Le vittorie di Federer su Djokovic e di Berrettini su Thiem alle ATP Finals sulla stampa italiana (Crivelli, Marcotti, Azzolini, Ferri)

Rassegna stampa

Le vittorie di Federer su Djokovic e di Berrettini su Thiem alle ATP Finals sulla stampa italiana (Crivelli, Marcotti, Azzolini, Ferri)

La rassegna stampa di venerdì 15 novembre 2019

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Federer vendica Wimbledon. Djokovic fuori – Thiem battuto: «Che orgoglio! E adesso la top-5» (Riccardo Crivelli, La Gazzetta dello Sport)

Marte vendicatore veste di nero e la sua balestra è una racchetta che scaglia dardi avvelenati e imprendibili: quattro mesi esatti dopo (14 luglio-14 novembre) la drammatica finale di Wimbledon persa con due match point a favore, una delle ferite più sanguinanti nella carriera del Divino, Federer si prende la più dolce delle rivincite su Djokovic, infliggendogli l’onta dell’eliminazione già nel girone e la delusione del numero uno di fine anno che si appoggia sulle spalle di Nadal per la quinta volta. Somiglia a una sorpresa, alla luce delle prime due uscite di entrambi, ma Roger la fa sembrare normale offrendo al solito pubblico tutto per lui una prestazione quasi perfetta. Dimenticati gli impacci, ritrovata la velocità di piedi e di pensiero, il Maestro costruisce il proprio dominio al servizio, ottenendo l’81% di punti con la prima e aggredendo la battuta dell’avversario, in difficoltà già dal primo game. Nole invece non legge mai le traiettorie dei servizi del rivale, lascia in cantina la famigerata risposta (nel primo set non ottiene neppure un punto sulla seconda dello svizzero) e appare troppo frettoloso da fondo. Ha solo un momento di scuotimento, nel quarto game del secondo set, quando si procura l’unica palla break della sua partita, ma l’altro la annulla preparandosi la facile volée vincente con due dritti da sogno. «Niente da dire, Roger è stato migliore di me sotto tutti i punti di vista, mi spiace aver chiuso un anno così bello in questo modo, ma devo accettare anche giorni così». I giorni di un’altra resurrezione del Divino: «Ho giocato bene fin dall’inizio perché avevo di fronte un grandissimo avversario. La differenza rispetto a Wimbledon? Qui ho sfruttato i match point…E sono rimasto calmo per tutta la partita». […]


Scende una lacrima sul volto di Berrettini dopo la vittoria contro Thiem: finalmente Matteo libera le emozioni alla fine di una corsa fantastica cominciata a New York e culminata con il primo successo italiano di sempre alle Finals, una piccola impresa che non era riuscita né a Panatta nel 1975 né a Barazzutti nel 1978. Matteo, cosa le resta di queste Finals? Per prima cosa, un po’ di sano rosicamento per le due sconfitte. Era da un po’ che non provavo sensazioni simili, ho preso due belle “legnate”. Certo, dai giocatori più forti del mondo, però mi aiuteranno tantissimo per trovare nuovi stimoli. Sono orgoglioso di quello che ho fatto, davanti al mio team, alla mia famiglia, ai miei amici: è stata una stagione lunghissima, ci sono stati momenti in cui sono stato davvero insopportabile, questo premio è per loro.

Matteo, nel 2020 almeno fino ad aprile non avrà molti punti da difendere: significa poter consolidare la top ten.

Non è il mio obiettivo. Queste Finals mi hanno insegnato che posso stare a questo livello ma al tempo stesso che devo migliorare ancora per poter pensare di battere con costanza tutti i più forti. Dovrò fare una preparazione che possa tenermi competitivo fino a novembre. So che devo ancora investire tanto perché in campo ho sentito la differenza. La Top Ten, il Masters fino pochi mesi fa erano qualcosa di impensabile. Però io sono un tipo ambizioso e quindi dico “perché non provare a salire ancora?”. Lavorerò duro per essere sempre migliore e probabilmente non mi accontenterò nemmeno se dovessi arrivare in Top 5. […]

Federer perfetto, Djokovic a casa – Berrettini, altro passo nella storia (Gabriele Marcotti, Corriere dello Sport)

Un Federer d’annata schianta Novak Djokovic e stacca il biglietto della semifinale delle ATP Finals. Si erano lasciati a Wimbledon, al termine di una delle finali dei Championships più emozionanti, vinta dal campione serbo al tie-break del quinto set, dopo che Federer non era riuscito a sfruttare due match-point. Ieri sera, al cospetto di una 02 Arena stracolma di spettatori e rimbombante di un tifo sperticato per l’elvetico, Federer si è preso l’attesa rivincita. Netta e chirurgica, spettacolare e inappellabile. Due set in un’ora e 13 minuti di classe cristallina. Un epilogo senza ombre né possibili rimpianti per Novak, che non solo saluta Londra, ma è anche costretto ad accantonare il sogno di festeggiare il Natale da n. 1 al mondo. Toppo forte, a tratti persino ingiocabile, il Federer del primo set, che strappa il servizio al serbo al terzo game, dominando con il servizio. In cinque turni di battuta concede la miseria di soli tre punti, conducendo in porto, in assoluta autorevolezza la frazione. Impressionante la sintesi numerica della prima metà della partita: 83% di prime palle, con l’84% di punti vinti con la prima di servizio, addirittura il 100% con la seconda. La perfezione. Una prestazione strabordante die manda in visibilio i 15.000 sulle tribune, tutti compatti al suo fianco. Sembra cambiare l’inerzia in apertura di secondo set. Dopo aver annullato due palle-break nel primo game, Djokovic, per la prima volta nel match, riesce a mettere in fila tre punti sul servizio di Federer, e nel quarto game ha addirittura la prima e unica palla break del match, ma Federer prima salva il gioco, quindi, in quello successivo, trova il secondo decisivo allungo del match. E’ la resa anticipata, che si concretizza nel nono game, quando Federer chiude la contesa, aggiudicandosi a zero il servizio di Djokovic. […]

