Paolini: «Io, la nuova Italia» (Bertellino). Jaden Agassi: «Sorry, mamma e papà... ho scelto il baseball» (Cocchi)

Rassegna stampa

Paolini: «Io, la nuova Italia» (Bertellino). Jaden Agassi: «Sorry, mamma e papà… ho scelto il baseball» (Cocchi)

La rassegna stampa di mercoledì 27 novembre 2019

Pubblicato

il

Jasmine Paolini: «Io, la nuova Italia» (Roberto Bertellino, Tuttosport)

La 23enne toscana Jasmine Paolini è da dieci giorni la migliore d’Italia. In un solo colpo, il 18 novembre scorso, ha raggiunto tre obiettivi, ovvero l’ingresso per la prima volta in carriera tra le Top 100 Wta (97° questa settimana), la posizione di n° 1 d’Italia scavalcando Camila Giorgi (ancora ferma per i problemi al polso che ne hanno condizionato la stagione) e l’accesso diretto al tabellone principale degli Australian Open 2020. Mettiamoli in ordine di importanza personale. «Sullo stesso piano e al primo posto: la top 100, obiettivo d’inizio stagione, e il conseguente posto in main draw a Melbourne. Sono andata in Asia proprio per provare a concretizzare l’obiettivo, ma non credevo di riuscire a raggiungere i quarti, una semifinale e una finale e quindi raccogliere i punti necessari. Il mio anno agonistico è terminato a Tokyo. Ora un po’ di relax, poi il via alla preparazione». Un 2019 nel quale Jasmine ha vissuto tanti momenti unici. «La qualificazione al Roland Garros, il mio primo Slam disputato, ha rappresentato un passaggio fondamentale per l’acquisizione della consapevolezza nei miei mezzi e del fatto di potermela giocare anche con tenniste molto più quotate, e farlo con continuità che è ciò che determina la vera differenza». Da alcune stagioni Jasmine è seguita dall’ex Top 20 Atp Renzo Furlan e si allena al TC Italia Forte dei Marmi. «Con Renzo c’è un bel rapporto, di stima reciproca. I suoi consigli sono sempre importanti perché arrivano da un tecnico che ha vissuto il grande tennis». La nuova n.1 d’Italia è multirazziale: papà italiano e mamma in parte ghanese e in parte polacca. «Mi sento al 100% italiana, ma sono stata in Polonia, e parlo il polacco, mentre mi manca ancora la visita in Ghana, che mi piacerebbe fare. Una famiglia, la mia, presente ma non invasiva. Non è facile nel tennis e nello sport in genere».[…] La toscana in campo è una lottatrice e non le manca la consapevolezza dei passi ancora da compiere. «Tecnicamente devo migliorare nel servizio e nel gioco di volo, che in allenamento pratico ma non sempre in partita». Il tennis italiano in rosa un po’ sorride grazie a lei e ad altre emergenti come Elisabetta Cocciaretto. «La strada da compiere è ancora lunga e ne siamo consapevoli, però credo che le prime tracce si stiano vedendo. Il mio ingresso nella Top 100 e le belle prestazioni di Elisabetta nelle ultime settimane lo confermano. Il rapporto con la capitana di Fed Cup, Tathiana Garbin, è ottimo e speriamo che tutto ciò contribuisca a risollevare il movimento». […]

Jaden Agassi: «Sorry, mamma e papà…io ho scelto il baseball» (Federica Cocchi, La Gazzetta dello Sport)

Un po’ come Grisù, il draghetto che voleva fare il pompiere, così Jaden si è ribellato al suo destino. Jaden Gil Agassi, figlio di 30 Slam tra papà Andre e mamma Steffi (Graf) ha scelto: farà il giocatore di baseball. Col dritto della madre e i geni del padre, primo grande maestro della risposta, avrebbe almeno potuto essere battitore o ricevitore: no, Jaden lancia. E come lancia. Ha un braccio da 90 miglia, intorno ai 145 km orari, roba che una volta, racconta papà Andre: «Ho provato a battere una sua palla… non l’ho neanche vista». E dire che Andre rimandava di là le fucilate di Sampras o Ivanisevic come nulla. Per dare un’idea di quanto è forte il ragazzo, Casey Mize e Nick Lodolo, tra migliori prospetti in Major League (nati nel 1997 e ’98), tirano intorno a 155 km orari. Insomma, il dna non mente mai e di certo il ragazzo del 2001 ha comunque ereditato dai genitori il talento. Jaden Gil Agassi, che ha compiuto 18 anni il 26 ottobre, appena entrato alla Southern California University, ha firmato con l’Usc Trojans la squadra universitaria che ha vinto più di tutti nella storia. Lo step più importante di un percorso iniziato quando il ragazzo aveva 8 anni, nella Reemits Baseball Academy di Las Vegas, la città dove è cresciuto insieme a Steffi, Andre e alla sorella minore Jaz, che invece ama i cavalli. Un amore, quello tra il figlio d’arte e il diamante, nato quando aveva appena 6 anni: «Ho fatto la prova per una squadra della Little League, è stato amore al primo lancio – ha raccontato Agassi jr. -. Da allora non ho più smesso di giocare, è una passione cresciuta giorno dopo giorno e imparo continuamente cose nuove. Mi piace la competizione». Se papà Agassi, nel suo best seller «Open» ha raccontato della solitudine di cui ha sofferto molto nei suoi anni di allenamenti alienanti, uno degli aspetti che il figlio apprezza di più del baseball è senz’altro il gioco di squadra: «È bello poter condividere gioia e delusioni con i compagni, divertirmi con loro dopo gli allenamenti, fare gruppo». Andre, 8 Slam e un oro olimpico, e mamma Steffi, che di titoli Slam ne ha vinti 22, hanno sempre appoggiato la scelta di Jaden Gil. «Loro sono i migliori genitori del mondo, di meglio non avrei potuto chiedere – risponde il giovane pitcher —. Mi hanno sempre appoggiato e supportato quando ho avuto bisogno di un consiglio». E infatti Andre era presente nel gran giorno dei provini e della firma, pur non volendo dire nulla sul talentuoso figliolo. […] Sul futuro sportivo del figlio, Agassi non ha mai voluto mettere bocca: «Per me e Steffi è importante che lui abbia una buona vita La felicità non dipende solo dal successo nello sport e dal soldi che una persona guadagna». Papa Andre lo sa bene.

Continua a leggere
Commenti
Advertisement

⚠️ Warning, la newsletter di Ubitennis

Iscriviti a WARNING ⚠️

La nostra newsletter, divertente, arriva ogni venerdì ed è scritta con tanta competenza ed ironia. Privacy Policy.

 

Advertisement
Advertisement
Advertisement