Nonostante la tumultuosa vigilia di Pasqua trascorsa freneticamente al telefono, il direttore della Rogers Cup di Montreal Eugène Lapierre ha trovato il tempo per rispondere a qualche nostra domanda a proposito della cancellazione del Premier 5 WTA canadese e del suo spostamento al 2021 rinunciando alla tradizionale alternanza con Toronto.
Che tipo di comunicazioni ci sono state con l’ATP e la WTA prima dell’annuncio?
“La WTA e l’ATP hanno fatto dichiarazioni congiunte e hanno preso decisioni insieme per quel che riguarda la stagione sulla terra e quella sull’erba, quindi sono in costante contatto. Eravamo in comunicazione con loro e pronti ad annunciare la nostra decisione entro inizio giugno. Avevamo informato entrambi i tour della possibilità che il nostro governo potesse prendere una decisione di carattere locale, come infatti è stato. Siamo stati informati venerdì, come tutti gli altri, non ci è stata data nessuna comunicazione in anticipo, cosa che ci avrebbe sicuramente aiutato dal punto di vista organizzativo”.
Ai microfoni dell’emittente sportiva TSN, Lapierre ha poi anche raccontato un curioso episodio avvenuto nella concitata giornata di venerdì: “Dopo aver appreso dell’annuncio del Governo, ho ricevuto una telefonata da un funzionario pubblico che mi informava che lo sport professionistico non era interessato dall’ordinanza. Io avevo capito diversamente, per cui ho chiesto conferme, e infatti poco dopo lo stesso funzionario mi ha richiamato correggendo il tiro e dicendo che l’ordinanza non riguardava le ‘leghe professionistiche’, ma invece riguardava il torneo della Rogers Cup”.
Perché è stato scelto di mantenere il torneo femminile a Montreal per il 2021 invece di andare a Toronto come di consueto?
“Essenzialmente per due motivi. Il primo è che la mancanza del torneo femminile nel 2020 avrebbe fatto sì che il pubblico di Montreal sarebbe rimasto senza esposizione al tennis femminile dal 2018 al 2022, e non ci sembrava giusto. Il tennis femminile canadese sta attraversando un ottimo periodo, con Bianca Andreescu campionessa in carica della Rogers Cup, la giovane Leylah Fernandez che sta crescendo molto bene e Genie Bouchard che qui ha sempre molto seguito, per cui non volevamo privare i nostri spettatori di questo spettacolo. La seconda motivazione è che ad inizio marzo avevamo venduto più del 70% di biglietti per la settimana, quindi sarebbe stato molto più semplice dire ai tifosi di tenere i loro biglietti e tutto sarebbe stato replicato nel 2021 esattamente come era stato programmato nel 2020“.
Il fatto che le Olimpiadi siano state rimandate al 2021 ha costituito un ulteriore elemento a favore della scelta, dal momento che la piazza di Toronto è sicuramente più difficile di Montreal e il torneo maschile è un prodotto più solido che rischia meno anche in un anno olimpico?
“Non è stato un fatto predominante, ma la considerazione dimostra come sia molto più semplice mantenere tutto uguale e spostare il programma avanti di un anno. Oltretutto con questo slittamento nel 2024 avremo gli uomini a Montreal in un anno olimpico e le donne a Toronto, vedremo cosa cambierà in quel caso, anche se non credo che ci saranno molte differenze“.
Offrirete rimborsi a chi non vorrà utilizzare nel 2021 i biglietti comprati per il 2020?
“Certamente, è sufficiente che ci contattino e saranno rimborsati“.
Ci sono novità per quel che riguarda la Rogers Cup maschile a Toronto?
“Al momento non possiamo dire nulla. Nessuno sa come si evolverà la situazione. Se avremo la possibilità di salvare almeno un evento in Canada ci proveremo, anche se non sono troppo ottimista. I governi di Ontario e Quebec stanno agendo in maniera piuttosto simile in questo periodo, però fino a questo momento non ci sono disposizioni dall’alto che impongono di cancellare l’evento in Ontario. Molto dipenderà anche da quello che deciderà di fare lo US Open, che probabilmente deciderà prima dell’inizio di giugno“.
Avevate pensato alla possibilità di giocare a porte chiuse?
“L’ipotesi è stata presa in considerazione ma è stata scartata. Innanzitutto perché dobbiamo pensare alla salute di tutti coloro che sono coinvolti nel torneo: significherebbe dover far venire gente da tutto il mondo a Montreal, dove la situazione non è al 100% risolta, e comunque anche un torneo a porte chiuse richiede almeno un migliaio di persone per poter funzionare. Inoltre a livello economico senza la biglietteria non sarebbe stato finanziariamente sostenibile: il torneo femminile non dispone di introiti tali dai diritti televisivi da poter consentire la sostenibilità di un evento senza spettatori“.
Ci saranno ripercussioni sui dipendenti di Tennis Canada visto che verrà a mancare una fonte di reddito molto importante?
“Purtroppo ci saranno conseguenze molto pesanti. Dovremo valutare tutti i programmi, probabilmente cancellarne parecchi per un anno o due e cercare di tirare avanti con quello che abbiamo. Il nostro modello è molto particolare, si basa principalmente sul reddito prodotto nella settimana del torneo. Purtroppo quest’anno questo reddito non ci sarà“.
Proverete a organizzare manifestazioni alternative? Qualche torneo sta pensando di promuovere competizioni di video-game: pensate di fare qualcosa di simile?
“Stiamo analizzando la fattibilità, anche se credo che dal punto di vista finanziario non si tratterà sicuramente di un sostituto. Sarebbe certamente positivo per i fan, per l’engagement, ma a livello economico non farà una gran differenza“.