Gaudenzi presidente ATP (Crivelli, Azzolini, Semeraro). Sinner: "Mi carico col rap, mangio le carote e sogno gli US Open" (Cocchi). Questa volta vince Monfils. Sinner fuori ma nei top 100 (Semeraro)

Rassegna stampa

Gaudenzi presidente ATP (Crivelli, Azzolini, Semeraro). Sinner: “Mi carico col rap, mangio le carote e sogno gli US Open” (Cocchi). Questa volta vince Monfils. Sinner fuori ma nei top 100 (Semeraro)

La rassegna stampa di venerdì 25 ottobre 2019

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Gaudenzi presidente Atp: «Il successo globale sarà la mia linea guida» (Riccardo Crivelli, La Gazzetta dello Sport)

Studiava da manager già da giocatore, perché era curioso, intelligente, sempre attento alle questioni sociali ed economiche che si muovono attorno al tennis. Quando ha smesso, Andrea Gaudenzi ha continuato a nutrire la sua fame di conoscenza, prendendo un Master in Business Administration all’Università di Monaco di Baviera e poi ricoprendo vari incarichi nel settore dei digital media. Da membro del Board di Atp Media, la sussidiaria dell’Atp che si occupa della produzione delle immagini televisive dei tornei, ha guidato la ristrutturazione del business. Insomma: l’uomo giusto al posto giusto al momento giusto. Le voci della settimana scorsa, infatti, ieri hanno avuto la conferma ufficiale: sarà lui, dal 1° gennaio 2020 e per 4 anni, a sedere sulla poltrona di presidente dell’Atp al posto dell’uscente Chris Kermode. Un’età (46 anni) che non gli ha fatto dimenticare le esigenze dei giocatori (lui tra l’altro fu uno dei primi «sindacalisti»), indubbie capacità imprenditoriali, profonda dimestichezza con gli equilibri spesso labili del governo dell’Atp, che con la sua nomina esce da sei mesi turbolenti segnati dalla contrapposizione tra i tennisti e i responsabili dei tornei sulla spartizione dei guadagni, vero punto di rottura con la gestione Kermode. Non a caso, tra i primi messaggi di congratulazioni si è segnalato quello di Djokovic, presidente dell’Atp Players Council e capofila nemmeno troppo occulto della fronda contro la vecchia guida politica: «È stato uno di noi e si è affermato come imprenditore. Ha tutte le qualità richieste e sono sicuro che lavoreremo bene insieme». Ma l’investitura del faentino suscita commenti positivi anche dall’altra parte della barricata, quella degli organizzatori: «La sua figura – commenta Gavin Forbes, rappresentante dei tornei nell’Atp – offre profonda conoscenza dell’Associazione unita alla preziosa esperienza in altri settori. Ha tutte le carte in regola per rafforzare la straordinaria crescita conosciuta dal nostro sport negli ultimi anni». […] Queste le prime parole di Gaudenzi: «Ricoprire il ruolo di Presidente è un vero onore. Sono ansioso di iniziare a lavorare per supervisionare la direzione futura del Tour e per costruire il successo globale e la popolarità di questo sport in quello che è senza ombra di dubbio il periodo storico più entusiasmante della storia del tennis. Sono grato per questa opportunità e non vedo l’ora di iniziare».

Con Gaudenzi Italia al vertice (Daniele Azzolini, Tuttosport)

Diventare presidente dell’Atp, al giorno d’oggi, significa avere il “sì” di Djokovic, Federer e Nadal, e nella politica dei veti incrociati che ha preso forma dal licenziamento di Chris Kermode, permettere al triumvirato di essere per una volta d’accordo, appare decisamente una bella impresa Andrea Gaudenzi, faentino quarantaseienne, vi è riuscito nelle sue qualità di persona giusta nel posto giusto, al momento giusto, con gli studi giusti e il passato che più tennistico non si può. […] Cercavano un presidente che considerasse il tennis come casa sua, e Gaudenzi aderisce perfettamente alla descrizione. Non solo… La lista dei requisiti, stavolta, era eccezionalmente lunga. Un presidente con larghe esperienze manageriali, dal piglio sicuro, in carica a tempo pieno, abile nel trattare e dare impulso allo sviluppo economico dell’associazione. Infine, cercavano un presidente che non fosse Justin Gimelstob, il preferito di Djokovic ai tempi del siluramento di Kermode per la politica un po’ sbadata sulle ricadute che il nuovo format della Davis avrebbe imposto alla famiglia tennistica: stagione più lunga, vacanze e preparazione invernale ridotte, rientri economici incerti per i giocatori. Gimelstob, anch’egli ex tennista, nell’ambiente viene considerato un falco, ed è stato quel binomio con Djokovic a riportare in fretta e furia Federer e Nadal nel Board dell’Atp, per vigilare sulle prossime mosse. E qui che si è creato il giusto spazio perla candidatura di Gaudenzi, tennista, laureato in Giurisprudenza a Bologna, Master in Business Administration conseguito a Monaco, poi manager con una vasta esperienza nei settori del matketing sportivo, già inserito in ambito Atp come consigliere d’amministrazione in Atp Media per la ristrutturazione del business. In sintesi, uno che sa essere propositivo sul versante economico, ma con raziocinio, senza essere un falco. […]

Gaudenzi nuovo Presidente Atp (Stefano Semeraro, Corriere dello Sport)

