Nasce il nuovo Fognini (Bertellino)

Rassegna stampa

Nasce il nuovo Fognini (Bertellino)

La rassegna stampa di domenica 22 dicembre 2019

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Nasce il nuovo Fognini (Roberto Bertellino, Tuttosport)

Allenamenti torinesi negli ultimi due giorni per Fabio Fognini, seguito dal suo nuovo allenatore Corrado Barazzutti e da Alberto Giraudo, maestro torinese impegnato al Royal Club Torino con la propria accademia, da poco entrato ufficialmente nel team che seguirà il numero 12 del mondo. Proprio al Royal hanno effettuato i “pit stop” dopo le sedute di campo. Occasione ideale per scambiare due battute con il campione ligure e il capitano di Coppa Davis: «Una scelta – ha detto Fognini – legata al fatto che con Corrado c’è stima e conoscenza. Lui è un gran lavoratore e credo possa darmi in questa fase della mia carriera ulteriori stimoli a far bene e possa trasferirmi la sua esperienza. Con Alberto Giraudo c’è una consolidata amicizia, e sarà colui che completerà il lavoro d’insieme. Lo staff è unito e carico. Ho ancora una gran voglia di far bene, anche se in questo momento la concentrazione è sulla seconda paternità ormai alle porte. In un certo senso la mia è stata anche una scelta di vita per essere più vicino alla famiglia e più raggiungibile». […] «La programmazione d’inizio anno è ancora da definire, legata all’imminente nascita della secondogenita. Dovrei partecipare all’ATP Cup in Australia, che scatterà il 3 gennaio, e sono iscritto ad Auckland, un Atp 250, e poi gli Australian Open». Dal giocatore al coach, per capire come ha preso forma il nuovo rapporto di collaborazione: «Fabio non ha bisogno di presentazioni – ha esordito Barazzutti -. Ha ribadito che quando è in giornata può battere chiunque, vedi nello scorso aprile Rafa Nadal a Montecarlo e sul rosso. Stiamo lavorando intensamente in ottica nuova stagione. Non parlo tanto di tecnica quanto di voler supportare Fabio nel presentarsi ai grandi appuntamenti nelle migliori condizioni». Alla scoperta del segreto del felice momento del tennis azzurro al maschile: «I giocatori, ovviamente, ed i loro coach, che sono cresciuti tanto, in perfetta sinergia con il lavoro della Federazione che ha iniziato alcune stagioni fa un felice percorso del quale oggi stiamo raccogliendo i frutti». Un rapido sguardo alla Coppa Davis nuova versione, con le sensazioni ancora calde di chi ha guidato gli azzurri in una “prima” un po’ sfortunata: «Da rivedere, perché non è possibile concludere i match come è successo anche a noi in due occasioni alle 3 e 30 e oltre le 4 di notte. Qualcosa deve essere cambiato perché in questo modo non si fa un servizio al tennis. Così come giocare in giorni feriali e con gli spalti semivuoti non rappresenta uno spot perfetto. Agli organizzatori è andata bene che c’era la Spagna con Nadal. Il campionato del mondo di calcio è un’altra cosa, con dinamiche e tempistiche completamente differenti e definite». […]

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