L'Italia che saluta lo US Open: Sonego gioca male, Fabbiano rimontato dal folle Bublik

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L’Italia che saluta lo US Open: Sonego gioca male, Fabbiano rimontato dal folle Bublik

NEW YORK – Lorenzo incappa in una pessima giornata e non lotta mai contro Andujar. Fabbiano invece finisce vittima del ‘tennis roulette’ di Bublik dopo essere stato avanti 2-0

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Lorenzo Sonego - US Open 2019 (foto Jo Vinci)
 

da New York, i nostri inviati

Nella splendida atmosfera ormai parecchio italiana del campo 9, perché qui Berrettini ha appena battuto Thompson, Sonego scende in campo contro Andujar per provare ad emularlo. Sull’adiacente campo numero 8 Fabbiano è già in campo contro Bublik. Ci sono tanti tifosi italiani, ci si sente a casa: purtroppo Sonego e Fabbiano non riescono a raggiungere al terzo turno Berrettini e Lorenzi, finendo per essere eliminati in tre set il primo e in cinque set (dopo quasi quattro ora di lotta estenuante) il secondo da Andujar e Bublik.

LA SCONFITTA DI FABBIANO (Vanni Gibertini) – Essere padroni del proprio destino è un generale obiettivo di tutti, ma soprattutto di chi gioca a tennis. È sempre bene avere il controllo di ciò che ci accade, nel bene e nel male. Purtroppo quest’oggi a Flushing Meadows il nostro Thomas Fabbiano ha dovuto passare gran parte delle 3 ore e 40 minuti del suo match contro Alexander Bublik in qualità di “passeggero”, senza poter fare granché per poter influenzare il risultato. La sua sconfitta fa ancora più male perché è la prima volta che Thomas viene rimontato da due set di vantaggio, e perché sembrava che la strada per il terzo turno ed eventualmente oltre, dopo aver eliminato Thiem, fosse praticabile. Il match è stato quasi più surreale di quello del gennaio scorso in Australia contro Opelka: qui gli ace sono stati “solo” 48 contro i 67 di Melbourne, ma ci sono stati anche 26 doppi falli e soprattutto 13 di quegli ace sono arrivati con la seconda di servizio, da un certo punto in poi sempre tirata a tutta potenza.

Era iniziata nel migliore dei modi per Fabbiano, che si era subito portato avanti di un break sul 3-1 sfruttando il caratteristico gioco erratico di Bublik. Poco falloso negli scambi e molto attento nella gestione della battuta, con la quale variava ad arte traiettorie e velocità, l’azzurro ha avuto due set point per chiudere il primo set 6-2, salvati da due grandi battute di Bublik, l’unico colpo che per lunghi tratti del match ha tenuto a galla il kazako. Poi, al momento di servire per il parziale, Thomas si irrigidiva, cominciava a commettere qualche errore da fondocampo e accorciava pericolosamente la battuta fino a farsi riprendere sul 5-5. Fortunatamente per lui nel tie-break otteneva in dono dall’avversario due doppi falli (peraltro giocati con la seconda scagliata a velocità folle) che gli permettevano di chiudere il set 7-3 in 56 minuti.

Nel secondo parziale Fabbiano riusciva ad arrampicarsi fino alla palla break in cinque dei sei turni di battuta di Bublik, ma in quei frangenti era quasi sempre il kazako a sfoderare dei servizi imprendibili vanificando tutti gli sforzi di Thomas. E anche quando il set sembrava poter svoltare dopo aver ottenuto il 6-5 e la chance di servire anche per il secondo set, ricompariva il fantasma del set precedente che faceva accorciare il braccino e il servizio. In quel caso però Fabbiano era molto bravo a risalire da 15-40 e portarsi due set a zero grazie a una bella volée di diritto.

All’inizio del terzo set, dopo la pausa fisiologica richiesta dall’italiano, parecchi tifosi con il tricolore si erano spostati dal vicino campo 9, dove avevano giocato prima con alterne fortune sia Matteo Berrettini sia Lorenzo Sonego, creando un po’ di atmosfera intorno al terreno di gioco. Giocare sui turni di battuta di Bublik diventava sempre più complicato, giacché il kazako passava al “tennis roulette”, tirando spesso e volentieri la seconda di servizio forte come la prima. Sul 4-5 un paio di punti un po’ causali di Bublik e una buona volée lo portavano al set point, che veniva concretizzato grazie soprattutto a una risposta sghemba che atterrava nell’angolino remoto del campo.

