Wimbledon: Berrettini quasi perfetto, ora può sognare Federer. Il saluto di Baghdatis

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Wimbledon: Berrettini quasi perfetto, ora può sognare Federer. Il saluto di Baghdatis

LONDRA – Matteo Berrettini vince in tre facili set e pone fine alla carriera di Marcos Baghdatis

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Matteo Berrettini a Wimbledon 2019 (foto Roberto Dell'Olivo)
 

[17] M. Berrettini b. [WC] M. Baghdatis 6-1 7-6(4) 6-3 da Londra, il nostro inviato

Tutto il pubblico in piedi, Marcos Baghdatis a centro campo con le mani alzate a ricevere l’ultimo tributo da tutti i presenti, compreso Matteo Berrettini che, lasciata cadere la racchetta a terra si unisce nell’applauso alla carriera di questo grande giocatore che ha così chiuso la sua avventura nel circuito professionistico. È stata questa la scena più bella di una partita che in fin dei conti non c’è stata, tanta era la differenza tra un ormai ex-giocatore come il cipriota e il nostro Berrettini, uno dei tennisti più in forma del momento.

Quella risposta che per tanti anni è stata la chiave di volta del gioco di Baghdatis oggi poco ha potuto contro i siluri di Matteo, arrivati oltre le 140 miglia orarie (vicino ai 230 chilometri orari) e che hanno lasciato le briciole durante i turni di battuta dell’italiano: cinque punti persi nel primo set, sei nel secondo, cinque nel terzo. Unico momento di sbandamento quel break subito servendo per il secondo parziale sul 6-5, quando si è incartato con un doppio fallo e una palla corta un po’ troppo leziosa, tanto da dare la chance extra del tie-break a Baghdatis, che però non ha potuto opporsi ai servizi del romano.

È sembrato di vedere una gara motoristica tra vetture di diversa cilindrata, o un incontro di pugilato tra due boxeur di diverse categorie di peso: il palleggio di Baghdatis non faceva nessun male a Berrettini, che non appena riusciva ad aggiustarsi il diritto lasciava partire la castagna decisiva, e addio patria! Il cipriota ha provato a tenere la palla lunga, a tagliare il rovescio per far scendere Matteo dai suoi quasi due metri, ma era troppo poco da opporre a un Top 20 determinato e concentrato, che nei suoi turni di battuta è stato quasi intoccabile.

Matteo Berrettini alla fine del match (foto Roberto Dell’OIivo)

L’applauso di Marcos sull’ultima volée smorzata del secondo set, seguita a ruota dal break iniziale del terzo hanno fatto partire i titoli di coda allo show finale di un campione che ha certamente dato un’impronta unica al suo tennis, fino all’epilogo finale, quando ha svuotato la sua borsa regalando agli spettatori tutto ciò che aveva: racchette (non prima di fingere di volerle fracassare), magliette, pantaloncini, persino le mutande. Prima di andarsene si è poi tolto le scarpe ed ha tirato anche quelle in tribuna, prima di incamminarsi per l’ultima volta verso gli spogliatoi indossando solo i calzini, rigorosamente bianchi come impone la tradizione.

Secondo me ho giocato una grandissima partita – ha commentato Berrettini dopo il match – gli ho messo tanta pressione fin dall’inizio, in risposta ribattevo tanto e bene e al servizio sono stato molto sicuro. La cosa migliore che ho fatto è stato reagire quando lui ha sfruttato l’unica palla break che ho avuto e sono stato subito lì a prendermi il tie-break“.

A proposito della particolare circostanza che ha circondato la partita Berrettini ha ammesso come la cosa gli abbia fatto piacere: “Di solito gioco meglio quando c’è un po’ di atmosfera, quando il pubblico tifa per il mio avversario, come era ovvio che fosse oggi. L’emozione che ho provato è stata grandissima, speravo di essere io a porre fine alla sua carriera, perchè è un ricordo che mi porterò dietro per sempre, è stato più importante di aver raggiunto il terzo turno a Wimbledon. Gli ho chiesto una maglietta e un polsino che conserverò gelosamente“.

Vincenzo [Santopadre] mi ha detto che la moglie di Marcos ha iniziato a piangere tre game prima della fine. Meno male che non me ne sono accorto… Da quando ho saputo che avrei giocato contro di lui ho pensato a come potrà essere la mia ultima partita: lui ha scelto il palcoscenico migliore, anche se per me Roma potrebbe avere un significato più profondo. Credo che vorrò avere vicino a me tutte le persone che hanno contribuito alla mia carriera quando quel giorno, il più tardi possibile, arriverà. E chissà, magari vincerò la mia ultima partita…

Berrettini ora attende al terzo turno di Wimbledon (sua migliore prestazione in carriera nello Slam londinese) Diego Schwartzman vincitore su Dominik Koepfer. “Come caratteristiche è un giocatore che mi dà particolarmente fastidio, la sconfitta contro di lui a Roma è stata piuttosto strana, il campo era luce e ombra. Non è un caso se lui è al terzo turno qui a Wimbledon, sull’erba il suo servizio renderà di più, per cui sarà una battaglia“.

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