Sartori: "Cecchinato si era adagiato, l'obiettivo è rimetterlo in sesto"

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Sartori: “Cecchinato si era adagiato, l’obiettivo è rimetterlo in sesto”

Lo storico coach di Seppi prova a rilanciare le ambizioni del Ceck: “Educazione, regole, rispetto reciproco e tanto lavoro. Tornare tra i primi 50 è il minimo”

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Massimo Sartori - Italia-Francia, Coppa Davis 2018 (foto Roberto Dell'Olivo)
 

Non tutti i mali vengono per nuocere. Potrebbe pensarla così Marco Cecchinato, dopo la notizia del lungo stop del Tour ATP, che non ha in programma tornei fino al 7 di giugno (sperando non si debba disporre una proroga qualora il virus non si fermasse entro la primavera). Due mesi e mezzo per ripartire. Ripartire da quei risultati che tra il 2018 e il 2019 l’avevano proiettato tra i primi 30 giocatori del mondo, prima di un’inesorabile discesa e una crisi di vittorie (nel circuito maggiore) che dura da ormai un anno. Rimettere a posto tutti gli ingranaggi sarà compito anche di Massimo Sartori, storico coach di Seppi e ora anche del Ceck.

“Marco nel 2018 ha avuto una stagione straordinaria, anche dal punto di vista mediatico ha detto l’allenatore al Corriere dello Sport. “Ma l’ha pagato. Era immaginabile che facesse qualche passo indietro, ma lui si è adagiato troppo, ha pensato che le cose sarebbero andate avanti da sole, ha smesso di allenarsi come doveva. Ha iniziato bene anche il 2019, con una vittoria a Buenos Aires e una semi a Doha, ma quando è arrivata la stagione su terra, con tante aspettative, si è bloccato anche di testa.

Coach Sartori si è trasferito a fine 2019, dopo dieci anni passati a Bordighera. Suo padre è mancato a dicembre e ha così deciso di stare vicino a sua madre a Vicenza: “Ho detto a Cecchinato che se voleva lavorare con me doveva stare alle mie condizioni, a partire dallo spostamento a Vicenza. Poi servono educazione, regole e rispetto reciproco. E tanto lavoro. Ora l’obiettivo è rimetterlo in pista fisicamente e mentalmente, farlo tornare a essere un giocatore, non un colpitore come era diventato. Farlo galleggiare, evitando anche scelte sbagliate come preferire i Challenger su terra a Sofia e Vienna, dove era in tabellone a fine 2019. Una follia. Non so se può tornare in semifinale Slam, gli auguro di fare anche meglio, ma tornare tra i primi 50 del mondo mi sembra il minimo.

Il Coronavirus sta mettendo in seria difficoltà tutto il mondo sportivo: “È una situazione strana” prosegue Sartori, “ci fanno entrare per allenarci, Marco si sta allenando con Stefano D’Agostino, un giovane di Trento che ha avuto il permesso di raggiungerci a Vicenza da Brescia, ma non possiamo nemmeno farci la doccia a fine allenamento. È difficile programmare così. Seppi era in Colorado e gli ho consigliato di restare là ad allenarsi. È un peccato perché avevo studiato per lui un programma di allenamento specifico per la terra. Avrebbe dovuto rientrare a Montecarlo e sfruttare i pochi punti da difendere. Ora bisognerà ripensare tutto”.

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