Coppa Davis
Nadal e Bautista Agut consegnano la sesta Coppa Davis alla Spagna
MADRID – La commozione di Roberto Bautista Agut, la ferocia di Rafael Nadal: è il trionfo casalingo degli spagnoli

Il tabellone completo del torneo
da Madrid, il nostro inviato
SPAGNA-CANADA 2-0
R. Bautista Agut (ESP) b. F. Auger-Aliassime (CAN) 7-6(3) 6-3
R. Nadal (ESP) b. D. Shapovalov (CAN) 6-3 7-6(6)
La Spagna vince la sesta Coppa Davis della sua storia, tutte conquistate negli ultimi vent’anni. Dal primo successo spagnolo nel 2000, quando Nadal ancora non c’era, nessuna squadra ha vinto tanto. Il successo nella prima manifestazione disputata con il nuovo formato introdotto e finanziato dal gruppo Kosmos arriva nel segno di Rafael Nadal e Bautista Agut, che vincendo i due singolari rendono inutile la disputa del match di doppio. Per Rafa si tratta del quinto successo con la sua nazionale alla quarta finale, poiché nel 2008 contribuì alla conquista dell’insalatiera senza scendere in campo nell’ultimo atto. Per Roberto Bautista Agut, sceso in campo in condizioni delicate a causa della scomparsa del padre appena tre giorni fa, si tratta invece della prima Coppa Davis.
BAUTISTA VINCE IL MATCH DELLA TENSIONE – Il primo singolare si rivela una partita abbastanza mediocre, la cui qualità è inficiata dall’enorme tensione di entrambi i giocatori. In un certo senso Bautista Agut – lo ricordiamo, rientrato solo ieri a Madrid dopo la scomparsa del padre – ha fatto l’essenziale per non perderla, denudando la condizione imperfetta del convalescente Auger-Aliassime che non ha saputo proseguire sull’onda del “ridicoulous tennis” (definizione di Shapovalov) espresso dai canadesi questa settimana né è riuscito a ritrovare le vibrazioni di quattro anni fa. Nel 2015 infatti, proprio assieme a Shapovalov, Felix portò il Canada alla vittoria della Coppa Davis Junior.
Oggi la scelta di Dancevic di schierarlo per il primo match della settimana al posto di uno stanco Pospisil non ha pagato. In fondo Auger-Aliassime, reduce dall’infortunio al ginocchio, non giocava un match ufficiale da quasi due mesi (secondo turno di Shanghai contro Tsitsipas) e in Davis vantava solo due presenze prime di oggi.

Fra le chiavi tattiche del match abbiamo senz’altro il servizio, che nel caso di Auger-Aliassime emerge come colpo soggetto a notevole variabilità fra giornate buone e cattive. Mentre quando vince la percentuale schizza oltre il 65%, nel caso di sconfitta si attesta in media ben sotto al 60%, una variabilità non da poco. Per entrambi possiamo notare una spiccata attitudine a giocare il rovescio in sicurezza sulla direttrice incrociata, con scarso utilizzo della variazione in lungolinea.
Nel primo set il canadese inizia in modo più propositivo ma non riesce a rispondere con continuità allo spagnolo, che invece è più propenso a privilegiare la solidità sullo scambio da fondo prolungato. La prima – e unica del set – occasione per Auger-Aliassime arriva nell’ottavo game, ma sfocia in un nulla di fatto. Si procede così abbastanza placidamente fino al tie-break, nel quale l’equilibrio viene rotto sul 4-3: Auger commette tre errori banali e consegna il primo set a Bautista. Appena due vincenti per lo spagnolo fino a questo momento, ma la tattica a zero rischi sta pagando.
Il secondo set inizia sulla orme delle ultime battute del tie-break, con Felix che continua in questo mini-passaggio a vuoto sbagliando troppo e con due doppi falli regala le prime tre palle break della partita allo spagnolo, che senza troppo sforzo incassa il primo break della partita al terzo tentativo e vola sul 2-0. Nel game successivo lo spagnolo mostra qualche crepa e regala un’altra palla break che Auger-Aliassime spreca malamente. La sensazione però è che il vantaggio dello spagnolo sia abbastanza precario, ma il suo avversario oggi non ha i mezzi per colmarlo a causa di un dritto completamente fuori controllo, come testimoniano le accelerazioni largamente imprecise (a volte anche di metri). Il contro-break è quindi quasi un auto-break di Bautista Agut nel quinto gioco e riporta la partita momentaneamente in equilibrio.
