In Giappone non è in discussione, al momento, la disputa regolare dell’Olimpiade in programma a Tokyo dal 24 luglio al 9 agosto. Il ministro per i Giochi, Seiko Hashimoto, secondo la BBC si sarebbe così espresso davanti a una commissione parlamentare: “Un ritardo non è in discussione“. Si affrontava, in quella sede, l’ipotesi di far slittare di un anno o due l’evento a cinque cerchi in un Paese che fa registrare in questo momento 560 contagiati dal coronavirus e 12 vittime. “È importante che il Governo dia le informazioni corrette al CIO“, sono le parole di Hashimoto riportate da La Gazzetta dello Sport. Il ministro giapponese ha comunque specificato come la decisione definitiva spetti al comitato olimpico internazionale, che farà il punto a maggio.
DAL CONI – Come a voler dire: c’è un preciso orientamento a non voler mettere in discussione l’Olimpiade, ma è troppo presto per vivere di certezze. È questo il messaggio che diffonde anche Giovanni Malagò, presidente del Coni, intervistato da Valerio Piccioni per Gazzetta. “I Giochi non sono la cosa più importante, ma si tratta di un evento simbolicamente molto significativo. Sarebbe bello se fossero un vero spartiacque, se dimostrassero che il mondo può ripartire. Il Cio lavora per questo. Le qualificazioni olimpiche in alto mare nei vari sport sono oggi il problema più grande – ha sottolineato -, anche perché la cancellazione delle gare non riguarda solo chi deve qualificarsi, ma anche chi è già qualificato. Perché una cosa è gareggiare da primo nel ranking della tua disciplina, una cosa da dodicesimo“.
Del complesso meccanismo di qualificazione ai tornei olimpici di tennis ne abbiamo parlato qualche mese fa. Al netto delle wild card e dei posti assegnati attraverso meccanismi di qualificazione zonale, il punto di riferimento sarà il ranking dell’8 giugno 2020. Dal quale ci separano mesi di incertezza.