Perso il terzo set Fabbiano iniziava ad accusare il colpo, non tanto fisicamente ma mentalmente: colpi che prima venivano tirati a tutto braccio e seguiti a rete diventavano più titubanti, dando qualche chance in più a Bublik anche negli scambi da fondo. Un break sul 3-2 nel quarto set scriveva il destino del match che doveva allungarsi fino al parziale decisivo, iniziato sotto un bellissimo tramonto newyorkese e con le poche panchine intorno al campo 9 che si riempivano di spettatori rimasti esclusi dal Grandstand, dove la presenza di Nick Kyrgios aveva fatto riempire tutti i posti a disposizione.

Il break decisivo arrivava sul 2-2, quando Bublik veniva avanti a prendersi una bella volée sul 30-30 e nel punto successivo uno smash di Fabbiano toccava il nastro e finiva in corridoio. Da quel momento in poi “la roulette” diventava ancora più pazza: in un game di servizio di Bublik si registravano tre ace di seconda consecutivi, un doppio fallo e un altro ace di seconda a chiudere. Sempre più demoralizzato Fabbiano finiva per cedere la battuta anche nel game finale, abbandonando così la speranza di tornare al terzo turno allo US Open, già raggiunto nel 2017.

 

Credo che avrei dovuto vincere io questa partita – ha detto Thomas dopo il match – il set in cui ho fatto più fatica è stato il primo, e l’ho vinto. Negli altri invece credo di avrei meritato io, ma gli ho lasciato l’angolo da tirare a tutto braccio, speravo che mi regalasse qualcosa, e invece non l’ha fatto, ha messo la palla nei centimetri giusti. Solo una volta mi sono detto che avrei dovuto avere più coraggio, per il resto quando mi ha breakkato mi ha tirato due comodini“.

Thomas Fabbiano US Open 2019 – Foto Luigi Serra

LA SCONFITTA DI SONEGO (Cesare Novazzi) – Tra Lorenzo e Pablo Andujar non c’erano precedenti, ed entrambi puntavano a raggiungere per la prima volta il terzo turno a New York (per l’italiano sarebbe stata, più in generale, la prima volta in uno Slam). Al servizio partiva Sonego, ma si incartava subito con il dritto poco profondo per cedere a zero. L’italiano sembrava non essere sceso in campo, con un linguaggio del corpo desolante. Gianpiero Arbino, il suo allenatore, cercava immediatamente di incitarlo – “stai bene avanti con il corpo e stai sereno che hai appena iniziato” – ma non c’era nulla da fare, senza neanche il servizio a supportarlo. Troppo distratto Sonego, persino dalla racchetta cambiata un paio di volte; tanto da perdere ancora il servizio a zero nel settimo gioco. “Ricordati che devi scendere in campo Lori! Sbloccati dai!” ma niente da fare, Andujar chiudeva 6-2 senza il minimo sforzo.

Non c’è molto altro da raccontare di questa partita. Sonego si è trascinato per il campo con fare abbattuto, e per la decisione di cambiare il grip pochi secondi prima di andare a servire e si è persino beccato un warning per time violation. Nel suo angolo ci si chiedeva perché fosse “sceso in campo troppo demoralizzato, si muove bene, ma non cerca mai la palla, è il suo stato emotivo, non riesce a giocare come vorrebbe”. Le uniche due palle break arrivavano al secondo gioco del secondo set, ma Sonego spediva prima un pallonetto lungo e quindi un rovescio in corridoio. Andujar non ha comunque mai diminuito la pressione, avendo percepito la difficoltà dell’avversario, ma onestamente Sonego – se si eccettuano otto ace e pochissimi dritti – non ha praticamente spinto una palla. Il suo angolo ha continuato a incoraggiarlo, ma senza successo: dopo un’ora e 55 minuti il campo ha decretato un netto 6-2 6-4 6-2.

In conferenza, Lorenzo non è (comprensibilmente) stato troppo prodigo di parole: C’era un po’ di vento e non sono riuscito a gestire la situazione. Mi ha sempre messo pressione e si muoveva molto bene. Fisicamente sto bene, ho solo una vescica sotto al piede, ma non è nulla. Adesso dovrei andare a Ginevra con una wild card, poi Metz e quindi la trasferta asiatica”.