Nessuno dei due giocatori sta giocando il suo miglior tennis, ma a questo punto è chiaro che il primo che sarà in grado di scuotersi e giocare scampoli di tennis sul proprio livello riuscirà a portare a casa la partita (o ad avviare la rimonta). Quel qualcuno è Bautista che nel game successivo prende il coraggio a due mani e gioca forse il primo game di risposta davvero convincente, togliendo a zero il servizio al canadese. La partita finisce qua: Bautista chiude con il servizio per il 6-3 finale, acclamato dai “Roberto, Roberto!” che si levano dagli spalti. Alla fine non riesce a trattenere l’emozione: “Quello che ho vissuto oggi sul campo non lo cambierei con niente; l’appoggio è stato incredibile, con un supporto del genere si può soltanto lottare e dare tutto. Ringrazio la squadra per avermi permesso di giocare oggi e in particolare Rafa, che è davvero di un altro pianeta, con un voglia di vincere incredibile. E adesso (rivolto ai tifosi, ndr) bisogna continuare così perché adesso arriva Rafa!”.

RAFA LA PORTA A CASA – Rafa arriva e come spesso gli accade non sbaglia. Arrivati a questo punto sarebbe servito un extraterrestre per fermare un Nadal “bestiale” (copyright team Argentino); Shapovalov si è battuto con coraggio e ci ha provato tirando di tutto, da lavandini a vasche da bagno, regalandoci forse nel secondo set il miglior tennis del torneo. Ma alla fine tutto è stato inutile contro un Rafa forse più che mai “on a mission”. Del resto negli incontri di singolare in Davis può vantare il record disumano di 29-1 con l’unica sconfitta datata 2004, ovvero in occasione della sua prima partita contro la Repubblica Ceca.

Oggi Rafa non ha potuto contare sullo schema che infligge solitamente ai suoi avversari “monomani”, ovvero l’uncinata di dritto in sicurezza sul rovescio dell’avversario, eppure non ha mollato l’osso salvando nel secondo set anche un set point. Shapovalov ha cercato di estremamente aggressivo soprattutto con il dritto, ma non sempre ha potuto evitare di andare fuori giri. Il tennis espresso nel secondo set è comunque chiaro indice della sua crescita, probabilmente da imputare anche all’innesto di coach Youzhny.
Pesa molto il fatto che Shapovalov sia costretto a cedere il servizio già al terzo tentativo, tanto che quando comincia il nono game Nadal ha ceduto un solo punto sul proprio servizio. Permette a Denis di arrivare appena a 30 e raggiunta quota tre punti persi in battuta il maiorchino porta a casa la prima frazione davanti ad un pubblico in delirio, fra cui troviamo anche sua Altezza Felipe VI e il capitano del Real Madrid Sergio Ramos.
In realtà in questa frazione Shapo non ha demeritato, riuscendo ad essere molto incisivo sulla propria prima di servizio (oltre il 90% dei punti sulla prima) ma purtroppo per lui molto meno performante sulla seconda (25%). Come prevedibile se il canadese non riesce a chiudere in tempi brevi lo scambio, l’esito più probabileè vederlo andare fuori giri.
Il secondo set inizia con il canadese che cerca di profondere il massimo sforzo per far girare la partita e nel secondo game riesce ad arrivare anche ai vantaggi, ma la palla break continua a risultare un miraggio. Stesso copione nel sesto gioco in cui Shapovalov continua a tirare bordate da ogni angolo e Nadal si difende con il coltello fra i denti; lascia però filtrare la prima palla break del match, annullata da una prima in pancia di Rafa che riesce poi a portare a casa il game infiammando così la Caja Magica. La partita a questo punto è bellissima, e la sensazione a questo punto è che per il canadese l’unica opzione sia navigare in mezzo alla tempesta fino a raggiungere il porto sicuro del tie-break e giocarsi lì tutte le sue carte.
