WTA
Kim Clijsters sconfitta a Dubai nell’ora del ritorno, ma Muguruza deve sudare
L’ex numero uno, lontana dai campi da quasi otto anni, inizia in grande difficoltà ma rialza la testa e chiude in modo incoraggiante. Il suo ambizioso progetto può proseguire

[9] G. Muguruza b. [WC] K. Clijsters 6-2 7-6(6)

È durato un’ora e quaranta minuti l’attesissimo, anticipatissimo, strombazzatissimo match del ritorno in campo di Kim Clijsters, di nuovo iscritta a un torneo ufficiale duemilasettecentoventotto giorni dopo la sconfitta al secondo turno dello US Open 2012 inflittale da Laura Robson. È finito con un’altra sconfitta, ma stavolta il sapore che rimane in bocca è dolce. Al secondo rientro dopo il ritiro interrotto nel 2009, con tre figli a carico e una wild card in dote nel torneo con il cut-off più compresso dell’intera annata tennistica, la leggenda vivente del tennis belga ha ceduto in due a Garbine Muguruza, quest’ultima risorta dopo due annate da mani nei capelli e recente finalista all’Open d’Australia.
Kim è tornata nonostante in molti le abbiano domandato chi glielo facesse fare, quasi otto anni dopo l’ultima stretta di mano e con il rischio di sfregiare l’immagine pubblica da pluricampionessa Slam ormai inscalfibile. Eppure Darren Cahill, incrociato ieri l’altro in allenamento al seguito di Simona Halep, ha giurato che l’ex regina del tennis mondiale stava palleggiando come ai tempi delle sfide fratricide a Justine Henin, e che l’operazione sarebbe stata tutt’altro che nostalgica. E in effetti, partita contratta, poco mobile e parecchio incline a grossolani errori, Clijsters è cresciuta insieme al procedere del match, arrivando addirittura a giocarsi il secondo set in volata.
Il palmarés di casa, notevole come tutti sanno, avrebbe fatto pensare a un approccio mentale leggero dalle parti di Bilzen: qualcosa da perdere? Poca roba. Ma il modo di vedere il mondo dei campioni è differente dalla percezione di noi comuni mortali, e il pallore di tensione sul volto di Clijsters nel riscaldamento parlava da sé. Imballata, contratta, persino spaesata, la campionessa fiamminga si è vista sfilare il primo set della sua terza vita tennistica in trentadue minuti gravemente condizionati da mobilità insufficiente e da una condizione fisica parsa inadeguata. Il servizio, un pianto: trentatré su cento in assenza della prima palla e cinque doppi falli, al cospetto di una rivale messasi a servire come mai in carriera e titolare della seconda piazza, alle spalle di Elena Rybakina, nella classifica degli ace stagionali. Un break nel primissimo gioco e un altro nel settimo, orrendo, funestato da due dritti fuori di metri e da un doppio errore in battuta, per il succinto riassunto del rapidissimo seidue Muguruza.
Tutto comprensibile, ci mancherebbe, eppure faceva un po’ tristezza osservare il pubblico esultare per i challenge vinti da una titolare di quarantuno titoli WTA e per poco altro: una con quella storia non merita compatimento, nemmeno se è dettato da amore. L’andazzo è parso proseguire, ancora più sfavorevole, fino al tre a zero cosiddetto pesante nel secondo set, eppure, a docce già aperte, Kim ha lasciato andare il braccio rasserenandosi, di colpo dimezzando gli errori e insieme raddoppiando i vincenti. Quanto è bastato per instillare qualche grammo di ingiustificata tensione in Muguruza, che fino a quel momento aveva spadroneggiato senza troppo scomporsi.
Addirittura messa la testa avanti sul cinque a quattro per la prima volta nell’incontro, Clijsters non è riuscita a far breccia in nessuno dei due turni in risposta successivi, e pur rimontando da due a quattro prima e da tre a cinque poi nel tie break decisivo non ha mai avuto la palla per trascinare il match a un terzo set che avrebbe avuto dell’incredibile, considerata la storia recente delle due.
Muguruza, incontenibile per l’ora che le sarebbe dovuta bastare a chiudere e molto deficitaria da lì al traguardo, nel secondo turno avrà in sorte una tra Yastremska e la qualificata Kudermetova. Kim la rivedremo tra un paio di settimane, a Monterrey. L’inizio è stato da brividi, ma il finale depone a favore della sua decisione. La riguarderemo volentieri.
Gli altri risultati:
E. Mertens b. Q. Wang 6-3 6-0
B. Strycova b. A. Anisimova 7-6(3) 2-6 6-4
[WC] O. Jabeur b. A. Riske 7-6(3) 1-6 6-3
M. Vondrousova vs A. Sevastova
Il tabellone completo
ATP
Italiani in campo sabato 30 settembre: a Pechino Arnaldi sfida Jarry, esordio per Trevisan e Cocciaretto
Matteo Arnaldi cerca un posto nei quarti. Cocciaretto e Trevisan nel main draw, Bronzetti al turno decisivo delle qualificazioni