P. Andujar b. L. Sonego 6-2 6-4 6-2
A. Bublik b. T. Fabbiano 6-7(3) 5-7 6-4 6-3 6-3

Il tabellone maschile completo (con tutti i risultati aggiornati)

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ATP Houston, il tabellone: Tiafoe e Paul guidano il monopolio americano

Sei teste di serie su otto sono per giocatori di casa, ma attenzione ai sudamericani Etcheverry e Garin, campione nel 2019

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Frances Tiafoe - United Cup 2023 Sydney (foto Tennis Australia/ JAMES GOURLEY)

Dopo la parentesi sudamericana di febbraio, la terra è pronta a tornare la protagonista del circuito. Da lunedì e fino alla fine del Roland Garros, e quindi per più di due mesi, si giocherà solo sul rosso. In campo maschile si partirà con tre tornei 250 in tre continenti diversi: Estoril, Marrakech e Houston. Quest’ultimo sarà, come spesso capita, la casa dei giocatori americani, storicamente non troppo amanti della terra europea. Tre delle ultime quattro edizioni sono state vinte da rappresentanti del team USA e ci sono tutti i presupposti perché le tradizioni vengano rispettate anche quest’anno: al via ci saranno infatti almeno dieci giocatori di casa e sei di questi avranno lo status di testa di serie, lasciandone soltanto due alle altre nazioni. I favoriti per arrivare in finale sono Frances Tiafoe e Tommy Paul, ma entrambi non conservano ricordi particolarmente positivi delle loro esperienze a Houston.

In tre apparizioni Tommy ha vinto solo due partite e non è mai andato oltre gli ottavi, mentre Frances ha come miglior risultato i quarti della scorsa edizione quando si fermò al cospetto di Isner. Proprio Big John, che ha disputato tre finali in questo torneo vincendo quella del 2013, è uno degli altri due americani, insieme a Tiafoe e Paul, che approfitterà di un bye al primo turno. Il quarto e ultimo è Brandon Nakashima che, dopo il trionfo alle Next Gen di Milano, sta faticando a trovare continuità di risultati in questo avvio di stagione.

La seconda linea statunitense è poi composta da JJ Wolf, numero 5 del seeding e chiamato a un primo turno complicato contro Jordan Thompson, e da Marcos Giron (settima testa di serie). Nelle retrovie ci sono invece, oltre a Kudla e Kovacevic, le wild card Steve Johnson (vincitore qui nel 2017 e nel 2018) e Jack Sock (anche lui campione del torneo nel 2015). Un altro past champion che ha ricevuto un invito per il tabellone principale è Fernando Verdasco che contro l’australiano Kubler (testa di serie n. 8) andrà a caccia di una vittoria ATP che gli manca dallo scorso settembre.

 

Tra chi punta a spezzare il monopolio a stelle e strisce, però, ci sono soprattutto due sudamericani: il primo è Etcheverry, finalista a Santiago a febbraio, che al primo turno affronterà Juan Manuel Cerundolo (fratello di Francisco); il secondo è Garin, già capace di trionfare sulla terra di Houston nel 2019. Il cileno sfiderà all’esordio Dellien con vista su un possibile secondo turno con Nakashima.

Questo il tabellone completo del Fayez Sarofim & Co. U.S. Men’s Clay Court Championship 2023:

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ATP Miami, Sinner ha un nuovo fan. Alcaraz: “Tifo per te”

Abbraccio sincero nonostante la dura sconfitta tra Carlos Alcaraz e Jannik Sinner: “Forza amico”

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Non si sono risparmiati i complimenti nelle rispettive conferenze stampa Jannik Sinner e Carlos Alcaraz, che nella semifinale di Miami hanno dato vita ad un nuovo capitolo bellissimo della loro rivalità. Qui il video-commento del direttore sul match.
Sinner ha spiegato come ci si diverte a giocare così, ci vogliono due tennisti per fare punti così belli”, mentre lo spagnolo ancora una volta ribadisce quanto affrontare un tennista del livello di Jannik gli permetta di migliorare: “Riesco solo a pensare a come migliorare per riscire a batterlo.

Oltre a queste dichiarazioni però, i due tennisti si sono parlati anche a fine incontro durante la stretta di mano. Nonostante la delusione arrivata dopo tre ore, Carlos non ha perso il sorriso e si è complimentato con Jannk con un sincero abbraccio accompagnato da queste parole: “Vai a prendertelo. Forza amico. Tiferò per te“. Chissà se la rivalità tra questi due giovani tennisti raggiungerà mai le vette toccate con i match tra Federer e Nadal, quel ch’è certo però è che il livello di sportività e amicizia tra i due non sarà da meno.