Lì si arriva e Shapovalov porta a casa i primi tre punti con altrettanti occhi di falco a suo favore, i primi due per questione di millimetri. La contesa rimane in equilibrio fino al 4-4 dove un banale errore di rovescio di Shapo regala a Rafa il mini-break che lo manda a servire per la Coppa e a doppio match point. Il primo evapora per un’insolita ingenuità di Rafa, il secondo grazie al servizio del canadese. A questo punto passa l’unico vero treno del parziale per Denis, che non ha modo di capitalizzare il set point giocato in risposta. A quel punto la belva di Manacor infila tre punti consecutivi e chiude i giochi. La nuova Coppa Davis, giocata a Madrid e sponsorizzata da uno dei giocatori più rappresentativi del Barcellona, viene vinta dalla Spagna. Più ‘coerente’ di così.

Coppa Davis
David Haggerty (ITF): “La nuova formula della Coppa Davis funziona”
Nonostante la fine del contratto con Kosmos per la gestione della Coppa Davis, il presidente dell’ITF David Haggerty ribadisce che la nuova formula per la competizione a squadre è la scelta vincente

Presente a Nizza per la presentazione della Hopman Cup che si svolgerà a luglio nella settimana che segue Wimbledon, il presidente dell’International Tennis Federation (ITF) David Haggerty ha ribadito che la tanto criticata nuova formula della Coppa Davis “ha funzionato”.
A gennaio, l’ITF si è trovata costretta a riprendere il controllo dell’organizzazione dell’evento, ponendo fine alla collaborazione con Kosmos, il gruppo di investimento presieduto dal calciatore spagnolo Gerard Piqué, iniziato nel 2018 e che doveva durare ben 25 anni. Sulle ragioni della fine della partnership, ne abbiamo parlato in questo articolo.
Con l’arrivo di Kosmos nel 2018, la formula della competizione a squadre più antica della storia dello sport era stata modificata con il consenso dell’ITF. Le tradizionali partite in casa o in trasferta sono state abbandonate a favore di fasi giocate in un unico luogo. Questo nuovo sistema ha faticato a convincere giocatori e tifosi e continua a far discutere.
La fine della collaborazione aveva fatto sperare le tante voci contrarie su un possibile “ritorno al passato” o, quantomeno a una ridefinizione dell’attuale formula. Haggerty però sembra convinto: “Abbiamo un modello che funziona”, anche se “continuiamo a lavorare per migliorare il format”.
Ricordiamo che, dopo un primo turno eliminatorio che si è giocato all’inizio di questo febbraio, 12 nazioni si sono qualificate (Cile, Corea del Sud, Croazia, Francia, Finlandia, Gran Bretagna, Olanda, Repubblica Ceca, Serbia, Stati Uniti, Svezia, Svizzera) per una fase a gironi che si giocherà dal 12 al 17 settembre in quattro città diverse (delle quali ancora non si conosce il nome, però ci rivediamo a Bologna), a cui parteciperanno anche Italia, Spagna, Australia e Canada, ammesse senza passare dalle qualificazioni. Gran finale con la fase a eliminazione diretta a Malaga dal 21 al 26 novembre.
Coppa Davis
Coppa Davis, sorteggiati i tie dei World Group. Ma cosa succederà nel 2024?
Ecco tutti gli accoppiamenti delle sfide di settembre dei due gruppi mondiali. Le vincitrici del World Group I giocheranno le qualificazioni per le Finals 2024

Mattinata dedicata ai sorteggi quella di giovedì negli uffici dell’ITF a Londra. 48 sono stati i nomi delle nazioni estratti dall’urna per 24 sfide settembrine con il tradizionale formato casa-trasferta con cinque incontri individuali (rubber) al meglio dei meno tradizionali tre set. Il tutto su due giorni, anche se in realtà sono complessivamente tre perché la squadra di casa può scegliere se giocare venerdì e sabato oppure sabato e domenica. Il weekend sarà naturalmente quello del 15-17 settembre, dunque la settimana successiva allo US Open.