Chissà se Nicolas Jarry ha ancora gli incubi notturni in tonalità azzurra. Fatto sta che incrocerà nuovamente i colori italiani anche all’ATP di Pechino. Sarà Andrea Arnaldi il suo avversario agli ottavi del torneo. Per il sanremese la speranza di procedere spedito in questa competizione.
Come al solito, in terra cinese, week-end denso di appuntamenti e il sanremese avrà modo di mettere in difficoltà il n. 1 di Cile. La sfida tra questi due tennisti è la prima in assoluto. Start alle ore 6.30 italiane di sabato.
Le quote pendono dalla parte del cileno favorito a 1.75 contro i 2.20 dell’azzurro sui principali bookmaker, con qualche oscillazione, nelle ultime ore, in favore dell’azzurro.
In campo femminile, Elisabetta Cocciaretto sfiderà Marta Kostyuk nel primo turno WTA 1000 di Pechino. L’azzurra sarà in campo alle ore 6.30 contro l’ucraina apparsa in gran forma nell’ultimo periodo. Unico precedente tra le due tenniste è quello del torneo 2023 di Miami, con l’azzurra sconfitta 6-3 6-2. Cocciaretto sfavorita a 2.85, mentre la vittoria dell’ucraina è quotata 1.39. Martina Trevisan, invece, sfiderà Tatjana Maria nel primo turno del WTA di Pechino. Unico precedente tra le due tenniste risale al 2019 al torneo di Acapulco. Tedesca che vinse in due set. Quote pressoché alla pari, con il divario più ampio offerto da bwin: Martina 1,87, Tatjana 1,90.
Sempre a Pechino, si completeranno le gare per l’ingresso nel tabellone principale del torneo. In campo l’azzurra Lucia Bronzetti alle ore 8.00 italiane. La n. 65 del ranking affronterà Ashlyn Krueger. Non ci sono precedenti tra le due, con le quote che vanno da 1.64 di Eurobet per l’americana a 2.18 per l’italiana.
Flash
Wim Fissette scarica Qinwen Zheng: ritorno con Naomi Osaka?
La notizia emerge a margine dell’oro agli Asian Games della cinese: “Ha infranto il contratto”

Brutte notizie arrivano per Qinwen Zheng dopo la medaglia d’oro conquistata in singolare agli Asian Games (vittoria le dovrebbe valere la qualificazione per Parigi 2024). La numero 1 cinese si dovrà separare dal suo allenatore Wim Fissette con cui aveva iniziato una collaborazione nello scorso giugno: il coach, capitano del Belgio in Billie Jean King Cup, avrebbe infatti deciso di tornare da Naomi Osaka, che rientrerà nel circuito nel 2024 dopo la pausa per la maternità.
Una collaborazione che è stata discretamente proficua in questi mesi, considerato che Zheng ha conquistato a Palermo il suo primo titolo a livello WTA e il primo quarto di finale a livello Slam allo US Open. Una vera e propria beffa per la classe 2002 di Shiyan che aveva dato il benservito a Pere Riba, insoddisfatta dei risultati con l’allenatore spagnolo. L’iberico di lì a poco si sarebbe “accasato” con Coco Gauff, portandola insieme a Brad Gilbert a vincere Washington, Cincinnati e lo US Open.
“Fissette ha infranto il contratto, ed è stato molto immorale – sono le parole della cinese riportate da diversi media dopo la finale vinta contro la connazionale Zhu Lin – capisco la sua decisione, ma io e la mia famiglia ci sentiamo feriti. In questo momento, non voglio parlare di questa persona”. Una situazione davvero spiacevole per una giovane come Zheng che aveva investito le sue risorse in un allenatore esperto come il belga e ora si ritrova a piedi in una condizione piena di incognite: il talento è grande, ma ancora la cinese deve trovare una figura stabile che riesca a incanalare il suo grande potenziale. Evidentemente non sarà Fissette.
Flash
WTA Ningbo: in finale Jabeur e la sorpresa Shnaider, sconfitte Podoroska e Linda Fruhvirtova
La tunisina disinnesca con attenzione il dritto dell’argentina, la russa si impone facilmente nella contesa tra giovanissime

