La base del tennis protesta: lanciata la petizione 'tutti o nessuno'

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La base del tennis protesta: lanciata la petizione ‘tutti o nessuno’

Sei tra maestri e istruttori chiedono alle autorità un criterio meno arbitrario per la ripresa degli allenamenti: permetterli a tutti, amatori compresi, o a nessuno. Protestano anche i circoli palermitani

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Meno di ventiquattr’ore dopo l’annuncio del Premier Conte, che ha preceduto la pubblicazione del decreto presidenziale del 26 aprile che prevede la ripartenza degli allenamenti soltanto per i tennisti ritenuti di ‘interesse nazionale’, la base del tennis fa sentire la sua voce. Lanciando una petizione su change.org, che si pone l’ambizioso obiettivo di finire sui banchi del Senato della Repubblica e si rivolge anche al ministro Spadafora e allo stesso premier Conte.

La petizione contesta il criterio del tutto arbitrario alla base della decisione, mancando ‘indicazioni oggettive numeriche degli atleti autorizzati a riprendere gli allenamenti, basate ad esempio sulle classifiche nazionali’. La soluzione sarebbe trattare tutti allo stesso modo: “Gli atleti selezionati riceveranno inevitabilmente un vantaggio competitivo sui diretti rivali penalizzati. L’unico modo per garantire giustizia in queste discipline è autorizzare tutti o nessuno. Vie entrambe percorribili, naturalmente a seguito di un’attenta analisi rischi, pro e contro”.

A supporto di questa tesi, arriva il concetto del tennis come sport privo di un contatto fisico ma soprattutto il risvolto più pratico che riguarda l’impossibilità per molti collaboratori di percepire dei guadagni in questo periodo.”Per tanta gente lo sport è una professione ed unica fonte di reddito. Moltissimi sportivi sono indignati per questo e la petizione nasce con l’intento di sensibilizzare le autorità al problema e chiedere nuove disposizioni che garantiscano pari diritti e uguaglianza tra gli atleti”.

Sulla stessa linea di condotta ci sono i circoli palermitani, che hanno trasmesso perplessità simili al presidente della Regione Sicilia.

LA LETTERA DEI CIRCOLI PALERMITANI – “Sorpresi ed amareggiati” per i provvedimenti adottati dal Premier Conte che “mortificano un intero movimento sportivo” distintosi “in Sicilia per avere sempre portato avanti con grande responsabilità e sacrificio, la propria attività”. Il giorno dopo l’ufficializzazione della “fase 2” dell’emergenza Coronavirus, il Coordinamento dei Circoli sportivi palermitani torna a scrivere al Presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci, anche nell’interesse dell’intero movimento.

In una lettera accorata, ma allo stesso tempo dai toni decisi, Circolo Tennis Palermo, Club Canottier Roggero di Lauria, Country Time Club, Telimar e Tennis Club Palermo 2 definiscono “una beffa” le nuove misure che entreranno in vigore il prossimo 4 maggio.

È consentita l’attività sportiva individuale all’aria aperta nei parchi, ma non nei circoli – scrivono – proprio nei circoli dove è più facile controllare il rispetto delle regole e dove migliaia di atleti trovano un solido e serio supporto”. Nella lettera si mette in evidenza come nel tennis ci sia una distanza di 23,77 metri tra un giocatore e l’altro e che, in pieno mare tra un armo di canottaggio, una canoa, una barca a vela ed un’altra o tra un nuotatore ed un altro c’è tanta acqua. I cinque Circoli sportivi palermitani chiedono al Presidente Musumeci “di intervenire disponendo l’apertura dei Circoli e di tutte quegli sport individuali che, svolgendosi all’aria aperta, non possono procurare la diffusione del virus, ma che, invece, potranno essere utili a dare la carica” a tanti cittadini dopo il periodo di isolamento.

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