US Open: strepitoso Berrettini, primi quarti Slam

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US Open: strepitoso Berrettini, primi quarti Slam

Matteo come una furia tra i migliori otto dello US Open. Andrey Rublev impotente, servizio e dritto dell’azzurro micidiali. Ora c’è Monfils

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da New York, il nostro inviato

[24] M. Berrettini b. A. Rublev 6-1 6-4 7-6(6)

In teoria, che il numero 25 ATP batta nettamente il numero 43 non dovrebbe essere un avvenimento straordinario. Andrey Rublev, però, è un giovane in ascesa esattamente come Matteo Berrettini, ha potenzialità ragguardevoli, e qui a New York aveva già raggiunto i quarti di finale due anni fa (sconfitto da Nadal). Tre settimane fa, a Cincinnati il 22enne di Mosca si era perfino concesso il lusso di battere Roger Federer. Un avversario da prendere con le molle, insomma, che qui aveva fatto fuori Tsitsipas, Simon e Kyrgios.

Matteo, senza la minima esitazione, è entrato subito in partita mettendoci tutte le sue migliori qualità, a partire dal servizio (spesso sopra i 215 kmh), ma soprattutto ha manovrato, spinto e chiuso vincenti in modo spettacolare con il dritto. Andrey è sembrato in difficoltà particolarmente dal lato del rovescio, e con la battuta ha inciso poco, facendosi anzi aggredire a più riprese quando serviva la seconda palla, decisamente lenta e poco incisiva (una media di 130 kmh, molto bassa). Due break nel primo set, e in 24 minuti Berrettini mette in saccoccia un bel 6-1, facendo esattamente il doppio dei punti rispetto all’avversario, 30 contro 15. Nel suo angolo, dove siede anche Craig O’Shannessy accanto a Vincenzo Santopadre e Umberto Rianna, applaude convinta Ajla Tomljianovic.

Il secondo set vede Rublev andare sotto quasi subito, con break subìto al terzo game, lottatissimo (16 punti). Non recupererà più, Berrettini gli concede 6 punti in risposta nell’intero parziale, giocando francamente benissimo, e chiudendo 6-4. Mentre su Flushing Meadows si scatena un temporale violento, causando un effetto rimbombo sotto il tetto del Louis Armstrong, alcune clamorose manate di dritto dell’azzurro schioccano tanto forte da superare il rumore della pioggia. L’impressione è che ci sia una categoria di differenza in campo, non di qualità naturalmente, ma di peso, sia fisico che di palla. Oggi pomeriggio, semplicemente il bravo Andrey, che ce la mette tutta, non riesce a reggere l’urto del bombardamento a cui lo sottopone Matteo.

Se poi ci aggiungiamo alcune perle di gran classe, come un paio di palle corte fintate vincenti, e un rovescio slice lungolinea chiuso da fondocampo, si capisce bene il livello della prestazione di Berrettini. In generale, sono evidenti i problemi del russo a gestire uno schema che a Matteo riesce benissimo, la sequenza slice basso diagonale di rovescio/drittone dall’altra parte. Nel terzo set, Rublev, ormai sull’orlo del proverbiale cornicione, cerca di rimanere aggrappato al match, e fallisce anche un’opportunità per andare 2-0 (è la seconda palla break concessa in tutto da Matteo, ne aveva annullata un’altra quando era già avanti 5-1 nel primo set, per il resto al servizio l’azzurro è stato quasi impeccabile, alla fine saranno solo 9 i punti persi con la prima). Non è la sua giornata, almeno finora, e si vede. Quando sul 5-5 arriva il 15-40 e due palle break per Berrettini, che sulla seconda stampa giù lo sventaglio di dritto a uscire vincente, la vicenda parrebbe virtualmente finita. Ma il tennis è sport tremendo, si sa.

Un attimo di tensione, non ne aveva avuti di significativi, costa a Matteo il 15-40, un brutto doppio fallo (il primo e unico del match) gli costa il primo break subìto nella partita, proprio quando stava servendo per chiuderla. 6-6, si va al tie break. Andrey sembra rinato, e in effetti dal punto di vista agonistico è letteralmente resuscitato, come certifica una risposta di dritto lungolinea incredibile. I due si scambiano 5 minibreak di fila, giocando alla grande (ottimo due volte Berrettini con le palle corte, da standing ovation, saranno 4 su 4 vincenti nella partita, e tutte in momenti importanti), poi l’italiano dal 3-2 e battuta vola via sul 5-2. Raggiunto sul 5-5, Matteo si conquista un match-point col servizio, Andrey glielo annulla a sua volta con la prima palla. Che tensione.

Uno scambio al cardiopalmo, di 22 colpi, consegna all’azzurro un secondo match-point, stavolta alla battuta, una bella volée smorzata di dritto (5 punti su 6 a rete) lo manda nel paradiso dei migliori 8 dello US Open (42 anni dopo Corrado Barazzutti, che ci riuscì a Forest Hills), e al best ranking virtuale di numero 16 ATP (per ora, bisognerà attendere la fine del torneo naturalmente). Splendido Berrettini, tanta qualità unita ad altrettanta sostanza, un tennis perfetto per questi campi e questi tempi, unito a una notevole personalità, sorridente e consapevole.

Emozionatissimo Matteo, a fine partita: “Non so come mi sento, è qualcosa di incredibile, avrò bisogno di qualche ora per capire cosa è successo. Oggi ha funzionato tutto, ho variato con i tagli, il servizio e il dritto, le mie armi hanno funzionato.” Nei quarti di finale sfiderà Gael Monfils, un match inedito a livello di circuito ATP. Per il francese si tratta del nono quarto di finale in un torneo dello Slam (per due volte ha poi raggiunto la semifinale). Per Berrettini speriamo sia solo il primo di una lunga serie.

Il tabellone maschile completo (con tutti i risultati aggiornati)

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