Federer ha solo il braccio, Djokovic anche tutto il resto: è finale all'Australian Open

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Federer ha solo il braccio, Djokovic anche tutto il resto: è finale all’Australian Open

MELBOURNE – Lo svizzero ci mette il cuore e arriva a un centimetro dal primo set, ma le gambe lo abbandonano. Nole è di granito, ottava finale in Australia per lui

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Novak Djokovic - Australian Open 2020 (via Twitter, @AustralianOpen)
 

[2] N. Djokovic b. [3] R. Federer 7-6(1) 6-4 6-3 (da Melbourne, il nostro inviato)

Dopo le voci incontrollate che si erano succedute nel pomeriggio di una possibile conferenza stampa con ritiro di Roger Federer (in realtà qualcuno aveva letto male uno schermo nel quale era comparso per sbaglio l’annuncio dell’allenamento a porte chiuse dello svizzero), la prima semifinale dell’Australian Open maschile si è disputata regolarmente, ed ha avuto l’esito ampiamente atteso. Nonostante un’ottima partenza di Federer che avrebbe potuto dargli il primo set, Novak Djokovic ha vinto senza patemi contro un avversario che era ancora visibilmente menomato negli spostamenti e non ha potuto far altro che giocare splendidi colpi invece di giocare una splendida partita. Forse non sarebbe stato sufficiente, ma fatto sta che il match è sempre stato circondato da un alone di inevitabilità (almeno dopo la rimonta di Djokovic nel primo set) che ne ha inficiato la magia.

Anche la serata incredibilmente calda (alle 19.30 ci sono ancora 37 gradi) non dissuade Federer dal partire molto cauto con i movimenti. Nei primi punti lo svizzero quasi passeggia a fondo campo e si trova a dover rimontare da 15-40. Per fortuna sua il servizio sembra pronto alla battaglia (a differenza del diritto, stranamente propenso a impigliarsi nella rete) e recupera, portandosi poi subito sul 2-0 grazie a un passante di rovescio lungolinea da standing ovation. Il match sembra tornare sui binari previsti poco dopo quando Djokovic recupera immediatamente il break di ritardo, ma negli scambi da fondo Federer è decisamente in palla e trova il campo con diverse accelerazioni che piazza prima che lo scambio diventi troppo duro.

Devono passare 31 minuti per vedere il primo turno di battuta tenuto da Djokovic, peraltro rimontando da 0-40. Il serbo serve ampiamente sopra le 100 miglia orarie anche la seconda di servizio ma Federer risponde benissimo in anticipo. Lo svizzero s’invola sul 5-2 0-30 a due punti dal set, ma Djokovic rimette il pilota automatico e inizia ad aspettare l’errore di Federer che puntualmente arriva: parziale di 12-2 per il serbo che impatta sul 5-5. Roger rimedia ad alcuni errori da fondo risalendo da 15-40 e poco dopo si arriva al tie-break che è un monologo di Djokovic: 7 punti a 1 e primo set al serbo in 63 minuti.

Roger Federer – Australian Open 2020 (via Twitter, @AustralianOpen)

Mentre la temperatura a Melbourne scende (ma l’umidita sale) e il pubblico ignora bellamente il tentativo del DJ di far ballare “YMCA” ai presenti, Federer chiede un medical time out uscendo dal campo con il fisioterapista. Alla ripresa la musica cambia poco: Federer non è più incisivo da fondo campo, quando viene incastrato sulla diagonale rovescia deve inventare soluzioni difficili per cambiare lo schema mentre Djokovic serve sempre meglio e appare comodamente a suo agio. L’atmosfera è piuttosto piatta, il linguaggio del corpo dello svizzero non trasmette una grande fiducia e negli spostamenti verso destra sembra che l’infortunio patito contro Sandgren gli impedisca di essere rapido come al solito. La fine del set arriva improvvisa come un lampo, ma uno di quelli che arriva dopo che da un po’ di tempo si sente tuonare in lontananza: servendo sul 4-5 Federer non arriva su una volée in allungo e poi, sul primo set point, si fa tentare da una palla corta in lungolinea di rovescio sulla quale Djokovic arriva mettendo a segno un cross stretto vincente ed esplodendo in una celebrazione a tutti i polmoni verso il suo angolo.

Il terzo set è soltanto un altro giro di valzer con la stessa melodia e lo stesso ritornello: magari bella, bellissima, con passaggi stupendi, ma si sa sempre come va a finire, e il bello dello sport è anche e soprattutto che non si sa come va a finire. Il break decisivo arriva al sesto game, poi sul 3-5 Federer ha un’impennata d’orgoglio con due gran punti, ma il match finisce subito dopo. Due ore e 19 minuti di bei colpi che non sono mai riusciti a trasformarsi in una bella partita. Per Djokovic è l’ottava vittoria in otto semifinali qui in Australia che si trasforma nell’ottava finale. Anche all’ultimo atto, sinora, qui non ha mai perso. Servirà una prestazione monumentale di Thiem o Zverev per fare in modo che ciò accada.

LE PAROLE DI NOLE – “Beh, poteva finire diversamente il primo set se avesse trasformato quelle palle break. Però voglio dire a tutti, rispetto per Roger per essere sceso in campo stasera, era chiaramente infortunato, si vedeva che non si poteva muovere come sa. Grazie a lui” è la prima cosa che Djokovic dice a fine partita, dimostrando grande correttezza. “Io non sono stato concentrato all’inizio, poi mi sono rilassato. Contro Roger sai che devi sempre aspettarti un gran livello di colpi comunque, il mio stile è diverso, cerco di essere solido e muoverlo. Abbiamo giocato 50 volte? Spero solo di averlo fatto diventare almeno il 20% migliore come giocatore, rispetto a come lui ha aiutato me a migliorare Lui e Rafa sono senz’altro i più grandi rivali della mia carriera. Per arrivare al loro livello ho dovuto lavorare tanto, fisicamente e come tennis“.

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