Ai tie validi per il World Group I prenderanno parte le 12 nazioni uscite sconfitte dalle qualificazioni disputate lo scorso fine settimana e le 12 vincitrici dei playoff del Gruppo I, con il sorteggio che ha tenuto conto del ranking ITF. Le vincenti di settembre, leggiamo nel comunicato della Federazione Internazionale, saranno ammesse ai Qualifiers del febbraio 2024, validi per guadagnarsi la possibilità di disputare le Finals. Eravamo però rimasti, dopo la rottura fra Kosmos e ITF, che il format non sarebbe cambiato… per quest’anno. Ci stanno dicendo che questa formula verrà confermata?
Perché, tralasciando (si fa per dire) il fallimento della collaborazione con il gruppo di Piqué e i cambi in corsa delle ultime edizioni, la parte del comunicato in cui quelli dell’ITF si dicevano “concentrati sulla crescita futura della più ampia competizione sportiva annuale a squadre” faceva presagire un nuovo cambiamento. Lo scopriremo, abbiamo quasi un’intera stagione davanti prima che sia battuta la prima palla del prossimo tie. Vediamoli, allora, questi abbinamenti, tenendo presente che la nazione con la (c) ha la scelta del campo (l’asterisco significa che tale prerogativa è stata sorteggiata) e i numeri indicano la testa di serie.
World Group I
Bosnia ed Erzegovina (c)* vs Germania (1)
Bulgaria (c)* vs Kazakistan (2)
Belgio (3) (c)* vs Uzbekistan
Argentina (4) (c)* vs Lituania
Ucraina (c)* vs Colombia (5)
Ungheria (6) (c)* vs Turchia
Israele (c) vs Giappone (7)
Austria (8) (c) vs Portogallo
Grecia (c)* vs Slovacchia (9)
Perù (c)* vs Norvegia ((10)
Romania (11) (c)* vs Taiwan
Danimarca (c)* vs Brasile (12)
Dodici sono i tie anche per il World Group II. Nell’urna, le perdenti dei playoff di cui sopra e le vincitrici dei playoff del Gruppo II. Le vincitrici delle sfide elencate qui sotto e le perdenti di quelle sopra giocheranno i playoff 2024 del Gruppo I.
World Group II
Monaco (c)* vs Ecuador (1)
India (2) (c)* vs Marocco
Nuova Zelanda (3) (c) vs Thailandia
Messico (4) (c)* vs Cina
Pakistan (5) (c)* vs Indonesia
Uruguay (6) (c)* vs Egitto
Libano (7) (c)* vs Giamaica
Slovenia (8) (c)* vs Lussemburgo
Georgia (c)* vs Tunisia (9)
El Salvador (10) (c)* vs Irlanda
Hong Kong (11) (c)* vs Lettonia
Polonia (12) (c)* vs Barbados
L’ultima informazione è che Pakistan e Uruguay sono pari nel ranking, per cui le rispettive teste di serie son state assegnate tirando una moneta – o con il sistema che sono soliti usare negli uffici dell’ITF.
Coppa Davis
Giudicelli, vicepresidente ITF: “Mahut è un ignorante, ormai può andare in pensione”
L’ex Presidente della Federtennis francese replica duramente a Nicolas Mahut, che di recente aveva criticato il format che la Coppa Davis ha assunto dal 2019

L’ultimo weekend di tennis andato in archivio ha regalato agli appassionati tante belle storie, a cominciare dall’inaspettato trionfo a Lione di Alycia Parks, che non nasconde le sue ambizioni e aspira alla top10 entro fine anno. Nell’altro torneo in programma a livello WTA Zhu Lin ha vinto in Thailandia il primo titolo in carriera, lei che è reduce dalla sorprendente campagna australiana. Anche la 29enne cinese sta contribuendo e non poco alla lenta ma costante rinascita del tennis cinese, con tante ragazze pronte a lasciare il segno.
Il circuito ATP si è invece fermato per una settimana, lasciando spazio alle qualificazioni di Coppa Davis (qui le 16 squadre qualificate per la fase a gironi di metà settembre), che hanno visto tanti pronostici rispettati ma anche qualcuno ribaltato. Un esempio sono le inattese vittorie di Finlandia, che per la prima volta nella sua storia parteciperà alle Finals, così come quella della Svizzera, capace di ribaltare la Germania di uno spento Zverev.
