Fognini, è già partita la fase 2. Dieta e terapie: obiettivo Roma (Federica Cocchi, La Gazzetta dello Sport)
È già a casa a godersi le cure della moglie Flavia Pennetta e dei loro bimbi. Fabio Fognini è partito ieri in mattinata da Ravenna dove sabato ha subito un doppio intervento in artroscopia alle caviglie. Una ripulitura da alcune calcificazioni che da ormai tre anni creavano problemi al numero 11 al mondo.
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Non aveva tutti i torti, come spiega il dottor Pier Francesco Parra, responsabile medico della Federtennis e luminare nella chirurgia al laser: «A essere precisi erano frammenti di calcificazioni, non ossei, però soprattutto nella caviglia destra il più grosso era di quasi due centimetri. E stata una decisione saggia quella di approfittare dello stop per operarsi». Ora inizia il percorso per riconsegnare Fognini al tennis: «Diciamo che tra un mese e mezzo potrà tornare ai carichi abituali – spiega ancora Parra -. Bisogna vedere come procede il decorso. A sinistra è stato un intervento leggero, la caviglia destra era quella più sofferente». Il chirurgo, attraverso i suoi fisioterapisti, seguirà Fabio nel primo periodo di riabilitazione. Recupero che passa anche dalla tavola, con una dieta che sarà fondamentale nei primi tempi per ricostituire i tessuti ed evitare di prendere peso durante il periodo di inattività: «L’alimentazione è decisiva per un atleta infortunato – spiega Mario Ciarnella, il medico nutrizionista del team Fognini -. E importante che abbia una composizione corporea equilibrata e povera di grasso, elemento che crea infiammazione e non aiuta la guarigione». Insomma, dieta ferrea per Fabio che durante le vacanze in Puglia non dovrà cedere alle tentazioni della gola: «Seguirà un regime alimentare e una integrazione specifica per rigenerare i tessuti. Una dieta a basso carico di carboidrati, ma ricca di frutta, verdura, pesce per gli Omega 3 e succo di frutti rossi per l’ossigenazione. Fabio è molto attento e scrupoloso, si affida completamente a quello che il team gli dice, a volte mi manda pure le foto di quel che mangia per avere la mia approvazione. Dopo un paio di settimane modificheremo le indicazioni alimentari a seconda del recupero e delle attività che dovrà fare». Programma Corrado Barazzutti, capitano di Davis e tecnico di Fognini, è costantemente informato sul decorso del suo assistito
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Dunque è confermato, Fabio rientrerà in tempo per la ripresa del circuito: «Quando, come, e se ci sarà – sottolinea Barazzutti -. Sembra che si giocheranno i tornei sulla terra, Roma a metà settembre, Madrid e Parigi, e poi la Davis. In questo mese e mezzo di riabilitazione avremo le idee più chiare e potremo programmare la preparazione giusta a seconda del calendario. Per ora navighiamo a vista». Ma è il tennis in alto mare.
Flavia tra famiglia e passioni: “Amo il tennis ma non torno” (Patrizia Nettis, La Gazzetta del Mezzogiorno)
Flavia Pennetta a tutto campo per «La Gazzetta del Mezzogiorno». La (ex) tennista brindisina, vincitrice degli Us Open del 2015 (nella mitica finale contro l’amica tarantina Roberta Vinci) è la regina della Puglia nello sport al femminile. Mai nessuno come lei. Che possa tornare a giocare fra qualche mese? La pallina l’ha lanciata il suo Fabio Fognini. Ma lei, Flavia, non ci pensa nemmeno.
Pennetta, lei si è affrettata a smentire, ma ormai Fabio ha messo la pulce nell’orecchio a tutti e un po’ anche a lei. Sia sincera: non pensa proprio a un ritorno in campo? «Non ho nessuna intenzione di tornare a giocare. Assolutamente, no. Mio marito scherzava, la cosa è stata presa un po’ sul serio e forse non ho capito nemmeno io che non scherzava, ma diceva sul serio». Eppure Serena Williams e Kim Klijsters… «Le rispetto, anzi sono secondo me fenomeni, perché ritornare dopo aver avuto dei figli e dopo che il corpo è stato fermo per tanto tempo, non è facile. Soprattutto per Kim che non giocava un torneo da 7 anni e mezzo. Ma l’ho vista in campo nei pochi tornei che ha giocato prima dell’arrivo del virus e l’ho trovata molto bene. Chapeau a loro, quindi».
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Da quanto tempo non torna in Puglia? Cosa le manca di più? «Dal 13 novembre e non vedo l’ora di tornare. Mi manca terribilmente, mi mancano i miei affetti, la mia famiglia, mi manca la mia terra (dovrebbe “scendere” a luglio, con marito e figli al seguito, ndc). Sono abituata a stare lontano, ma non sono mai mancata tanto tempo da casa». Dica la verità: è stato più difficile gestire la finale di Montecarlo dall’angolo di Fognini o la finale degli Us Open in campo contro una delle sue più care ami *** che? «La mia, senz’altro. Per quella di Fabio ero tesa, ma giocava lui, quindi…». I figli di due tennisti giocano già a tennis? «I miei bimbi faranno ciò che desiderano, ma dovranno fare tanto sport, qualsiasi tipo. Dovranno essere sportivi, nel senso di atletici».
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A differenza di quanto avviene in campo maschile, nel tennis femminile sembra esserci difficoltà nella costanza di rendimento. Negli ultimi dieci anni, esclusa Serena Williams, pare ci sia stata una penuria di talenti di lunga durata. Più meteore che campionesse, insomma. «Nei maschi ci sono Federer, Nadal e Djokovic che hanno creato una storia incredibile del tennis negli ultimi 15 anni, ma alle loro spalle ci sono già giovani solidi e consistenti. Nel femminile non c’è più l’icona, quella che traina, quella che “vende” biglietti. C’è ancora Serena, ma anche lei comincia a fare un po’ di fatica. Sharapova si è ritirata ed era un simbolo, anche fuori dal campo. Da una parte, ogni torneo è divertente perché possono vincere quasi tutte, ma questo fa riflettere perché prima le top ten erano un gradino, anzi due, sopra le altre» Lei è l’ambasciatrice rosa della Puglia nello sport. Ma a pochi chilometri dalla sua Brindisi c’è una baby prodigio del nuoto che scalpita e potrebbe toglierle lo scettro. Che ne pensa del fenomeno Pilato? «Sarei molto felice se mai dovesse togliermi questo primato. Penso che sia una ragazzina, passatemi questo termine affettuoso, che ha un potenziale incredibile, una voglia, una passione, una forza strepitose. Le auguro il meglio e di esaudire tutti i suoi sogni, anche se in realtà già ha cominciato a farlo». Il calcio prova a ripartire tra qualche settimana. Lei immagina nel tennis una finale di uno slam senza pubblico? «Spero per loro che abbiano fatto scelta giusta e che garantiscano massima sicurezza a tutti i lavoratori. Nel tennis siamo ancora un po’ distanti. Il paradosso è che é forse lo sport più sicuro, ma il problema è che un tennista deve viaggiare molto, prendere aerei, andare nei ristoranti. È un po’ complicato. Non mi immagino comunque una finale di uno slam senza pubblico».
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