testa ogni giorno, ma ora sono qui. E intendo fare del mio meglio.

Traduzione integrale a cura di Vincenzo Lo Curto

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