Al Ningbo Open le due semifinali emettono verdetti positivi per la testa di serie numero uno Ons Jabeur e per la sorpresa russa Diana Shnaider.
D. Shnaider b. L. Fruhvirtova 6-4 6-1
Diana Shnaider prevale nella sfida tra teenager contro Linda Fruhvirtova nella prima semifinale del Ningbo Open. La classe 2004 russa supera in poco più di un’ora e mezza la ceca più giovane di lei di un anno imponendo il proprio robusto forcing con il dritto ma giocando anche alcune traiettorie di rovescio in particolar modo incrociate che sono risultate molto importanti per neutralizzare le risorse della rivale. Fruhvirtova si è trovata in tal modo spesso impegnata a rincorrere: il suo gioco di contenimento le ha permesso di rimanere a galla per quasi tutto il primo set. Poi la moscovita ha dilagato.
Nella prima frazione l’atleta di Praga trova per prima il break nel secondo gioco, approfittando di un dritto lungolinea di poco largo di Shnaider. Il vantaggio dura poco e la ceca lo rende mettendo in rete uno smash a rimbalzo. Sullo slancio la russa sale 4-2 strappando nuovamente il servizio alla rivale alla sesta palla break del game. Diana è sempre più in palla e dimostra i suoi miglioramenti in fase difensiva annullando una palla per il controbreak con un dritto lungolinea in corsa irraggiungibile per l’avversaria.
Le è sufficiente tenere ancora un turno alla battuta e il primo set è suo: tre ace a testa ma cinque doppi falli per chi ha perso contro due per chi ha vinto. Il secondo parziale conferma la tendenza degli ultimi game e Shnaider infila 5 giochi consecutivi prima di subire un break che non fa male: al termine è un 6-1 in 37 minuti.
Per Fruhvirtova un torneo che le ha comunque consentito di rompere la serie negativa di 9 sconfitte consecutive con relativo crollo in classifica oltre la centesima posizione. Per Shnaider una vittoria che vale la prima finale nella carriera e il miglior piazzamento nel ranking, vicinissimo alla sessantesima posizione. Che ovviamente può ancora migliorare…
[1] O. Jabeur b. N. Podoroska 6-3 1-6 6-2
La testa di serie numero 1 del tabellone Ons Jabeur “riempie il contratto” ed entra in finale superando l’Argentina Nadia Podoroska con il punteggio di 6-3 1-6 6-2.
La numero 87 del ranking non sfigura e oltre a conquistare nettamente il secondo set, nel resto del match riesce a tratti a mettere alla frusta le qualità difensive in back della settima giocatrice del mondo, che è però brava a non perdere la concentrazione e a giocare con buona continuità i due parziali vinti.
Jabeur cede in apertura la battuta e la recupera nel quarto gioco: la tennista sudamericana fa ottimo uso del dritto e conduce spesso gli scambi da fondo campo, ma una volta subita la rimonta, perde smalto e subisce un secondo break nell’ottavo gioco, che l’atleta nordafricana conquista con un portentoso dritto inside-out. Chiusa la prima partita nel game successivo, Jabeur, quasi soddisfatta del successo parziale, lascia l’iniziativa a Podoroska, che in poco più di mezz’ora pareggia il conto dei set lasciando un solo gioco all’avversaria.
L’inizio del set decisivo è forse il momento più delicato per Jabeur, che sul punteggio di 2-1 manca una palla break e si fa nuovamente raggiungere dall’argentina. Da qui in poi però il rendimento di Nadia cala nettamente e Ons trova il break a zero per un 4-2 che diventa 6-2 poco dopo.