Prima di ieri pomeriggio Matteo Berrettini aveva vinto 42 match nel 2019. Tutti ugualmente fondamentali per consentirgli l’irresistibile scalata del ranking mondiale. Una fortunata ascesa che in undici mesi lo ha portato da n. 54 all’ingresso nella Top 10, consentendogli così di giocare il torneo riservato ai migliori 8. Un motivo di orgoglio, a prescindere. Persi i primi due incontri, il 23enne romano ci teneva disperatamente a chiudere al meglio la sua prima partecipazione nel torneo dei Maestri. E c’è riuscito. Centrando la vittoria più inutile, eppure storica per il tennis italiano. Nonostante l’eliminazione in tasca, infatti, Berrettini è diventato il primo azzurro di sempre a vincere un match alle Finals. Sia Adriano Panatta che Corrado Barazzutti, avevano rimediato tre sconfitte nelle loro uniche apparizioni, il romano senza addirittura vincere un solo set. Matteo è stato più bravo di loro: in un’ora e 16′ ha battuto Dominic Thiem, regalandosi l’ennesimo primato di una stagione già da incorniciare. Una vittoria netta e meritata che legittima il suo accesso nell’élite mondiale. «Sono molto orgoglioso di me stesso, ma devo ringraziare chi, nel corso di tutta questa stagione, mi è stato vicino anche quando ero insopportabile – le parole di Berrettini – Oggi ho giocato bene, ma non penso di aver demeritato neppure negli altri due match, nonostante le sconfitte. Il livello del mio tennis è sempre stato all’altezza del torneo. Ma so che che devo lavorare ancora tanto per restare costantemente a questi livelli […] Ora mi sento molto stanco, ma è normale perché sono solo due anni che gioco nel Tour. Sono certo che l’anno prossimo andrà meglio. Questo torneo è stato di grande insegnamento, bisogna imparare ad accettare il proprio livello, e dunque anche le eventuali sconfitte, come ha detto Nadal. Adesso non penso alla classifica, ma solo a migliorare». […]

Troppo Federer, Djokovic è fuori (Daniele Azzolini, Tuttosport)

Non c’è vendetta, non poteva esserci senza un titolo in palio. Ma è una lezione di quelle che Novak Djokovic avrebbe potuto archiviare nello stile di Berrettini. «Maestro, quanto le debbo per il disturbo?». Il maestro è lui, Roger Federer, quello che aveva realizzato un’opera d’arte nella finale di Wimbledon, e se l’era ritrovata firmata da Djokovic, per essersi distratto un attimo alla fine. Sempre lui, quello che quando gioca in leggerezza non ce n’è per nessuno. Ancora lui, che le Finals le ha vinte sei volte ed è tornato in corsa per il settimo successo. Che cosa ha fatto la differenza fra questo match e quello di Wimbledon? «Che qui ho messo a segno il match point» la risposta, sintetica ma certificata. Un Masters cominciato con mezzo Federer opposto a Thiem, poi trasformatosi in un Roger a tre cilindri contro Berrettini, infine tomato in tutto e per tutto se stesso ieri sera, contro Djokovic, l’avversario che più volte gli ha fatto venire la mosca al naso. Forse perché è uno che non ha mai rinunciato a sfidarlo, e non solo sul campo. Perché dice che lo raggiungerà negli Slam, e assicura che sarà lui a ottenere quel Grand Slam che nessuno è riuscito ad afferrare. Così, se ci sono vittorie che danno più soddisfazione di altre, questa è stata una di quelle, potete starne certi. Con naturalezza, Federer ha mostrato sul campo tutta la mercanzia, ed è bastato quello per abbagliare Djokovic. […]

Berrettini si regala un lieto fine: «E’ stata un’annata da sogno» (Roberto Ferri, La Nazione)

La formula delle finali, con i gironi all’italiana, lascia sempre dei dubbi, però Matteo Berrettini è il primo italiano della storia che vince un match in tre Masters. Panatta e Barazzutti non c’erano riusciti. Matteo, pur complicandosi un po’ la vita quando ha servito sul 5-4 ha battuto Thiem 76 63, con l’austriaco già qualificato per le semifinali dopo aver battuto sia Federer e sia Djokovic e certo non motivato al massimo, e poi …«Cosi ho battuto anche… Barazzutti!». La settimana prossima lui, Fognini, Seppi e Bolelli saranno a Madrid per difendere i colori italiani nella nuova Coppa Davis, «ma comunque finisca lì questa è stata un’annata da sogno. Mai me lo sarei mai aspettato qualche mese fa – dice Matteo -. L’anno prossimo? Non sarebbe cosi importante per me restare, uscire, rientrare dai primi 10, quanto vincere un grande torneo, un Masters 1000 (non osa dire uno Slam, ndr). Vorrebbe dire che quella settimana sei stato il migliore del mondo. Da Londra porto a casa un po’ di sano rosicamento. Da Djokovic e da Federer ho preso due legnate. Ma sono lezioni che mi serviranno per il futuro». In serata è arrivata la perentoria, forse inattesa rivincita di Roger Federer su Novak Djokovic dopo il trionfo del serbo nella incredibile finale a Wimbledon. Lo svizzero ha vinto 64 63 eliminando Nole e volando in semifinale. «Cosa ho fatto in più rispetto a Wimbledon? – ha detto – Ho sfruttato il match point…». Questo risultato garantisce a Nadal la chiusura d’anno al numero 1.

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