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La rinascita del tennis francese passa anche dal 18enne Luca Van Assche: “Sinner, Alcaraz e Rune sono un riferimento” [ESCLUSIVA]

Il classe 2004 transalpino arriva da 8 vittorie consecutive, in semifinale a Sanremo non ha intenzione di fermarsi: “Voglio arrivare il più in alto possibile”

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Luca Van Assche - ATP Challenger Sanremo 2023 (foto Tullio Bigordi)

Il Challenger 125 di Sanremo ha progressivamente visto diminuire, turno dopo turno, il numero di italiani in gara. Erano ben 15 gli azzurri ai nastri di partenza, con 7 derby che si sono disputati durante il torneo. Sabato però, a partire dalle 13.30, le semifinali vedranno impegnati un francese, un ceco, un peruviano e un belga, visto che nessun rappresentante del Bel Paese è riuscito a spingersi oltre i quarti.

Sia chiaro, non è l’inizio di una barzelletta, bensì la (quasi) fine del torneo sanremese, alla sua seconda edizione consecutiva in cui è passato dalla categoria ’80’ del 2022 – con il grande successo di Holger Rune – alla attuale categoria ‘125’. Ad aprire il programma (alle 11) sarà la finale di doppio, che vedrà opposti Cornea/Skugor e Cacic/Demoliner. A seguire, non prima delle 13, nella prima semifinale di singolare si affronteranno il ceco Vit Kopriva e il talentuoso francese Luca Van Assche, che si è raccontato ai nostri microfoni dopo la vittoria di ieri nei quarti di finale. A ruota anche la seconda semifinale, che vedrà opposti Juan Pablo Varillas, peruviano e prima testa di serie, e il belga Kimmer Coppejans.

“Ieri ho giocato un gran match, sono contento di aver raggiunto la semifinale qui dopo tre buone partite” – ha dichiarato il giovane classe 2004 transalpino, prossimo ormai all’ingresso in top100. Nella classifica live, infatti, Van Assche è n°101 ATP: con una vittoria oggi entrerebbe nell’élite del tennis maschile, salendo al n°97 (arriverebbe al n°89 o n°90 in caso di titolo). “Uno dei grandi obiettivi di questa stagione era vincere nuovamente un challenger ed entrare in top100, ci ha raccontato il francese. “Al momento ne ho vinto uno – la scorsa settimana a Pau, in Francia, battendo tutte le prime 3 teste di serie, ndr – e sono molto vicino ad entrare tra i primi 100. Spero di vincere oggi in modo da riuscirci subito, ma se così non sarà è solo questione di tempo, sono sulla buona strada.

 
Luca Van Assche – ATP Challenger Sanremo 2023 (foto Tullio Bigordi)

Forte anche di una striscia aperta di 8 successi di seguito, a questo punto è probabilmente il caso di ridefinire gli obiettivi stagionali, alzando l’asticella. “Spero di giocare al meglio sulla terra, devo dire che ho iniziato piuttosto bene (sorride, ndr). Per essere il primo torneo stagionale sul rosso non posso lamentarmi, oggi gioco una semifinale importante e sono molto contento del mio percorso. Per il resto della stagione non mi pongo limiti, spero di arrivare più in alto possibile.

A 19 anni da compiere (il prossimo 11 maggio) Luca ha già vinto due challenger, diventando il primo tennista nato nel 2004 a trionfare in questo genere di tornei. Non deve certo essere semplice raccogliere l’eredità di una generazione che ha sfornato diversi top10, tra cui Simon, Tsonga, Gasquet e Monfils. Il transalpino, però, non si pone limiti: “È chiaro che non facile, in Francia sono stati molto criticati nel corso della loro carriera nonostante tutti siano stati top10. Sono delle leggende per il nostro sport, spero vivamente di poter seguire le loro orme”.

La miglior gioventù sta accumulando grandi risultati anche nel gotha del tennis mondiale, come testimoniano i continui record infranti da Carlos Alcaraz o il match straordinario vinto nella notte da Jannik Sinner contro lo spagnolo. Di recente Holger Rune ha dichiarato che gli piacerebbe poter essere un membro dei nuovi big3, insieme proprio a Carlos e Jannik. E chissà che anche Luca non possa inserirsi in questa cerchia ristretta: “Mi piacerebbe molto, anche se al momento Sinner, Alcaraz e Rune sono i migliori giovani in assoluto e il riferimento per tutti noi. Mi auguro che tra qualche tempo potrò giocare e vincere anche contro di loro”.

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