E’ davvero un momento d’oro per il tennis italiano. Non solo sul campo con i successi di Bertettini e Co, ma anche sul piano organizzativo – con le Atp Finals che approderanno a Torino dal 2021 – e nella stanza dei bottoni. Da ieri è infatti ufficiale la nomina a prossimo Presidente dell’Atp dell’ex azzurro di Davis Andrea Gaudenzi, il primo ‘chairman’ non anglosassone nella storia dell’Associazione che gestisce il circuito pro maschile. Gaudenzi, vincitore di tre tornei Atp e n. 18 del mondo nel ’95, entrerà in carica con un mandato di quattro anni a partire dall’1 gennaio 2020, succedendo all’inglese Chris Kermode. «L’Atp ha svolto un ruolo centrale nella mia vita in molti modi – ha dichiarato Gaudenzi – e la possibiità di ricoprire la carica di Presidente è un vero onore». Gaudenzi ha incassato la benedizione di Novak Djokovic, il rappresentante dei giocatori che esce da un anno di polemiche ruvide che l’hanno visto contrapposto anche ai colleghi Federer e Nadal: «Andrea sa cosa significa essere un tennista, ha le competenze giuste e sono sicuro che lavorerà per il bene dei giocatori e dello sport in generale». Soddisfatto anche il presidente della Fit Binaghi: «Andrea ha tutte le doti, sportive e professionali, necessarie a favorire l’ulteriore crescita del tennis mondiale». […]

Intervista a Jannik Sinner (Federica Cocchi, La Gazzetta dello Sport)

Non è da una sconfitta che si giudica un giocatore. Jannik Sinner stavolta non riesce a scalare la montagna Monfils nonostante due set point nel secondo parziale, ma lunedì potrà consolarsi con la calata nei top 100, il più giovane del 2019. E intanto ci svela ogni segreto. La sua qualità principale? «La calma. Quando sono in campo cerco di rimanere abbastanza tranquillo e quando sono in allenamento do tutto, come se stessi giocando. Così una volta in partita mi viene tutto più facile.

Qualità più apprezzata in un avversario e in un giocatore in generale?

Mi piace la sfida. E mi piace quando chi sta dall’altra parte della rete tira veloce. Così mi appoggio e la palla corre di più. In un giocatore mi piace l’atteggiamento positivo. Non mi piace chi si abbatte, preferisco chi cerca di tirare fuori qualcosa di buono anche da una sconfitta. In un allenatore mi piace la franchezza. Mi piace lavorare con chi va subito al punto, senza troppi giri di parole. Essere diretti è importante.

Il rivale più forte che abbia mal affrontato?

Wawrinka, ma è stata un’esperienza che mi è servita molto.

Tennista preferito e Slam preferito?

Tennista Federer. Lo Slam preferito è lo Us Open. Vorrei fosse il primo che vincerò. […]

Il suo sogno da bambino?

Divertirmi. Che poi è quello che sto già facendo.

Questa volta vince Monfils. Sinner fuori ma nei top 100 (Stefano Semeraro, Corriere dello Sport)

Notizia da Vienna, anche Jannik Sinner può perdere la pazienza. Gli è capitato ieri sera nel tie-break del secondo set contro Gael Monfils, match rivincita di quello che l’azzurro si era portato a casa la settimana scorsa ad Anversa. Dopo una facile volée di diritto spedita in corridoio, il punto del 5-1 per il francese, Jannik – che il primo set lo aveva già perso 6-3 – ha gettato la racchetta a terra: una prima volta. Incitato dal pubblico asburgico, il ragazzo sudtirolese è poi risalito 5-5; ha concesso un primo matchpoint con un’altra volée rivedibile e lo ha salvato, guadagnandosi anche due occasioni di allungare il match al terzo set; ma ha finito per arrendersi 10-8. Addio a primi quarti in un Atp 500, ma a Sinner che lunedì diventerà il più giovane top-100 italiano nell’era del computer va detto comunque bravo. Ha perso con il n. 14 del mondo, ancora avvelenato per la sconfitta belga, che è stato migliore al servizio e abile nel rallentare gli scambi per togliergli ritmo, pagando alla fine il conto dell’inesperienza e lo stress di due settimane fenomenali. Ma ha di nuovo lottato per due ore alla pari. Oggi a Vienna torna in campo Matteo Berrettini, sempre più lanciato nella corsa verso le Atp Finals anche grazie al passo falso di uno dei suoi diretti concorrenti agli ultimi due posti liberi per le Finals, il belga David Goffin, battuto a Basilea 6-7 7-6 7-5 dal gigante Usa (211 cm) Reilly Opelka. Berrettini alle 14 se la vedrà con il russo Rublev, 22 anni e numero 11 del mondo, reduce dalla vittoria nell’ Atp 250 di Mosca. Berrettini è virtualmente numero 9 della classifica mondiale Atp, ma quel che conta di più numero 8 nella Race, quindi teoricamente qualificato per la 02 Arena quando manca una settimana e mezzo alla fine della stagione. La sconfitta di Goffin è una boccata d’ossigeno, ma sia Monfils sia soprattutto Bautista-Agut non mollano. Il tutto in attesa del sorteggio del Masters 1000 di Parigi-Bercy, dove saranno in palio punti pesanti. […]

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