Tra le 16 qualificate a settembre ci sarà anche l’eclettica Francia, che ha faticato molto più del previsto contro l’Ungheria, prevalendo 3-2 al match decisivo. Contando che Fucsovics, numero uno ungherese, ha perso (da favorito) entrambi i suoi match di singolare, lo smacco per i transalpini era davvero dietro l’angolo. Una delle due partite perse è stato il doppio, dove i francesi sulla carta partivano decisamente più avanti rispetto a Marozsan/Valkusz, capaci però di imporsi in due set su Rinderknech/Mahut.
Proprio quest’ultimo è stato preso di mira da Bernard Giudicelli, attuale vicepresidente della ITF ed ex presidente della Federtennis francese, che lo ha invitato ad andare in pensione. Tra i due non è mai corso buon sangue, come dimostra un’intervista, questa volta da parte del tennista transalpino, in cui non vedeva di buon occhio l’elezione di Giudicelli alla presidenza della Federazione del suo paese.
Il motivo del nuovo battibecco tra i due risiede questa volta proprio nella Coppa Davis. Mahut non ha mai nascosto le sue perplessità riguardo al nuovo format (quello in vigore dal 2019), mentre la FFT – nella figura di Giudicelli – si è sempre detta favorevole al cambiamento. “Abbiamo buttato via quattro anni. Bernard sa che cosa penso delle sue decisioni da vicepresidente dell’ITF e presidente della FFT: ha grandi responsabilità per questo fiasco, ma vedo che non si mette in discussione“ – aveva dichiarato a L’Équipe il 41enne di Angers.
La risposta di Giudicelli non è tardata ad arrivare e, intercettato da Tennis Actu, l’ex presidente della FFT non le ha mandare a dire: “Nicolas Mahut è un ignorante. Non sarà un giocatore di 41 anni a spiegare oggi ad un giocatore di 20 o 22 anni come dovranno funzionare le cose. Ormai va bene per la pensione“.
L’intervento di Guidicelli si poi concentrato anche sul weekend di Davis appena trascorso, visto in modo più che positivo: “Ero in Finlandia e lì c’era un’atmosfera eccezionale. Nonostante sia un piccolo paese, con poco più di cinque milioni di abitanti, c’erano circa 5000 persone al giorno a seguire l’evento, cioè quasi 10.000 spettatori nei due giorni di competizione. È stato un evento vero e proprio, organizzato alla perfezione dalla Federazione finlandese”.
La Finlandia sarà tra le 16 nazioni che, a settembre, si giocheranno l’accesso alle Davis Cup Finals di Malaga, anche se ancora non sono note le città che a settembre ospiteranno le fasi a gironi. Oltre a Bologna, infatti, al momento sono da stabilire le altre tre sedi, come confermato dal vicepresidente dell’ITF: “Non sappiamo ancora quali città ospiteranno i gironi a settembre“.
Dalla nuova formula, secondo Giudicelli, non si può più scappare, con buona pace di chi la pensa diversamente: “Ormai non si può più tornare indietro. Mahut ha detto che abbiamo perso quattro anni? Lui è uno che parla senza sapere. Non abbiamo perso proprio niente, anzi, abbiamo salvato la Coppa Davis. Il format antico, quello in vigore fino al 2018, non funzionava più perché, semplicemente, non attirava più i migliori giocatori”.
Ancora Giudicelli: “Gli sponsor principali avevano detto che non avrebbero rinnovato i contratti. Non abbiamo sprecato quattro anni, abbiamo trovato un nuovo sistema che garantisce un pubblico eccezionale anche per le qualificazioni: basta guardare a quello che è successo in Grecia. Grecia e Ecuador non sono nazioni con una grande storia tennistica, eppure hanno generato grande entusiasmo perché c’erano giocatori forti. Mahut è un ignorante, può andare in pensione e magari diventare un giornalista. Avrebbe così l’opportunità di fare diverse critiche, cosa che tra l’altro gli riesce piuttosto bene”.